12.Every breath you take

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Every breath you take,
every move you make,
every bond you break,
every step you take,
I'll be watching you.

Sollevai le palpebre a fatica. Mi bruciavano gli occhi e il dolore alla testa era lancinante. Quando riuscii a vedere bene, scorsi le figure dei miei amici.

«Kookie!» gridò Hoseok, peggiorando il mio mal di testa.
«Shh! Non urlare, Hobi» lo rimproverò Seokjin, sussurrando.
«Ciao, Kook. Come te la passi?» mi chiese Namjoon senza alzare troppo la voce e con il suo solito sorriso buono sulle labbra.
«Stanco.» risposi, con la voce arrochita dal sonno. Vedevo la luce del sole illuminare la stanza da una finestra: doveva essere mattina inoltrata.
«Quanto ho dormito?» chiesi, per conferma.
«Ieri verso mezzanotte sei svenuto, ora sono le undici di mattina.» fu la risposta di Hoseok.
«E perché sono svenuto?»
«Eri talmente ubriaco che probabilmente avevi scambiato il tavolino del salotto per Taehyung e ti ci sei buttato sopra.» scherzò il maggiore del gruppo.
Tentai di ridere, ma il risultato fu una fitta alla tempia che mi costrinse a smettere.

«Da quanto siete qui?» chiesi, dopo essermi ripreso.
«Noi siamo arrivati un paio d'ore fa.» Namjoon calcò particolarmente sul pronome, nel rispondermi.
Così cercai di capire: «"Noi"?»
«Sì.» continuò Jin «Quando è arrivato tuo padre, gli abbiamo chiesto se potevamo restare, ma ci ha detto di andare a casa. Ha convinto noi, ma Taehyung è voluto rimanere qui fuori senza ammettere repliche.»

Spalancai la bocca, sorpreso. Aveva davvero aspettato in ospedale per tutta la notte? Per me?

«E adesso dov'è?» domandai.
«È andato a prenderci dei caffè. Sai, al contrario di te, noi non abbiamo dormito tanto stano-» ma le parole del biondo vennero interrotte dal suono di qualcosa che cadeva. Guardammo tutti verso la fonte del rumore.

«J-jungkook.» disse, gli occhi fuori dalle orbite e le labbra leggermente schiuse.
Gli sorrisi. «Ciao, hyung.»

Taehyung aveva fatto cadere i caffè e mi guardava inebetito. Era visibilmente stanco: i suoi capelli biondi erano scompigliati, il volto dai bei lineamenti bianco e gli occhi - sotto i quali stavano due mezzelune viola - erano rossi e gonfi. Aveva...pianto?

«Beh, dopo che hai mandato a farsi fottere tutti i nostri caffè, mi aspetto almeno che tu dia un abbraccio al tuo pseudo-ragazzo.» il sarcasmo di Jin non lo abbandonava mai, nemmeno in situazioni del genere.

Namjoon alzò lo sguardo al cielo, sorridendo, poi posò una mano sul mio braccio e disse: «Noi andiamo a chiamare tuo padre.»

Rimanemmo io e Taehyung. Lui mosse qualche passo insicuro verso il mio letto, poi mi corse incontro e si gettò su di me.

«J-jungkook.» disse tra i singhiozzi. Kim Taehyung stava piangendo, per me. «Ho-ho avuto tanta p-paura. C-C'era il sangue e-e poi tu-» ma non finì di parlare, ché il pianto si era impossessato della sua voce, impedendogli di proferire parola.
Presi ad accarezzargli i capelli, nel tentativo di rassicurarlo.
«Hyung-» provai a dire, ma lui non mi fece nemmeno iniziare.
«N-non mi facevano entrare, K-kookie. Dicevano che i-in terapia inten-intensiva possono entrare s-solo i parenti.»
«S-sono in terapia intensiva?»
Lui mi guardò, gli occhi pieni di lacrime.
«Scusami.» sussurrò, ricominciando a piangere e abbracciandomi di nuovo «S-scusami, è-è tutta colpa mia. Non dovevo f-farti bere così t-tanto, perdonami.»

Presi il suo viso tra le mani, costringendolo a guardarmi.
«No, hyung. Non dirlo neanche per scherzo, non è stata colpa di nessuno.»

I suoi occhi erano ancora lucidi, le sue labbra tremavano. Sembrava così piccolo e indifeso. Non mi trattenni. Lo avvicinai a me, dandogli un bacio sulla fronte.

«Va tutto bene, Tae» provai a dirgli, per tranquillizzarlo, poi gli presi la mano - non so se per rassicurare lui o me stesso - e mi addormentai di nuovo, già stanco.

///

Quando mi svegliai, Taehyung era sempre lì sdraiato accanto a me, addormentato, e con le dita intrecciate alle mie.

Lo osservai per un po'. Dio, com'era bello. Quando dormiva, sembrava ancora più angelico: avrei potuto guardarlo per ore, ma non potei farlo perché - mentre scostavo una ciocca di capelli dal suo viso - la porta si aprì, rivelando la figura di mio padre.

Taehyung si alzò di scatto, sciogliendo le nostre mani e a quell'assenza mi sentii come se mi avessero amputato un braccio.

«Signor Jeon.» lo chiamò il ragazzo, inchinandosi «Voglio scusarmi con lei personalmente. Mi dispiace di aver lasciato che suo figlio si ubriacasse. Non volevo che si facesse del male, ma sono stato irresponsabile e lo riconosco. La prego di accettare le mie scuse, non accadrà mai più.» disse tutto d'un fiato, rimanendo inchinato.

Mio padre lo ascoltava con la bocca schiusa - evidentemente, non se l'aspettava - e poi sorrise. «Va tutto bene, Taehyung.» lo rassicurò, mettendogli una mano sulla spalla.

Il ragazzo si tirò su, guardò me, poi l'uomo di fronte a sé e aggiunse: «La ringrazio. Vi lascio soli.» prima di andarsene.

Mio padre venne a sedersi accanto a me.
«Ubriaco, eh?»
«Papà, scusami. Sono stato un idiota, non volevo bere, io-»
«Oh, ma smettila! Certo che volevi, ho avuto sedici anni anch'io, sai?» mi aspettavo che mi sgridasse, che mi mettesse in castigo, ma non che ridesse, aggiungendo: «Io però non sono mai tornato a casa con un trauma cranico.»

Risi anch'io e stavolta fece meno male.

«Comunque, Taehyung non ha colpe.» tentai di difendere il mio hyung.
«Aaah, Taehyung!» disse, sospirando «È stato qui fuori tutta la notte senza chiudere occhio, nonostante io gli abbia detto mille volte di andare a casa a riposarsi. Devi piacergli davvero tanto.»

Raggelai. Quindi lui...sapeva?

«E a t-te sta bene, che io piaccia...a un r-ragazzo?» chiesi, insicuro.
«Se sta bene a te, sta bene anche a me.» e lo disse con una convinzione che mi fece riempire gli occhi di lacrime e il cuore di gioia. Lo abbracciai forte.

«Papà» lo richiamai, piangendo «Io...io credo di essermi innamorato.»
Mi accarezzò i capelli.
«Lo so, Kookie. Lo so.»

///

Tre giorni dopo, mi stavo preparando per tornare a casa.
La settimana successiva ci sarebbe stato il viaggio in Giappone e per fortuna il mio trauma cranico non era così grave da impedirmi di partire. Ma in quel momento, c'era un dubbio che mi tormentava più di qualsiasi altra cosa.

«Hobi?» il mio amico mi aveva appena sistemato su una sedia a rotelle «Alla fine che è successo tra Jin e Nam?»
«Oh, Kookie, dovevi vederli! Come si abbracciavano mentre aspettavamo in sala d'attesa!»
«Quindi ora stanno insieme?»
«E chi lo sa, però sembrano tanto felici.»

Nonostante il mal di testa e il trauma cranico, stavo sorridendo come un bambino.

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ALLORA

Capitolo piuttosto breve e noioso, scusatemi. Mi sento in colpa a farvi aspettare una settimana e poi rifilarvi solo un migliaio di parole. :C

PERÒ

Se i prossimi capitoli fossero più lunghi (parliamo di circa 3000 parole, rispetto alle solite 1600) vi piacerebbe o non avreste lo sbatti di leggerli?

Detto questo, mi raccomando: se la storia vi piace, consigliatela ai vostri amici; se non vi piace, consigliatela a chi vi sta sul cazzo ;)

Sof vi manda un bacio~

𝐁𝐨𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐩𝐨𝐧𝐞 •𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora