{ capitolo trentunesimo }

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Al mattino mi svegliai per terra. Mi svegliò la stupida suoneria del telefono di Filip. Mi guardai un po' attorno e ne avevo da vedere. Anche Mijat era disteso per terra abbraciando un vaso, Luka era steso sul tavolo e Filip era l'unico che dormiva in un posto normale, sul mio divano.

"Cretino qualcuno ti chiama.", dissi e lo colpii in testa con un cuscino e lui mormorò solo qualcosa. E se non si sveglierà normalmente, allora si sveglierà anormalmente.

Riuscii a malapena ad alzarmi da terra e andai verso la cucina. Mi facevano male ogni osso e organo del mio corpo. Fanculo il loro alcol e le loro altre stupidaggini.

Versai dell'acqua fredda nel bicchiere e tornai da Filip. Senza pensarci due volte gli versai l'acqua in testa. Missione compiuta con successo.

"Che stupido che sei.", disse asciugandosi il viso. "Dov'è il mio maledetto telefono?", domandò e si alzò dal divano.

"Come faccio a saperlo?", domandai retoricamente e mi sedetti al suo posto. Grazie a Dio oggi non ho allenamento altrimenti sarei morto.

"Idiota!", esclamò Luka dopo che Filip lo spinse giù dal tavolo nella speranza che il telefono fosse lì. Qualcuno è veramente invadente visto che lo sta chiamando già per la quinta volta questa mattina.

"Che cazzo di casino fate al mattino presto?", ora apparve anche Mijat che sembrava fosse stato investito.

"CHI MI HA BUTTATO IL TELEFONO NELLA LAVATRCE?", Filip urlò furioso dal bagno. Alzai le spalle, Dio sa cos'è successo ieri notte.

"Mijat, non è mattino presto, è quasi pomeriggio.", disse Luka che ora era stesso sotto il tavolo. Non dovrebbe essersi rotto.

"Non andate da nessuna parte finché non sistemate questo casino.", dissi indicando con il dito i piatti rotti sul pavimento. Non mi ricordo assolutamente niente, l'unica cosa di cui sono cosciente è che ora non ho nulla da mangiare.

"Ma.." "Falso allarme, era il telefono di Ante.", Filip tornò in salotto con i nostri cellulari in mano.

"Vi ucciderò.", dissi e velocemente mi alzai dal divano. Presi il mio telefono dalle mani di Filip e per tutta fortuna aveva solo due/tre graffi. Lo accesi e sullo schermo apparì subito la frase che mi fece fermare il cuore.

'Una chiamata persa da Tonka.'

Subito mi ricordai del siparietto di ieri sera quando dissi a Filip di rifiutare la chiamata perché non avevo tempo.

Sant'Antonio da Padova lancia un mattone e per favore sii preciso.


Tonka Strinić's point of view

Oggi non rimasi a lungo in Riva. Decisi che sarei andata a quella cena, senza Ante. E per la cena mi serve un vestito elegante. Non appena entra nel centro commerciale, il mio telefono iniziò a suonare. Lo tirai fuori e guarda un po', Ante mi stava chiamando. Mi fermai un attimo per pensare se rispondergli o no.

"Dolcez- ehm Tonka, cos'è successo?", mi chiese Ante appena risposi. Risi piano al suo primo 'errore'.

"Non è successo niente Ante. Volvevo solo congratularmi per la buona partita giocata.", risposi. Era una bugia, ieri volevo solamente sentire la sua voce. "Ma tu forse eri impegnato considerato che hai riattaccato." "Hai guardato la partita? Io, vedi, ieri i ragazzi sono stati da me.. abbiamo bevuto e non volevo che tu ascoltassi le mie stupidaggini..", parlò in modo perplesso il che mi fece ridere ancora di più. Sembra sia brillo, motivo per cui gli credo nonostante non mi abbia detto di quella stupidaggine con Lana.

"Tonkica, ha parlato per tutta la notte di te, ti ha ritrovato in tutti i testi delle canzoni, non la smetteva!", in lontananza si sentì la voce di Filip, se mi ricordo bene.

"Taci cretino.", esclamò Ante ed io mi trattenni a malapena dal non scoppiare a ridere.

"Si, ho guardato la partita. E non insultare Filip, lui almeno non omette i dettagli importanti.", dissi e notai un vestito rosso e lo presi immediatamente.

"Ah ah ah. Questa dovrebbe essere una qualche provocazione?", domandò già un po' innervosito.

"Forse si e forse no.", dissi stringendo le labbra e mettendomi il vestito davanti. Non è male. "Puoi aspettare un paio di minuti che provo un vestito?" "Che vestito? Di cosa stai parlando? Ma non sei in Riva?", mi fece immediatamente queste tre domande.

"Se ieri avessi risposto, forse avresti avuto una risposta a tutte queste domande.", risposi e lui sospirò insoddisfatto.

"E davvero adesso mi lascerai così che muoia nell'ignoto?" "Quando sei stupido Ante.", rispose una voce a me sconosciuta. O è Mijat o è Luka.

"Grande Mijat o Luka, non sono sicura.", dissi e poi chiusi la chiamata. Misi il telefono di nuovo nella borsa e poi andai verso i camerini per provare il vestito.

Mi tolsi i miei vestiti e velocemente indossai il vestito rosso. Mi piaceva come mi stava, ma adesso abbiamo solo bisogno della conferma del signorino dall'altra parte del mondo.

Mi feci una foto allo specchio e gliela inviai. Di solito non faccio queste cose, ma amo innervosirlo un po'. Un secondo dopo già mi suonò il telefono.

"Gesù Tonka dove vai così?", chiese senza voce dopo che salì per le scale da quanto sentii.

"E così brutto?", domandai tristemente guardandomi da ogni angolo allo specchio.

"Oh Dio, non è nemmeno un po' male.. sembri.. scusa non riesco a trovare una parola adatta. Ma così sicuramente non andrai in mezzo alla gente, così puoi stare solo quando sei con me.", disse e nel giro di un secondo le mie guance diventarono più rosse di questo vestito.

Ha uno strano effetto su di me.

"Eh mi dispiace, comprerò proprio questo vestito e lo indosserò.", dissi dopo una piccola pausa e iniziai a svestirmi mentre parlavo ancora con Ante.

"Aspetta, non mi hai ancora detto dove vai e domanda ancora migliore, con chi vai?", domandò sottolineando ogni domanda.

"Dovrai impegnarti un po' per sapere la risposta a quelle domande, e fino a quel momento, goditi Francoforte e l'ignoto.", dissi e risi brevemente al che lui sbuffò di nuovo.

"Mi farai impazzire dolcezza.. ma per questo ti amo. Penserò ad un modo per farmi dire tutto, tu fino a quel momento fai attenzione, okay?" "Sto attenta Ante. Ora vado, mi sbatteranno fuori dal negozio perché probabilmente pensano che stia parlando da sola.", risposi e lui disse un 'okay', poi chiusi la telefonata.

Le mie guance erano ancora rosse e il sorriso sulle labbra non mi spariva.

Ante Rebić come faccio con te visto che non riesco a stare arrabbiata a lungo?

Splićanka #1 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora