Ante Rebić's point of view
Arrivai in aeroporto a Francoforte un po' prima delle tre del mattino. Presi la valigia e mi diressi verso l'uscita. La sala d'aspetto era mezza vuota. Odio gli aeroporti e la ragione è che questi possono essere allo stesso tempo il posto più bello e quello più brutto. Riuniscono e separano famiglie, coppie, amici.
Uscii dall'aeroporto e subito chiamai un taxi. Mi sedetti nei sedili posteriori e diedi l'indirizzo al taxista. Appoggiai la testa al finestrino guardando come le goccioline di pioggia scendevano lentamente.
Al momento una settimana senza Tonka sembra impossibile. Mi sono legato troppo a lei, non posso più stare senza di lei.
Sono consapevole del fatto che non ci conosciamo da molto tempo, ma quando sono in sua compagnia mi sento come se ci conoscessimo da cento anni.
Non avevo pianificato di innamorarmi di lei, davvero. Ma ecco, il cuore non decide, come dicono tutti.
Andiamo Ante, sono solo sette giorni. Sopravviverai.
Il taxi si fermò di fronte a casa mia a Francoforte. Ringraziai il taxista, pagai e poi uscii prendendo la mia valigie.
Dalla tasca dei pantaloni tirai fuori le chiavi per aprire la porta. Entrai in casa e subito andai in camera mia.
Misi la valigia sopra il letto e presi una dei vestiti puliti. Prima di dormire mi feci una doccia veloce e poi mi stesi a letto e impostai la sveglia.
Ovviamente, Ante non sarebbe Ante se non fosse in ritardo. Non ho sentito la sveglia, o meglio, non volevo sentirla.
Va bene, sono in ritardo solo di cinque minuti per ora.
Mi cambiai velocemente e misi le cose per l'allenamento dentro la borsa.
Volevo bermi un caffè, ma non avevo tempo.
Per strada violai almeno cinque volte le regole e alla fine arrivai all'allenamento in ritardo di mezz'ora.
"Qualcuno ha deciso di presentarsi all'allenamento.", mi 'salutò' l'allenatore Adi guardando la lista dei giocatori che oggi avrebbero dovuto essere qui.
"Buongiorno anche a lei.", dissi senza fiato e mi diressi verso la mia 'Balkan gang' che era iperattiva già di prima mattina.
"Amoooore!", esclamò Filip saltandomi addosso.
"Sei ingrassato.", dissi togliendomelo di dosso.
"Cosa state facendo voi due?", chiesi guardando Mijat e Luka che stavano facendo delle strane posizioni.
"Stanno facendo la yoga challenge. Non disturbarli altrimenti ti uccideranno.", disse Filip mettendo un braccio intorno alle mie spalle. Bambini.
Proprio nel momento in cui Adi ci chiamo con il suo famoso fischietto, Mijat cadde sulla schiena di Luka e tutti iniziammo a ridere.
Sarà un allenamento interessante.
Tonka Strinić's point of view
'Gli mando un messaggio?" era la domanda che mi tormentò per tutta la mattina. Ma non gli manderò niente, forse ha delle cose da fare.
Respirai profondamente e mi sedetti dritta. Sarebbe il momento di togliermi queste bende dal piede. Mi ci vollero due buoni minuti per togliere tutto.
Quando finii, andai subito a farmi una doccia per svegliarmi bene. Dopo essermi lavata anche i capelli, mi misi l'accappatoio e lasciai che i capelli si asciugassero all'aria.
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Splićanka #1 ~ Ante Rebić (ITA)
Fanfic«Disse solo "non siamo fatti l'uno per l'altra". E sapeva che si stava sbagliando. Sapeva che era una bugia. Entrambi lo sapevano. Non voleva che entrambi soffrissero. E forse proprio per questo hanno sofferto.» ~ traduzione della storia di @pjacazi...