{ capitolo quattordicesimo }

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Tonka Strinić's point of view

Il mattino seguente mi svegliai con degli 'umidi baci' sul mio viso. Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu la creatura più dolce del mondo.. e Ante.

"Ma quanto sei carino?", mi alzai e presi in braccio il piccolo bulldog francese. È troppo carino.

"La bella addormentata si è finalmente svegliata.", disse Ante ridendo. Fuori sembrava fosse già pomeriggio.

"Che ore sono?", chiesi cercando con lo sguardo un orologio sulle pareti.

"Le nove e mezza.", rispose guardando il telefono.

"Non mi ricordo l'ultima volta in cui ho dormito così a lungo. Perché non mi hai svegliato prima?", domandai lasciando andare il cane.

Mi alzai dal letto e dalla valigia tirai fuori una maglia ed un paio di pantaloni.

"Ieri eri molto stanca quindi mi dispiaceva svegliarti, ma non ti preoccupare, tutti in questa casa ci svegliamo abbastanza tardi.", sorrise e ora prese lui il cane in braccio.

Annuii con la testa e poi andai in bagno per cambiarmi.

Mi lavai il viso, mi cambiai e raccolsi i capelli in una coda. Quando finii, uscii dal bagno e velocemente lasciai il pigiama in camera, dove Ante non c'era più.

Scesi giù per la scale ed andai fuori in terrazzo dove tutti erano già seduti.

"Buongiorno!", li salutai e sorrisi ad ognuno. Sono veramente una bella famiglia.

"Buongiorno Tonkica, sei arrivata giusto per il caffè.", disse la signora Nediljka indicando dove sedermi, in mezzo a Marija e Ante.

Ringraziai e mi sedetti a tavola in mezzo a loro due.

"Ha russato stanotte?", mi chiese Marija alzando le sopracciglia. Il signor Boško rise senza togliere lo sguardo dal giornale.

"Ovvio che non ho russato.", rispose velocemente Ante e tutti ridemmo. Bevvi un sorso di caffè caldo.

"Questo lo pensi tu.", scherzai e lui mi fece la linguaccia. Gli sorrisi, a volte sa comportarsi proprio come un bambino di tre anni.

"Ante mi faresti un favore?", domandò la signora Nediljka che era in piedi sull'entrata di casa.

"Di cosa ha bisogno sultana?", domandò Ante.

"Vai in panificio a prendere del pane, non ce n'è abbastanza per il pranzo.", disse e poi entrò in casa.

"Vieni con me?", mi chiese prendendo il portafoglio che poi mise in tasca.

"Certo.", risposi. Entrambi ci alzammo, salutammo tutti ed uscimmo.

"Benvenuta al tour di Vinjani.", disse Ante allargando le braccia mostrando così i dintorni.

Risi e lui si mise gli occhiali da sole.

Sentii come la sua mano cercava di prendere la mia. Lo guardai e gli sorrisi, lui fece finta di niente. Afferrai la sua calda mano e gli scappò un sorrisino. Stupido. Questa è l'ultima volta che glielo lascio fare.

"Sbaglio o quello è veramente Ante Rebić?", si sentì una voce maschile alla quale Ante si girò in un secondo ed io con lui.

Davanti a noi c'era un ragazzo alto, con un bel fisico e capelli marroni. Come Ante, anche lui indossava gli occhiali da sole.

"In carne ed ossa!", disse Ante e subito dopo si abbracciarono.

"Come va, rifugiato? Un po' ti manca Vinjani?", domandò il ragazzo del quale ancora non sapevo il nome.

Splićanka #1 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora