Don't save a prayer for me now
Save it til the morning after
No don't say a prayer for me now
Save it til the morning after.
«Non rispondere.» mi disse poi «Te l'ho detto: ti aspetterò.»Nel buio, trovò la mia mano e fece intrecciare le nostre dita.
«Voglio amarti, Jungkook. Non importa tra quanto tempo, però ti prego, lasciamelo fare.»
Carezzai il dorso della sua mano con il pollice.
«Sono tuo, hyung.»
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Svegliarmi, quella mattina, fu più bello di quanto immaginassi.
Quando aprii gli occhi, mi ritrovai faccia a faccia con la bellezza eterea di Kim Taehyung. Dannazione, pensai di essere morto.
Strofinò il viso nel cuscino, con una tenerezza disarmante. Sì, dovevo essere in Paradiso.
Guardarlo era il mio più grande cruccio: la sua bellezza delicata e assolutamente singolare era quasi arte e quando lo ammiravo tanto mi colpiva che sentivo un fastidio pungente agli occhi, segno delle lacrime che desideravano di impossessarsi del mio volto. Quando lo ammiravo morivo mille volte e altrettante rinascevo tanto era forte il suo splendore. Era dotato di quel tipo di bellezza che è al tempo stesso impetuosa e statica, una fiamma iridescente ma anche uno specchio d'acqua immobile. E io non sentivo più la terra sotto i piedi quando lo guardavo, tanto mi destabilizzava il suo aspetto, tanto mi ammaliava lui stesso, il suo essere: il suo essere meraviglioso, il suo essere radioso, il suo essere maledettamente affascinante sotto ogni punto di vista, il suo essere sé stesso.
Era una sorta di sindrome di Stendhal, la mia.Languida adorazione.
Quel ragazzo era reale? Avevo bisogno di saperlo. Con l'indice iniziai un pellegrinaggio lungo il suo viso.
Accarezzai una palpebra, che celava gli occhi più dolci e incantevoli che avessi mai visto.
Tracciai la forma del naso, fino ad arrivare a quel piccolo neo sulla punta, che adoravo.
Infine arrivai su quelle labbra che sapevano sia sfiorarmi che divorarmi, sapevano essere sia tenere che peccaminose, ma sempre e comunque mi mandavano in tilt. Quelle labbra che si erano appena schiuse e ora trattenevano il mio dito.
Taehyung era sveglio e mi stava guardando.
Fece scivolare il mio dito tra le labbra, fino a liberarlo da quella delicata - ma per me, mortale - presa, per poi lasciare un bacio sulla falange.
«Buongiorno. Dormito bene?»
L'avevo sentito, giuro, e gli avrei anche risposto, se solo non mi fossi incantato a guardare quella dannatissima bocca, ora aperta in un dolce sorriso.
«Che c'è, ragazzino? Vuoi baciarmi?»
Sbattei le palpebre più volte, sorpreso dalla sua uscita, e - anche se non sapevo cosa dire - aprii la bocca, ma quella di Taehyung fu più veloce e incontrò la mia.
Come sempre, lui era delicato, premuroso, ma la premura fu spazzata via dal desiderio quando la sua lingua lambì il mio labbro inferiore: lasciai che si intrufolasse senza pensarci troppo.
Quella, però, era una posizione scomoda per tutti e due, e lo capii quando Taehyung ruotò leggermente il busto, mettendosi supino. Assecondai il suo movimento: quella volta ero io a stare cavalcioni su di lui.
Con le mani accarezzò le mie cosce, dalle ginocchia fino ai fianchi. Arrivato lì, stava per farle scivolare sul mio sedere, ma le ritrasse immediatamente.
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𝐁𝐨𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐩𝐨𝐧𝐞 •𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘•
FanfictionTimido, introverso e affetto da disturbi d'ansia, Jungkook odia sé stesso ed è convinto che, per questo, nessuno possa amarlo. L'incontro con Taehyung, un ragazzo solare, vivace e spigliato, farà perdere a Jungkook il suo equilibrio un po' sbilenco...