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Entro in casa del mio migliore amico saltando su per le scale freneticamente. Sono molto stanca e non so il perché, visto che non ho fatto praticamente nulla.
Non mi preoccupo di citofonare o bussare e mi stravacco sul divano. Praticamente è anche casa mia perciò non mi faccio problemi.
Lui ridacchia nel vedermi saltare a peso morto sul divano in soggiorno e poggia in nostri zaini in un angolino, scuotendo la testa come per dire 'sei una causa persa'.
"Come fai ad essere stanca dopo una giornata così inutile e improduttiva?" Mi chiede con un sorriso divertito che gli dipinge volto perfetto.
"Credo che fare molto e tenermi impegnata mi tenga sveglia molto meglio che la nullafacenza" sorrido alzando le spalle "Non ti stupire se mi addormento fra meno di mezz'ora" e ridacchio.
"Oramai non mi sorprendo più con te. Sei un caso perso" ecco, lo sapevo.
"Ehi!" Mi sforzo di muovere il braccio quanto basta per tirargli un cuscino del divano che gli finisce direttamente in faccia. Mi stupisco della mia mira da cecchino e inizio a ridere a crepapelle per l'espressione che assume "Ti sta bene, così impari a darmi della causa persa"
"Ah..." dice prendendo il cuscino e avvicinandosi al divano "Ho capito... che lotta sia!" E mi ritira il cuscino, che io schivo facendo la linguaccia.
"A differenza tua, si da il caso che io abbia dei riflessi", gli rinfaccio.
Mi tira un altro cuscino e questa volta mi prende in pieno viso.
Scoppia a ridere "Certo Tweet, lo vedo. Riflessi felini!" E continua a ridere, poi mi guarda con sguardo malizioso e so cosa sta per accadere. Mi metto a correre e lui cerca di acchiapparmi. Mi rifugio sotto il tavolo della cucina e, essendo rotondo, mi riesco a spostare da una parte all'altra in fretta, cercando di energia lontana da dove si trova lui.
"Non mi prenderai mai. Arrenditi" urlo fiera.
"Questo lo dici tu piccola peste!" Fa uno scatto rapito e mi afferra da dietro, poi corre e dopo pochi secondi, mi ritrovo a rimbalzare sul divano con lui sopra di me a cavalcioni, che mi tiene ferma e inizia a farmi il solletico... "Ovunque andrai io ti ritroverò" sussurra mentre mi guarda contorcermi dalle risate.
"Austin... ti p-pregoo..." non riesco a respirare dalle risate.
"Dillo"
"M-mi arrendo!" Ahahha
"Brava piccola mia" mi da un bacio sulla guancia mentre e poi un buffetto sul naso.
"La prossima volta voglio la rivincita!" Chiarisco, prima buttarlo giù dal divano e alzarmi, lo vedo mentre mi guarda male e poi sogghigna. In fondo sappiamo entrambi che con lui non ho alcuna possibilità di vincere: mi ricordo che fin da piccoli era così ma che a volte lui mi concedeva la grazia di farmi arrivare prima alla meta o cose del genere solo per vedermi esultare e salvare felice in giro per la casa o per il cortile.
Per un po' di tempo ho creduto veramente di essere più veloce di lui, col tempo mi accorsi invece che, mentre correvo verso la meta, lui si fermava e rimaneva a fissarmi per qualche secondo, dopo di che riprendeva a correre, ma oramai io oramai ero già vicina al traguardo.
Ripensandoci, è una cosa così tenera, e così da Austin. E io lo adoro per essere così, con me. Adoro la voglia che ha di rendermi sempre felice.
Mi prende in braccio e mi porta in cucina, dove sua madre fa capolino improvvisamente.
"Ciao Monica!" Dico in un urletto. Adoro questa donna, è sempre stata super gentile con me e mi ha sempre trattata come una seconda figlia, inoltre fa il lavoro dei miei sogni: ha studiato psicologia e adesso lavora in ambito criminale, cercando di scoprire attentati e cose del genere. Quello che mi affascina di psicologia è lo studiare e quindi il venire a conoscenza del funzionamento del nostro cervello: come lavora, come ci permette di fare determinate cose che determinano il nostro modo di fare e quindi la nostra persona. Trovo che sia un organo incredibilmente intrigante del nostro corpo, ma complesso allo stesso tempo, e tutto questo... ho già detto che mi affascina da morire?
Magari in futuro, prenderò la decisione di studiare psicologia e finalmente capire come funziona. Chi lo sa.
"Oh ciao J, ti trovo benissimo! Come state? Com'è andata la scuola?"
"Tutto nella norma" rispondiamo in coro io e il mio migliore amico.
"Nulla di nuovo perciò?" Cerca di cavarci qualche informazione noi neghiamo col capo e lei sorride "siete sempre i soliti" alza gli occhi al cielo.
Improvvisamente viene in mente una cosa "A dire il vero... ci hanno comunicato che la gita di fine anno si terrà in Alaska! E partiremo fra un mese !" Urlo al settimo cielo abbracciando il collo di Austin e guardando sua madre raggiante.
Mi accorgo solo ora di essere ancora in braccio a suo figlio, ma oramai siamo tutti abituati al nostro modo di interagire. Un modo tutto nostro. Come se fossimo una grande famiglia.
"Sono molto felice per voi ragazzi! E mi raccomando J... dovrai tenerlo d'occhio!" Mi dice facendomi l'occhiolino "Negli ultimi tempi mi sta sfuggendo un po' di mano... eh Beh, credo sia normale con l'adolescenza, beh sai, è un maschio..."
La interrompo perché vedo che Austin si inizia ad innervosire "Ci puoi contare M!" Ribatto di rimando battendole il cinque.
Austin alza gli occhi  cielo esasperato, come per dire 'non sono più un bambino macciosetto casinista', ma sappiamo tutti che nel profondo, un po', lo è ancora. Io sorrido per la su faccia buffa.
"Beh, ora devo andare a lavoro ragazzi! Fati i bravi!" Ci urla facendoci l'occhiolino prima di lasciare la casa.
Non so perché, ma arrossisco all'istante.
"Come sempre!" Urla di rimando Austin, sorridendomi poi in modo ammiccante.
Perché mi deve fare questo? Con un solo cavolo di sorriso senso lo zoo nella mia pancia prendere vita è agitarsi.
Austin mi adagia per terra e mi avverte che avrebbe utilizzato il bagno.
Io annuisco e mi metto ai fornelli. Ho fame e conoscendo il mio amico so perfettamente che posso moltiplicare la mia fame per dieci e ottenere la sua.
Decido di cucinare una semplice pasta al sugo, con aggiunta di formaggio fuso sopra: so che la adora e io adoro guardarlo mangiarla, poiché, cavolo, ogni volta si sporca con i fili del formaggio fuso  che si intrecciano su tutta la faccia e fa delle facce buffissime. Sorrido al solo pensiero.
Di secondo, faccio due bistecche, mettendole a cuocere sulla brace e aggiungendo del sale sopra di esse per dare sapore. Poi faccio la tavola e aggiungo anche la salsa tartara, che entrambi adoriamo, infine ritorno ai fornelli.
Sento qualcuno che mi abbraccia da dietro e inspiro un profumo delizioso di menta fresca.
Il mio profumo preferito in assoluto.
Lui respira fra i miei capelli e mi do un cinque mentalmente poiché ieri sera mi sono fatta la doccia con il mio shampoo al lampone preferito. Saprò di buono.
"Quindi mi troverai ovunque io andrò" rifletto ad alta voce, riferendomi a quello che mi aveva detto prima.
"Sempre" dice convinto.
Mi giro verso di lui e sorrido.
"Promesso?"
"Te lo prometto Tweet. Hai la mia parola"
Mi troverà sempre. Ovunque io adorò, mi riporterà da lui.
Sento il cuore che mi galoppa nel petto, mentre mi giro verso di lui, trovandosi a un palmo di distanza dal suo viso

Il mio Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora