All I ever wanted,
all I ever needed,
is here, in my arms.
Words are very
unnecessary,
they can only do harm.Io e i ragazzi eravamo già arrivati, così ci sedemmo su un divanetto - vicino a un piccolo spazio adibito a pista da ballo - , ad aspettare Jungkook e i suoi amici.
Sentii il cellulare vibrare, lo estrassi dalla tasca e lessi il messaggio, di Jungkook: siamo arrivati. Mi alzai dal mio posto e mi guardai intorno, cercandolo. Quando lo trovai, in piedi davanti alla porta, trattenni il fiato. Era stupendo. Aveva mantenuto il suo amato total black, ma nessuna felpa lo copriva fino alle ginocchia, quella volta: al suo posto, c'era una camicia nera - che lui si era preoccupato di tenere ben chiusa fino all'ultimo bottone - e questa mi permetteva di vedere le cosce sorprendentemente toniche del moretto, fasciate da un paio di skinny jeans neri. In quel momento, non pensai nemmeno per un secondo al fatto che avrei potuto farmelo sulla porta - okay, forse per un secondo ci avevo pensato -, ma capii che quella di Jungkook non era una bellezza carnale: la sua bellezza era fatta di carezze - delicate, per paura di romperlo - di baci sulla fronte e lunghe - lunghissime - ore passate ad ammirarlo. Si guardava intorno spaesato, alla ricerca del mio viso, probabilmente. Quando lo trovò, agitò una mano in aria per farmi cenno, riportandomi alla realtà, ché io, nel frattempo, ero arrivato su un altro pianeta.///
Raggiungemmo i miei amici ai divanetti e facemmo le presentazioni.
I ragazzi che erano con Jungkook si chiamavano Namjoon, Seokjin e Hoseok; a quest'ultimo, stranamente, s'imporporarono le guance quando strinse la mani di Yoongi, presentandosi. Che già si conoscessero?Quando tutti ci sistemammo - io, ovviamente, mi presi la premura di sedermi accanto a Jungkook - Namjoon chiese: «Allora, cosa prendiamo?»
«Io direi di partire con un giro di shot di assenzio, voi che dite?» propose Yoongi.
Mi voltai verso Kookie e lo vidi sussurrare qualcosa all'orecchio di quel biondo alto due metri, che ridacchiò. Che gli aveva detto? E perché solo a lui, all'orecchio? Che aveva di speciale? Era bello, certo, ma era più bello di me?Perso tra le mie paranoie, non capii che mi stessero chiamando finché Jimin, seduto accanto a me, non mi scosse.
«Eh?» mi voltai verso il mio amico.
«Yoongi-hyung ti ha chiesto se vuoi l'assenzio»
«Ah, sì, certo, va bene»\\\
Dopo tre giri di shot, brillo, mi gettai all'indietro, sul divanetto, lasciando cadere le braccia ai lati del mio corpo. La mano sinistra, però, non incontrò la pelle fresca del divanetto, bensì delle dita. Era la mano di Jungkook. Guardai con la coda dell'occhio nella sua direzione: si era irrigidito e con gli occhi sbarrati guardava dritto davanti a sé.
Carino. Mi ritrovai a pensare, mentre nel locale risuonava Lost Boys Calling di Ennio Morricone e Roger Waters. Dio, amavo quella canzone.
«Kookie?» lo chiamai.
Insicuro, si voltò verso di me.
«S-sì?»
«Ti va di ballare?»Lo vidi arrossire e abbassare lo sguardo.
«I-io non so c-come si fa» ammise, timido. Davvero carino.
Sorrisi.
«Ti insegno io»Mi alzai e lui mi seguì. Arrivati sulla pista da ballo, guardai Jungkook: era congelato sul posto, le braccia stese lungo il corpo. Ridacchiai, lo presi per i fianchi e lo accostai a me.
«Devi avvicinarti, ragazzino»
In un primo momento era sorpreso, ma poi, timidamente, allacciò le braccia al mio collo.
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𝐁𝐨𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐩𝐨𝐧𝐞 •𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘•
FanfictionTimido, introverso e affetto da disturbi d'ansia, Jungkook odia sé stesso ed è convinto che, per questo, nessuno possa amarlo. L'incontro con Taehyung, un ragazzo solare, vivace e spigliato, farà perdere a Jungkook il suo equilibrio un po' sbilenco...