{ capitolo trentatreesimo }

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48 ore dopo

Nel frattempo mi teletrasportai a Spalato con il prmo volo che c'era.

Passai tutto il giorno in appartamento aspettando le otto di sera, ora in cui mi sarei diretto a quella cena. Non mi ci volle molto per sapere il nome dell'hotel nel quale si terrà la cena, quindi tutto stava andando secondo il piano.

A malapena mi trattenni dal non uscire fuori di casa quando Tonka portò fuori Boni. Ancora non sa che sono che son venuto qui, il che è un bene. Amo essere 'l'ospite indesiderato'.

Incaricai Mijat, Luka e Filip di mentire ad Adi dicendo che avevo un problema serio alla schiena.

Probabilemente è una cosa brutta mettere davanti la propria ragazza alla carriera in ascesa, ma è più forte di me. Al momento i miei sentimenti verso Tonka sono più forti di qualsiasi cosa al mondo.

Verso le sette e mezza mi cambiai, dai pantaloni della tuta ed una maglietta bianca a dei pantaloni neri e una camicia bianca. Ora devo solo aspettare che Tonka esca con quel cretino di Mate, poi inizierò la missione 'riprendi ciò che è tuo'.


Tonka Strinić's point of view

Già da due ore ero seduta davanti allo specchio con quel vestito addosso facendo dei boccoli ai capelli. Sinceramente, non sono per niente dell'umore visto che Ante è a Francoforte. A questa cena ci vado solo per pura gentilezza.

"Tonka, è arrivato Mate!", esclamò mamma dal salotto, mi alzai velocemente e sempre in velocità misi tutte le cose nella pochette e indossai i tacchi.

Scesi dalle scale dove c'erano tutti. Mate seguiva con lo sguardo ogni mio passo, al che lentamente iniziai a pentirmi di aver accettato ad andare con lui come accompagnatore. Soprattutto dopo quelle situazioni spiacevoli.

"Wow Tonka.", disse Mate cercando di prendermi per mano, ma io la tolsi rapidamente.

"Tonkica sei irriconoscibile.", disse mamma posando il palmo della sua mano sulla mia guancia.

Si, questa è una delle rare occasioni in cui mi preparo così.

"Grazie mamma.", risposi sebbene non sapessi se intendere il suo commento come positivo o negativo.

"Ricordate, niente stupidaggini.", disse papà indicando con un dito Mate che solo rise. Non lo toccherei nemmeno nei sogni.

"Stia tranquillo signore, la terrò d'occhio.", rispose Mate e posò un braccio sulle mie spalle, cosa che immediatamente mi ricordò d tornare nella mia stanza e non andare da nessuna parte.

"È gentile da parte tua Mate.", disse mamma con una grande dose di orgoglio nella sua voce. "Avanti, andate e divertitevi!" "Certo, grazie.", rispose lui prima che io potessi dire qualcosa, poi uscimmo di casa ed entrammo nella sua macchina. Appena aprii la porta del passeggero, iniziai ad avere una sensazione di disagio. Un paio di giorni prima pensai che sarebbe andato tutto bene, che non avrei avuto paura di andare da qualche parte con lui, ma adesso i miei pensieri cambiarono velocemente.

Guidò davvero lentamente, il che mi fece andare in panico ancora di più. Andrà tutto bene.

"Sei stupenda Tonka.", disse togliendo lo sguardo per un attimo dalla strada per guardarmi. Mi morsi l'interno della guancia e mi abbracciai. Non mi piace affatto questa situazione.

"Grazie.", dissi piano mentre nella mia mente pregai di arrivare il prima possibile all'hotel per finalmente allontanarmi da lui.

"Perché sei così calma? Hai paura di qualcosa?", mi chiese come se avesse letto i miei pensieri.

Splićanka #1 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora