8 Ava Paige: Felicity

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Aris mi era appena passato davanti, senza neanche rivolgermi la parola si era diretto alla stanza di quella ragazzina riccioluta.
Che sapesse già la situazione? Non credo che glielo chiederò, piuttosto penso sia meglio concentrarsi sul reale problema in questione : la ragazzina.
Mi giro leggermente scioccata e lo seguo senza dire una parola ; non sono arrabbiata con lui ne delusa, più che altro sembrerebbe il contrario che cosa ho fatto? Che io sappia niente! Ma è proprio questo il punto io non so mai niente! A vedersi sembro l' unica che si sta davvero impegnando a trovare una risposta eppure sono comunque l' unica a non averne.
Scaccio questi pensieri inutili non è colpa mia se soffro di overthinking e mi preparo psicologicamente ad una giornata di lavoro più stressante del solito. Appena varcato l' ingresso assaporo l' aria tesa che aleggia nella stanza e mi infilo i guanti bianchi. "È infetta, non c'è molto da fare, deve essere stata punta o qualcuno deve averle trasmesso il virus." Dice con tono secco Aris, non si accorge neanche che la paziente in questione è appena dietro a delle tende e non dietro una parete robusta! Sul serio , ha appena detto ad alta voce che non ha speranze e che morirà. Non deve stare affatto bene nemmeno lui, d' altronde si poteva capire dalle occhiaie se soltanto avessi avuto il coraggio di guardarlo in faccia.
Senza fiatare o fare un cenno mi preparo a tirare fuori un sorriso pacato e spingo via le tendine che coprono il lettino, ma fortunatamente mi accorgo che la paziente è in uno stato di riposo , e ne sono certa grazie ai movimenti oculari rotatori che avvengono sotto la palpebra socchiusa. Le faccio un prelievo del sangue e cautamente senza svegliarla le controllo gli occhi e la saliva per vedere se ci sono state delle mutazioni, metto tutto in delle fialette purtroppo non sterilizzabili e le ripongo in un luogo freddo.
Decido di parlare, perché vedo che Aris ha finito le cose da fare e sta disperatamente cercando di improvvisare qualcosa per sembrare impegnato.

"Ti ho fatto qualcosa? Perché ora non è il momento di litigare, ne riparleremo più tardi prima devi spiegarmi che cosa è successo di preciso perché forse ho trovato una pseudo - cura che potrebbe aiutarla, ma devo essere sicura. Devo sapere se ho abbastanza tempo per lavorarci" a qual punto il volto di Aris riacquisisce un minimo vita " ufffhh ok, si hai ragione non c'è tempo da perdere; è stata, immagino, infettata da qualcuno che era già malato o magari da un portatore sano. Non possiamo saperlo ma sappiamo che di solito ci sono 3 step prima di morire : la febbre e sintomi di stanchezza, perdite di coscienza e i globuli tendenti al colore nero , la pazzia è in fine la morte. Dato che Frankie è la più giovane del campo non è detto che possa tenere quanto le altre ragazze ma in genere rimane loro sui 3 giorni di cui 1 è già passato, fai il calcolo".

Si chiama Frankie. "Posso farcela però ora occupatene te" e così me ne vado nel mio casolare chiudendo il tanto temuto discorso.
Non è stato poi così terribile, mi sarei aspettata un tono più freddo
Nella fretta mi sono dimenticata di buttare i guanti, ma meglio così magari posso trovare qualche traccia del virus anche lì; mi tolgo il camice da lavoro e comincio ad esaminare il sangue e la saliva con i pochi strumenti a disposizione.
Le ore passano senza che noti nessuna differenza ma c'è qualcosa.... c'è qualcosa che mi sfugge. È un dettaglio molto piccolo, così piccolo che non potrei notarlo nemmeno con un microscopio scientifico, proprio come nei racconti gialli.
I pensieri si fanno strada nella mia mente insieme al buio, decido che è il momento di riposarsi tanto è inutile perdere tempo davanti a due boccette di liquido nero quando non si vede niente, mi metto una maglia, di qualche ragazza più grande che deve essersene andata tempo prima, che mi arriva alle cosce e mi stendo su qual che può a malapena essere definito letto. Le scene della giornata mi tormentano, mi passa per la mente la faccia malinconica di Aris e poi quel freddo discorso davanti ad una bambina morente. Sicuramente non è la migliore delle giornate ma già da qualche giorno so che non sarà neanche la peggiore. Tra due giorni comincerà il vero e proprio inferno.

Le Raduraie: Un nuovo InizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora