{ capitolo undicesimo }

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"È lui la ragione per cui non vuoi trasferirti a Milano?", mi chiese papà non appena tornai in terrazza. Io davvero non ce la faccio più.

"Non lo è, papà.", risposi raccogliendo i piatti dal tavolo. "Non devi cercare nuove, stupide ragioni quando ti ho già detto tutto.", davvero ne ho abbastanza di lui.

Mi innervosisce che faccia finta di essere 'il miglior papà e marito del mondo', e non è riuscito a stare accanto a noi quando ne avevamo più bisogno. Portai i piatti in cucina ed li lavai. Posso dire che questo è stato uno dei pranzi più tesi di sempre. Mi dispiace che Ante abbia dovuto sorbirsi tutto ciò.

Immagino che dopo quello che è successo smetterà di frequentarmi.

Prima di tornare in terrazza, presi dal frigo la cioccolata che mi aveva regalato Ante. Mi fa ancora ridere il fatto che sia veramente andato al supermercato a comprarmi la cioccolata.

"Ante mi sembra un bravo ragazzo.", sentii la voce di mamma e mi fermai appena prima della porta. "Ho la sensazione che potrebbe aiutare Tonka, sai che è cambiata completamente dopo...", mi appoggiai al muro e continuai ad ascoltare il discorso.

"Emilija, è un calciatore. I calciatori non sanno amare, ogni sera hanno una ragazza diversa.", disse sicuro papà. Questo è quello che dicono tutti e molto probabilmente non è vero.

"Ma...", continuò mamma. "Niente ma. Può presentarsi qui a noi tutto carino e splendido, ma non sappiamo com'è veramente. Ho letto di tutto su di lui, avrebbe una cattiva influenza su Tonka. La farebbe soffrire più di quanto non abbia sofferto per la morte di Petar.", mi si formò un nodo in gola e rinunciai ad andare a parlare con loro.

Andai su per le scale per andare in camera mia. Posai la cioccolata sulla scrivania e mi sedetti sul letto. È vero quello che ha detto papà? Davvero Ante è così, che cambia continuamente ragazza? Perché mi interessa se in fondo è solo un amico per me. Un amico che molto probabilmente mi dimenticherà appena tornerà ai suoi impegni calcistici.

Comunque lui ha Lana, non è vero?

Sentii come le lacrime si accumulavano negli occhi.

Concentrati Tonka, non piangerai per una persona per la quale probabilmente non sei importante nemmeno per l'1%. Passai la mano sul viso cercando di calmarmi.

La mattina seguente mi alzai abbastanza presto e subito andai verso la Riva. Questa volta non passai davanti all'appartamento di Blažević. In tempo record giunsi alla Riva. Come al solito c'erano già il vecchio Vinko e gli altri pescatori. Li salutai tutti e mi misi al lavoro.

"Buongiorno, Tonka Strinić?", sentii una voce maschile non familiare dietro di me. Girai la testa e vidi due uomini con l'uniforme da poliziotto.

"Si, sono io.", mi alzai e li guardai sorpresa. Non ho mai avuto problemi con la polizia perciò mi sorprese molto che fossero qui.

"Può dirci cosa vende esattamente?", mi chiese il poliziotto che era abbastanza alto, r l'altro più basso tirò fuori un block notes.

"Vendo gioielli fatti con le conchiglie.", dissi cercando di stare il più calma possibile.

"C'è qualche problema a riguardo?"

"Vede, abbiamo ricevuto un rapporto da una persona, che vuole restare anonima, la quale ci ha detto che lei vende tutto ciò illegalmente.", disse il poliziotto guardando un po' me e un po' le conchiglie.

Sapevo benissimo chi era quella persona. La persona che 'vuole solo il meglio per me'.

"Cosa intendete? Ho tutte le licenze necessarie.", subito frugai nella borsa dentro la quale per fortuna tenevo sempre le licenze per poter vendere i gioielli. Diedi le carte ad uno dei poliziotti e lui solo le guardò con la coda dell'occhio.

Splićanka #1 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora