{ capitolo nono }

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Ante Rebić's point of view

"Ti annoieresti davvero senza di me.", dissi osservando ogni suo movimento della mano mentre disegnava un ritratto. Ogni movimento sembrava così leggero.

Sono impressionato da questa ragazza.

È intelligente, talentuosa, modesta e forse carina. Sottolineo forse. Ma è meglio che restiamo amici, non voglio ferirla.

"Troverei comunque qualche altro divertimento.", sorrise sempre rimanendo totalmente concentrata sul ritratto.

Sentii come mi vibrava il telefono nella tasca dei pantaloni. Cosa vogliono adesso?

Presi il telefono e sullo schermo c'era il nome di Ivan Perišić.

"Scusami un attimo, mi sta chiamando Perišić.", dissi alzandomi dall'erba.

Annuì e poi mi allontanai un po' da lei.

"Rebić al telefono."

"Alleluia, ti ci vogliono cento anni per rispondere. Prima rispondevi molto più velocemente, hai forse qualche nuova ragazza?", subito mi attaccò con quella domanda.

Mi fece sorridere perché immaginai la sua espressione curiosa. "Rilassati un po', non c'è nessuna nuova ragazza.", dissi guardando verso Tonka che giocava con Boni.

"Eh beh oggi potresti trovarla, perciò ti ho chiamato. Oggi apre una nuova discoteca a Spalato, Josipa chiede se vuoi venire con noi?", domandò.

"Sai, potrei proprio. Di a Josipa che accetto."

"Perfetto, ti mando l'indirizzo e ci troviamo lì intorno alle dieci. Ora vado, Leo e Manu stanno litigando di nuovo per un gioco.", disse sbuffando.

Ma loro sono dei bambini d'oro.

"Dai, ci vediamo.", lo salutai e poi attaccai.

Tornai da Tonka sedendomi sul prato.

"Stasera per caso vorresti uscire con me, Perišić e sua moglie per andare nella nuova discoteca?", chiesi coraggiosamente. È un po' stupido andare da solo.

"Purtroppo devo declinare la proposta, non sono il tipo di persona per queste uscite.", alzò le braccia mettendo le cose dentro la borsa.

Avevo la sensazione che avrebbe declinato l'offerta.

"Almeno hai mai assaggiato l'alcol?", chiesi ridendo.

"Certo e mi ubriaco nel giro di un secondo. Credimi che non vuoi vedermi ubriaca.", ci alzammo dall'erba e iniziammo a camminare in mezzo alla lavanda.

Questo tempo libero è trascorso piacevolmente bene.

"Sinceramente vorrei proprio vederti. Forse ammetteresti che non sopravvivi senza di me.", risposi e lei rise sarcasticamente.

"Egoista.", mormorò piano.

"Ti ho sentita!", esclamai, e poi ridemmo entrambi.

Presto arrivarono le dieci di sera. Mi preparai per la discoteca, poi con la macchina arrivai all'indirizzo che mi aveva mandato Ivan.

"Rebiću!", sentii come mi chiamava Ivan, mi girai e vidi lui e Josipa vicina all'entrata.

Andai da loro. "Ma come state vecchi amici?", li abbracciai entrambi prima di entrare dentro. Loro due sono alcuni dei migliori amici che ho.

"Eccoci, siamo qui. Avanti, entriamo prima che arrivi altra gente.", disse Josipa, e poi entrammo.

Subito si sentii quel tipico odore di fumo e alcol che da un lato amo e dall'altro no.

Splićanka #1 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora