{ capitolo trentaduesimo }

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Quattro giorno dopo

Ancora due giorni alla cena e Ante non è ancora riuscito a sapere nemmeno un dettaglio al riguardo. Gli avevo detto che avrebbe dovuto impegnarsi, ma sembra che non era importante per lui considerando quanto poco mi abbia chiamata dopo la nostra conversazione al centro commerciale.

Nel frattempo mi misi d'accordo con Mate, quando e dove mi verrà a prendere. Ovviamente, gli chiarii che sarei andata con lui solo come amica, e non qualcosa di più.

"Tonkice puoi per favore aprire alla porta?", sentii la voce di mamma dalla cucina che interruppe i miei pensieri.

Solo allora sentii che qualcuno suonava già per la quarta volta alla nostra porta.

"Vado.", dissi e mi alzai dal divano.

Aprii la porta e davanti c'era il corriere con un grande mazzo di rose bianche e qui e lì qualche ramo di lavanda.

"Tonka Strinić ?", domandò il corriere. Annuii sconvolta senza togliere lo sguardo da quel bellissimo mazzo. "Questo è da parte del signor egoista, come si è presentato. Può solo firmare qui sotto affinché sappia che avete ricevuto il mazzo?" "Si, certo.", risposi ancora sorpresa e lasciai la mia firma sul foglio.

Questo l'ha mandato Ante.

Dopo aver firmato il corriere mi diede il mazzo e poi se ne andò.

Tornai in casa e andai verso camera mia.

"Tonka, chi era?", mi chiese mamma che era ancora in cucina.

"Ma un signore si era sbagliato. Pensava che qui abitassero gli Horvat.", dissi la prima bugia che mi venne in mente e poi velocemente sgattaiolai in camera.

Il cuore mi batteva a mille. Appoggiai il mazzo sulla scrivania e vidi che c'era anche un biglietto. All'inizio pensavo fosse solo lo scontrino che avevano dimenticato di togliere, ma poi lo aprii.

"Per la mia unica amata, Tonka

dal suo stupido Ante.

P.S. Chiama non appena ricevi il mazzo.

Ti amo, okay?"

"Vedo che hai affascinato abbastanza il signore dato che ti ha lasciato un mazzo di rose.", disse mamma e nel giro di un secondo mi riportò alla realtà. Velocemente nascosi il piccolo biglietto per non farle sapere da parte di chi fosse il mazzo.

"Ma si, si.", mormorai qualcosa e lei prese il mazzo di rose e lo annusò.

"Tonka, hai forse qualcosa da dirmi che potrebbe interessarmi?", chiese guardandomi con 'quello' sguardo.

Deglutii e presi il mazzo dalle sue mani.

"A cosa ti riferisci esattamente?", feci anch'io una domanda facendo finta di non capire. So a cosa si riferisce e non mi piace.

"Tu e Ante Rebić.", rispose e il mio cuore si fermò per un attimo. Pensavo che mi chiedesse qualcosa riferito a Mate e  invece adesso mi aveva completamente sorpresa con questo.

"Uhm, non c'è niente fra di noi, a parte ovviamente l'amicizia.", risposi velocemente e lei rise ad alta voce. Non sta andando nella direzione giusta.

"Davvero credi che io non veda come arrossisci non appena viene menzionato il suo nome? Ecco, anche ora hai le guance arrossate.", disse e mi pizzicò la guancia sinistra.

"È così da sempre, naturale.", dissi e passai un paio di volte il palmo della mano sulle guance sebbene fossi cosciente che il rossore non sarebbe sparito così velocemente.

Splićanka #1 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora