4 Il Piano: Ester

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I giorni passano e il corso degli eventi continua: le nuvole cambiano la loro forma, l'erba inizia ad ingiallirsi , le ragazze a lavorare, i tramonti a morire.
Io voglio morire.
La mia iperattività sta facendo un grosso sforzo e la mia lucidità peggiora di giorno in giorno, di ora in ora. Tutte le mattine , un ragazzo di nome Aris ( per giunta l'unico maschio in questa Radura) mi porta la colazione e chiacchieriamo un po', fino a quando "l'orario visite" finisce.
Aris è un ragazzo molto timido e introverso rispetto a me; i suoi occhi sono azzurri, quasi trasparenti, come l'acqua di un ruscello . Il suo animo è calmo e pacato sempre, e quando sto con lui , un senso di rilassamento mi penetra fino alle ossa.
Per fortuna almeno che ho qualcuno di simpatico a farmi compagnia!
Ma non è l'unico, a quanto pare; delle volte per la cena e il pranzo, passa Frankie, la bambina che mi aveva fatto da guardia all' inizio.
Sembra passata una vita da quel giorno.
Quel giorno, in cui mi sentivo smarrita e confusa, e che per dare sfogo a questo vuoto, reagivo con la forza bruta.
Non che sia cambiata molto adesso.
Frankie e io stiamo molto legando. Per quanto possa sembrare strana l'amicizia tra una bambina dolce e gentile e una ragazza arrogante e narcisista come me...beh, è tutto reale gente.

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Stasera il cielo ha un colore roseo e sento delle risate fragorose venire dalla mia destra; delle ragazze stanno accendendo un falò, ma una si è scottata il dito e le altre stanno ridendo divertite ; forse stanno organizzando una festa.
Una festa senza di me!!?? Ora si che voglio spaccare queste sbarre; e pensare che pochi minuti prima mi ci stavo abituando a questo posto.
Oggi, prima di pranzo, ho visto due ragazze correre verso le grandi mura aperte ( si, perché a quanto pare, queste mura si aprono) e vi si sono gettate dentro. Dopo cinque ore circa, le mura si sono riaperte e loro due , stanche e con qualche livido , si sono date una pacca sulla spalla e sono accorse subito dalle altre ragazze. Ricordo che le due ragazze sembravano raccontare alle altre qualcosa, come una storia pellerossa raccontata intorno al fuoco.
Le facce delle altre ragazze passavano dal terrore, al sollievo e allo stupore. Una stava anche ridendo.
E, non so come, ora c'è in ballo una festa. Forse, è successo qualcosa di estremamente bello dentro quelle mura, che hanno voluto festeggiare in questo modo.
Mentre me ne sto seduta in terra con la schiena appoggiata alla parete, udisco dei passi scalpicciare sul erba, e stanno venendo verso di me. Mi alzo in piedi, sicura di trovare come sempre Frankie che mi porta la cena, ma è un altra persona.
Aris.
"Ester! Come stai?"mi chiede, con una tono calmo, ma che non nasconde per niente la sua agitazione. Deve dirmi qualcosa e sta fremendo dalla voglia di aprire bocca.
"Al solito...Aris, cosa succede? Perché sei così agitato?"
Lui sospira e si passa nervosamente una mano fra i capelli, ridendo in modo isterico.
"L'hai notato eh? Felicity mi aveva detto di stare calmo , ma non ci riesco proprio! Comunque volevo dirt...".
Lo interrompo di colpo, con un cenno della mano.
"Come fai a conoscere Felicity? Lei di solito sta sempre da sola..."
L'idea che la ragazza timida si fosse fatta degli amici mi stupì.
"Beh, si io e Fely ci conosciamo da un po', ma non è questo il punto".
Sospira lentamente, si guarda attorno e porta il suo sguardo su di me. Noto una strana scintilla nei suoi occhi. La conosco quella scintilla; mi compare sempre quando sto per fare qualcosa di estremamente divertente ma pericoloso. Già so che mi piacerà quello che ha da dirmi.
"Ester, io e Felicity vogliamo liberarti".
La gola mi si secca e spalanco la bocca. Cosa ho appena sentito?
Due persone che conosco da poco, che ci ho fatto due parole in croce...mi vogliono liberare?
"Ma se non mi conoscete nemmeno! Potrei essere anche una vostra nemica e pugnalarvi alle spalle! Potrei UCCIDERVI, anche se lo volessi. Così, a caso. Quindi, non fidatevi di me. "dico , agitando le braccia con fare esasperato. Una fitta di dolore mi parte dal gomito e va a finire alla spalla; segno che la ferita di ieri non è del tutto guarita.
Faccio una smorfia e nascondo il braccio dietro la schiena; non voglio che nessuno si accudisca di me.
Me la so cavare da sola. Posso uscire da questa cella senza nessuno aiuto.
Aria osserva il mio braccio, segno che si è accorto che sono ferita, ma decide di lasciare fare.
"So che non sei quel tipo di persona", mi dice con tono serio e dolce, "so che sei una brava persona Ester. Non incolparti di difetti che te non hai".
Faccio per dire che io ho mille difetti e che non voglio il loro aiuto, ma le sue ultime parole piene di sincerità, mi sconvolgono.
Lui, accorgendosi del modo in cui io lo guardo , arrossisce di colpo.
"Emh...io dovrei andare..Fely ti verrà a informare del piano domani mattina. Ci...ci vediamo" dice, evitando il mio sguardo e allontanandosi verso il falò.
"A...Aris!" .
E addio al mio unico modo di fare una conversazione con una persona. Se è vero, che lui e Felicity stanno facendo un piano per liberarmi...allora sono davvero dei geni a pianificarlo. E certo, gle ne sono grata del loro impegno, ma dubito che riescano nel loro intento. Poco dopo, Frankie mi porta la cena e sparisce subito, correndo verso la festa.
Grazie per la compagnia comunque
Sto per addormentarmi, quando una marea di domande mi sovrastano come uno tsunami: "Come faranno a liberarmi?", "dove mi nasconderanno?", "come faranno a non farsi vedere?".
Quante domande senza risposte. Scrollo le spalle; chiederò tutto domani mattina a Felicity.
In questo momento mi serve proprio dormire, anche se le chiacchierate mi disturbano il sonno.
E come se qualcuno avesse sentito la mia richiesta, sento le orecchie d'un tratto tapparsi . Così, chiudo gli occhi con un sorriso e mi addormento in un silenzio pacifico.
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Apro gli occhi lentamente e li richiudo, cercando per la milionesima volta questa notte di prendere sonno. Ma nessun risultato.  Le stelle sono alte nel cielo e la radura è avvolta in un silenzio quasi surreale. I miei pensieri fluttuano da Aris, a Felicity, a Astrid , alla radura e a quanto sia stato stupido il mio comportamento a quel' Adunanza del cavolo .

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