Angels with silver wings
shouldn't know suffering.
I wish I could take the pain for you.Quel lunedì, a scuola, la noia mi stava uccidendo e il miglior modo che conoscevo per alleviare quella fastidiosa pesantezza aveva i capelli dorati e il sorriso più quadrato e singolare che avessi mai visto. Avrei tanto voluto passare il mio pomeriggio con Taehyung, ma lui avrebbe voluto? Glielo volevo chiedere davvero - alla fine sarebbe stata solo un'uscita tra amici - ma la paura del rifiuto e tutte le mie insicurezze mi tormentavano. Alla fine, però, la nostalgia che avevo di lui e il desiderio di vederlo che mi consumava mi spinsero verso quel ragazzo dannatamente perfetto.
Mi vergognavo di essere così dipendente da lui. Non riuscivo a resistere per più di un giorno senza vederlo: appena le ore senza Taehyung diventavano troppe, sentivo una strana sensazione al petto, come un vuoto che riuscivo a colmare solo standogli accanto. Avevo bisogno di lui, sempre.
«Tae?» lo chiamai, quando lo vidi uscire dalla classe, all'intervallo.
«Ragazzino, ciao.»
Solo allora mi resi conto che non avevo mai chiesto a nessuno di uscire - neanche ai miei amici - e il fatto che si trattasse di lui non mi aiutava affatto. Sentivo che stavo per avere un attacco di panico: la paura era sempre dietro l'angolo, nonostante sapessi dei sentimenti di Taehyung per me.«T-ti andrebbe di-di uscire più t-tardi?» dovevo sembrare ridicolo in quel momento: sudavo, tremavo come una foglia e avevo le palpitazioni.
Speravo che mi regalasse uno di quei sorrisi che mi facevano sciogliere come un gelato ad agosto, ma le mie preghiere non furono esaudite: i bei lineamenti del suo viso vennero sgualciti da una smorfia dispiaciuta quando mi rispose: «Scusa, Kookie, ma oggi ho un impegno...»Ed eccolo, il rifiuto. La conferma che l'ombra bastarda che mi portavo dietro, alla fine, aveva sempre ragione. Mi bastava un sì, un okay: mi bastava una parola per essere felice e invece l'universo aveva deciso di mandarmene sette per farmi male.
Il cuore iniziò a battermi ancora più forte, il respiro si fece affannoso e delle lacrime minacciavano di lasciare i miei occhi: era un attacco di panico. Stavo avendo un fottuto attacco di panico per la vergogna. Mi vergognavo di vergognarmi per così poco. Ti odio, Jungkook mi dissi. Ed era vero, mi odiavo. Mi odiavo perché non riuscivo a vivere: non riuscivo a parlare, non riuscivo ad uscire, non riuscivo a gestire un no. Non ero un ragazzo, non ero nemmeno una persona: ero praticamente un'ameba con una malsana ossessione per la musica. E mi odiavo per questo.
«È che ho da fare delle commissioni per una persona.» continuò «Però...potresti venire con me, se ti va.»
Il mio cuore sembrò fermarsi, ma il respiro era tornato regolare. Non mi aveva rifiutato. Mi voleva con sé. Sorrisi, con gli occhi ancora umidi.
«Sì.» risposi con una sola, flebile sillaba, perché sapevo che bastava una parola per rendere felice una persona.
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«Hyung, dove stiamo andando?» gli chiesi quando salimmo sulla sua bicicletta. Quanto amavo andare in bici con lui! Non solo potevo stringerlo con un pretesto plausibile e senza sentirmi in imbarazzo, ma potevo anche sentire il suo buonissimo profumo senza sembrare un maniaco con uno strano fetish per gli odori.
«A fare la spesa.» sentenziò.Taehyung aveva detto che doveva sbrigare delle commissioni per una persona. Era stato così vago che quasi mi aveva spaventato. Cosa doveva comprare? E per chi? Amavo l'aura di mistero che aleggiava intorno alla figura di Kim Taehyung - lo rendeva ancora più affascinante e irresistibile -, ma in alcune occasioni mi inquietava leggermente. Però lo seguivo sempre. Un po' lo facevo per curiosità, ma ero perfettamente consapevole di essere alla mercé di quel ragazzo dagli occhi scuri ed espressivi.
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𝐁𝐨𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐩𝐨𝐧𝐞 •𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘•
FanfictionTimido, introverso e affetto da disturbi d'ansia, Jungkook odia sé stesso ed è convinto che, per questo, nessuno possa amarlo. L'incontro con Taehyung, un ragazzo solare, vivace e spigliato, farà perdere a Jungkook il suo equilibrio un po' sbilenco...