1 (pt.1) La fuga: Astrid

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Pov's Astrid

Bianco.

Ecco il primo particolare che riesce a catturare la mia attenzione appena svegliata nella mia così detta camera all'interno, purtroppo, della base principale della CATTIVO.  Nessuno si è mai reso conto che il significato di questo nome fosse proprio "malvagio"... e ci sarà un motivo se la chiamano così. Tutti pensano che si tratti di un acronimo , e hanno ragione solo per metà, perché è stato studiato tutto nei minimi dettagli. Ogni spostamento, ogni incontro, ogni postazione ...
Finito di pensare a quanto potesse essere crudele questa "associazione", mi fisso a studiare, per la milionesima volta, l'interno della stanza. Le pareti bianche, i pavimenti composti da piastrelle bianche, i mobili bianchi, le lenzuola bianche ed addirittura i vestiti bianchi ... mettono un senso di oppressione inimmaginabile. Decido di alzarmi forse un po' troppo velocemente, visto il giramento di testa che mi è venuto subito dopo, causandomi la ricaduta sul comodo letto. Aspetto qualche secondo prima di riprovarci e dopo vari tentativi riesco nell'intento.                     
Devo aver preso una bella botta ieri!-penso.                                             
 In effetti ieri verso le otto di sera ho tentato di fuggire da quello che può apparire una sorta di paradiso terrestre, ma che poi si è rivelata come un inferno terrestre; creatosi a causa delle stesse identiche e maledette persone. Prima ti invitano dentro e ti accolgono nei migliori dei modi, ti fanno credere che stiano lavorando per il "bene superiore" e ti fanno entrare nella loro comitiva ... poi ti pugnalano alle spalle e ti costringono a svolgere le peggiori mansioni che un uomo possa mai immaginare. Mi aggiro nella mia stanza per i prossimi 10 minuti, pensando a un piano per sbarazzarmi della guardia che dovrebbe controllarmi. I successivi 3 minuti li passo a costruire un minuscolo marchingegno che servirebbe a fare tipo "cavallo di troia"; il piano è quello di attirare la guardia verso il marchingegno, poi questa emanerà uno strano fumo che lo farà addormentare in meno di 5 secondi netti. Se non funzionasse dovrei ricorrere alla forza bruta, ma ahimé non sono il tipo che riesce a tirare un bel pugno in faccia per stenderlo al tappeto...in quel caso ci vorrebbe proprio Ester. Cavolo quanto vorrei che fossero qui con me... Posiziono l'arma e apro leggermente la porta, quanto basta per farla passare. La richiudo di scatto facendo spaventare la guardia, che prontamente prende il fucile in mano. Inizio ad armeggiare con i comandi e faccio partire alla velocità della luce la mia macchina. Il tipo, come previsto dai miei calcoli, inizia a rincorrere l'oggetto non identificato e così facendo mi facilita  l'evasione. Lo conduco in un vicolo cieco e mi fermo. La guardia stranita si avvicina piano piano, prendendo in mano ed esaminando il cavallino. Nel momento più opportuno, rilascio il gas soporifero e guardo divertita la scena. Il tizio sviene quasi subito, mentre io nel frattempo prendo la mia tesserina, per accedere alle altre stanze, ed esco tranquillamente dalla stanza.     
Mi aggiro tranquillamente cercando di non destare sospetti e saluto cordialmente le guardie e gli altri scienziati che incontro per gli infiniti corridoi. Oltrepasso varie stanze fino ad arrivare a un bivio, continuo a camminare cercando di non dare a vedere la mia effettiva ansia e cammino nei corridoi come se li conoscessi da 30 anni, ma... 

 All' improvviso scatta l'allarme.                                                                                                                  Inizio a correre velocemente, una mia qualità a cui adesso sono molto grata, fino a raggiungere un corridoi.  Io e le mie due amiche abbiamo deciso di finirla qui, di ribellarci e non sottostare mai più al volere della CATTIVO o per "il bene superiore",  per questo abbiamo deciso di prendere la specie d' ascensore che porta alla radura. Corro ancora più velocemente finché mi accorgo di aver sbagliato strada, ritrovandomi in un vicolo cieco. Cavolo devo rimanere lucida sennò mi troveranno e non voglio nemmeno immaginarmi che cosa mi faranno dopo... forse mi sottoporranno alla scossa elettrica o, per mia fortuna, mi ammazzeranno senza farmi soffrire inutilmente.  Vengo presa dal panico quando sento lo scoppio di una bomba. Rielaboro il percorso, cercando varie scorciatoie, e corro dall'altra parte. Stanza 10, stanza 8, stanza 7; continuo così facendo anche il conto alla rovescia di quanti corridoi mi separano dalla porta della mia salvezza. Attualmente ne mancano ancora 6 ma...la fortuna non è mai stata dalla mia parte. Arrivata a un bivio mi scontro con una delle guardie più crudeli e stupide che possa esistere sulla faccia della terra: Angus. Da quanto è stupido riesco a ingannarlo solamente con un saluto cordiale e indicandogli un punto totalmente a caso dove dovrebbero essere scappate le fuggitive. Ovviamente,  ci casca in pieno! Povera umanità!  Prendo questo minuscolo attimo di vantaggio e ricomincio a correre come se stessi scappando dalla mia più grande paura.             
Tre corridoi e sono arrivata ... due ... uno e ... BOOM!                                                                    Mi rialzo con un dolore alla testa allucinante e osservo con circospezione la persona con la quale mi sono scontrata. Incontro degl'occhi di un colore verde impressionante. Aguzzo di più la vista e noto alcuni tatuaggi sulla sua spalla. Collego il tutto e capisco di esser andata a scontrarmi con un'altra fuggitiva: Ester, una guardia con cui ho premeditato l'evasione. Non la conosco benissimissimo ma mi fido ciecamente di lei e poi... ci siamo messe nei guai insieme e ne usciremo insieme. Non abbiamo detto di ritrovarci in qualche strano posto o di andare insieme, abbiamo solo deciso di andare nello stesso posto. Aspettiamo ancora qualche secondo per analizzarci e poi ci alziamo e ci diamo la mano.                                                                            "Menomale che sei te! Pensavo di aver incrociato un'altra guardia!" – dico estremamente sollevata di averla incontrata, spolverandomi i pantaloni e il camice completamente nero.           
"Anche io mi sono presa un colpo! Hai incrociato per caso anche Felicity?" – mi dice tirando un sospiro di sollievo e aggrottando la fronte. Sapevo che me l'avrebbe chiesto...                                            "No, purtroppo no. Credo che dovremmo attenerci al piano e andare avanti." – dico con aria fredda e distaccata, cercando di non far trasparire le mie vere emozioni. Cioè: ansia e paura per la mia amica.        "Ma non possiamo lasciarla qui!" – dice adirata verso di me. Sembra la classica discussione tra marito e moglie, dove ognuno ha da ridire sui metodi dell'altro e dalla quale non riusciremo a trovare una soluzione.
"Così faremo solo la fine di ieri! Dobbiamo pensare ad andarcene il prima possibile! Se sbagliamo di nuovo non avremo altre possibilità...forse è anche l'ultima possibilità di restare vive e di condurre una vita quanto meno adatta"-dico cercando di non urlare e di mantenere calma, cosa assai difficile in certi momenti.                      "Come puoi parlare in questo modo! Non pensi che così perderemo un'amica, una componente del nostro gruppo! Davvero non ti sentiresti in colpa per aver lasciato indietro una persona e averla sicuramente condannata a morte!" - dice perdendo del tutto la calma. 
"Parlo per il bene di entrambe! Ho letto il tuo curriculum dove parla anche della tua innata dote di infilarti sempre nei guai e di agire senza pensare. Per una volta dammi retta e lascia perdere il tuo cattivo buon senso!"- dico perdendo anche io del tutto la calma, cercando di mantenere comunque un certo contegno e di non lasciarmi sopraffare dalle emozioni.
La vedo pensierosa e arrabbiata ma non voglio finire come i primi tempi...

Le Raduraie: Un nuovo InizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora