{ capitolo sedicesimo }

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Ante Rebić's point of view

I raggi del mattino che battevano sulla mia testa disturbavano il mio meraviglioso sonno. Mi accigliai e aprii gli occhi. Quella 'rabbia' svanì non appena guardai Tonka. Maledetta, 'nessun contatto' mi aveva detto, quando, beh, lei aveva avvolto le sue braccia attorno alla mia vita e messo la testa sul mio petto. Evidentemente la tempesta di stanotte l'ha veramente spaventata.

Lentamente passai le mie dita tra i suoi lunghi capelli sperando di non svegliarla. Sembrava così pacifica e serena come un angelo. Chi avrebbe mai detto un mese fa che mi sarebbe piaciuta una ragazza di Spalato? E fanculo tutto se io non le piaccio, per ora. L'importante è essere pazienti nella vita. Chiusi gli occhi per un momento continuando ad accarezzarle i capelli. Era come se stessi accarezzando la seta. Se potessi, starei così per sempre.

Ma ovviamente qualcosa doveva interrompere questo momento. Questa volta fu la suoneria del telefono di Tonka. Subito sobbalzò e mi guardò confusa con i suoi occhi azzurri. Le sue guance diventarono rosse.. Cristo com'è bella. Senza dire nulla si girò e prese il telefono dal comodino.

"Giorno.", disse piano al telefono mentre era ancora girata. "Si, mi sono svegliata adesso.. tutto bene.. no, non sono stata sveglia tutta la notte..", disse mentre raccoglieva i capelli in una coda. "Dovremmo tornare domani.. Ti chiamo io, controllami Boni.. okay, ti saluto Ante... aha, va bene, ciao.", attaccò e poi si rigirò verso di me, ma questa volta purtroppo appoggiò la testa sul cuscino.

"Chi mi saluta?", domandai e lei sbadigliò.

"Mamma, controllava se fossi ancora viva dopo la tempesta di stanotte.", mormorò chiudendo gli occhi.

"Eh, se non fosse stato per me, sicuramente non saresti sopravvissuta. Dico, mi hai abbracciato veramente forte durante la notte.", scherzai e lei mi diede un leggero schiaffo suo braccio.

"L'ho fatto senza rendermene conto, ero stanca.", si si, ogni scusa è una buona scusa come dice lei.

"Mi hai abbracciato senza rendertene conto? Interessante, amica.", dissi annuendo. Sospirò alzando gli occhi al cielo. Adoro innervosirla.

"Se dici ancora qualcosa riguardo l'abbraccio, non ti parlerò fino alla fine della giornata.", disse alzandosi dal letto. Prese i vestiti e andò verso la porta.

"D'accordo amica!", esclamai prima che uscisse dalla camera. Rise sarcasticamente chiudendo la porta. Vedo già che questa giornata sarà interessante.

Dopo essermi vestito, scesi giù per le scale ed uscii in terrazzo dove erano già tutti seduti. C'era anche il dolce Snoopy vicino al tavolo. Tutto era già pronto per la colazione, grazie a Dio, sarei morto di fame se avessi dovuto aspettare ancora.

"Buongiorno cara famiglia!", li salutai tutti sedendomi tra Tonka e Mara.

"Buongiorno figliolo, oggi sei di buon umore?", domandò mamma versandomi il caffè nella tazza.

"Come non esserlo dopo essere svegliato tra..", notai come Tonka mi lanciò 'quello' sguardo. "Nel mio letto.", terminai la frase bevendo un sorso di caffè. Scommetto che Tonka era già pronta a pugnalarmi con una forchetta da sotto il tavolo.

"Sei contento di esserti svegliato nel tuo letto?", chiese Kata alzando le sopracciglia. Sorellina cara, ti direi chi in realtà è il motivo della mia felicità, ma quella persona potrebbe uccidermi su due piedi se te lo dicessi.

"Ovvio Kata, solo Dio sa in che letto dorme a Francoforte.", ora anche papà si aggiunse al discorso.

"Direi che dorme in un letto migliore di quello che è qui.", mormorò Mara, ma mamma la sentì e le lanciò un'occhiata da 'stai attenta a quello che dici'. Siamo una famiglia interessante.

Splićanka #1 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora