Scatto in piedi come una molla e urlo, spalancando gli occhi. Il sudore mi si è appiccicato al corpo e la terra grezza pure. I capelli sono un disastro e noto che puzzo anche.
Ripenso al sogno che ho fatto, lo stanzino, mia madre. Non so da dove vengano fuori questi specie di sogni, ma so che forse possono essere ricordi che lentamente affiorano. Momenti della mia vita passata che la mia mente si è rifiutata di dargli un senso.
Perché in quel ricordo niente aveva senso. Mio padre, le mani di mia madre , le vene nere...cosa era successo a mia madre? Perché mio padre non voleva che io la incontrassi dopo le nove di sera? Perché c'era quel caos nella sua camera?
Ma sopratutto...perché me li sto ricordando? Le altre ragazze mi dicono che non sanno niente del loro passato, dei loro familiari, della loro vita.
Perché io si?
Sono così troppo assorta nei miei pensieri che non mi accorgo nemmeno che una ragazza si è avvicinata alla finestrella. I suoi capelli sono corvini, i suoi occhi azzurri come il cielo.
Felicity
Mi alzo adirata verso la ragazza, che si allontana un poco.
"Tu! Il motivo per cui io sono in cella! Cosa vuoi ora da me? Uccidermi? Beh, sarebbe l'ideale!"
Felicity sembra sconvolta dal mio atteggiamento; beh, non ha ancora conosciuto il peggio.
"Ero venuta qui per spiegarti il piano per liberarti..."
La ragazza ha uno sguardo...intimorito? Faccio così tanta paura?
"Ehy, non mordo mica eh" dico con sarcasmo.
Le ride, ma non per il divertimento. Perché metto tutti così in soggezione? Maledico il mio carattere di merda e cerco di assumere un tono più dolce.
"E...emh, questo piano?"
Lei sembra riscuotersi dai suoi pensieri e mi racconta il piano.
In fondo, non è mica così male.
Stasera, lei e Aris mi faranno fuggire , scassinando la cella; intanto io non dovrò fare niente , e quando esco scappare nel boschetto qui accanto. L'unico tallone d'Achille sarebbe che se mi nascondo nel boschetto, saro esposta a tutte le altre ragazze, che vedendomi fuori dalla cella potrebbero insospettirsi di dei complici.
E sicuramente incolperanno loro.
Ma non voglio fargli notare questo piccolo difetto; sembra che abbiano lavorato giorno e notte a questo piano, e non voglio rovinargli l'entusiasmo. Testimoni le sue profonde occhiaie e il suo sguardo determinato mentre me lo racconta.
Quando ha finito di spiegarmelo , fa per andarsene, ma io le afferro la caviglia con fermezza. Lei sussulta, quindi allento la presa.
Che delicata che sono
"Senti...volevo ringraziarti. Grazie per...beh, interessarti di me".
Non sono molto brava a fare complimenti, da quanto avrete capito. Sono brava a fare complimenti a me, ma alle altre persone sono proprio una frana.
Lei sembra sorpresa e la sua espressione è come un libro aperto.
Cioè: si, sono una frana a fare complimenti.
"Beh, la parola giusta da dire è interessiamo. Anche Aris ne fa parte."
Dice quelle parole con malinconia e... tristezza?
"Allora ringrazia Aris anche per me", le dico, veramente riconoscente.
Lei guarda lontano e sussurra "lo farò", per poi andarsene verso l'infermeria.
Perché è così strana? Sembra che le mie parole l'abbiano ferita; io non volevo farlo. Stavo solo cercando di essere...beh, umana.
Cortese...
Ma non credo che sia per quello che si comporti così con me. Sicuramente c'è qualcosa dietro, qualcosa che a lei fa male ma non vuole esternare. Qualcosa, che la fa soffrire, le graffia il cuore giorno dopo giorno, finché non ce ne sarà più nessuna traccia.
Come mai parlo così? Perché io l'ho provato, in prima persona. E non voglio che un altro soffra come me.
Prometto che quando fuggiró da qui, cercherò di aiutarla in qualsiasi mio modo possibile.
Come per approfondire la promessa, mi metto una mano nella parte sinistra del torace, proprio sul cuore.
Lo sento battere regolarmente e in modo calmo, ma se penso a stasera, che fuggirò e sarò libera...accellera di colpo.
Non per l'entusiasmo... ma sento un brutto presentimento...
Bah, sarà il mio stomaco che mi mette in guardia per quella sbobba che le cuoche chiamano cibo.
~~~~~~~
"Quindi ti piacciono i cani eh?"
Sto parlando da non so quanto con Frankie e la cosa non mi disturba affatto; questa bambina ha il potere di farmi scivolare addosso tutto il mio brutto carattere.
Sembro...un altra persona quando sono con lei.
"Si!", mi risponde eccitata la bambina, con voce infantile, "sono così carini!! Sai che ne abbiamo uno? Si chiama Lady!".
Un cane nella radura? E cosa ci dovrebbe fare? Io, per tutti questi interminabili giorni in gattabuia, ho sempre visti capre, pecore, mucche...ma mai un cane.
Sinceramente, non so nemmeno come sia fatto un cane.
"Avete un cane!?"
Sul suo volto compare un espressione triste, e la sua voce si fa improvvisamente bassa e seria.
Ora sul suo volto non è più dipinta l'espressione infantile e innocente che aveva prima, no; ora sembra che sia un adulto a parlare, da dentro quel corpicino.
"No, avevamo. Sinceramente, non l'ho mai conosciuta, perché sono arrivata proprio il giorno dopo della sua morte. Non so cosa gli piaceva fare, se ti saltava addosso quando la incontravi o se ti mordeva le ciabatte. Ma so che deve essere bello, avere un amico al tuo fianco."
Il suo viso angelico e paffuto mi fa venire voglia di confortarla; accidenti a queste sbarre del cacchio.
"Ma non l'hai mai conosciuta...come fai a sapere che ti piacciono i cani se non ne hai mai avuto uno?".
Ma perfetto Ester, brava; ora la fai diventare più triste.
Abbasso lo sguardo, ma quando lo rialzo, non incontro una lacrima ma un sorriso angelico che mi fa sorridere anche a me. Nei suoi occhi compare una scintilla di felicità. La sua espressione è stanca e sembra una vecchia signora, con questa faccia, che racconta gli anni migliori ai suoi nipoti.
Aggrotto la fronte; un altro ricordo?
Mi annoto di pensarci più tardi.
"Vero, non l'ho mai avuto. Non so com'è, avere un cane. Ma credo che, se anche non conosci una cosa, ne puoi sentire l'essenza intorno a te, e immaginarti che ci sia , proprio lì, accanto a te.
Come il cane. Non c'è realmente, ma te lo puoi immaginare. La fantasia non ha limiti Ester".
Rimango zitta per un paio di minuti, rimuginando sulle sue parole.
"La fantasia può salvare le persone"
Mi tocco il tatuaggio, chiudo gli occhi e un flash improvviso mi appare davanti; quando mio padre mi chiudeva nello stanzino, chiudevo gli occhi e viaggiavo con la mente in luoghi sconosciuti, pianeti di altre galassie, fiumi e laghi fatti di cristallo... e questo in qualche modo riusciva a distrarmi.
Mi riscuoto dai miei pensieri, perché Frankie mi sta scutendo la spalla violentemente.
"Ester ti senti bene? Vuoi che chiami i medicali? Sei bianca".
Come ho fatto? Di solito, i ricordi mi appaiono in sogno, come è successo in tutte queste sere; incubi, sogni...
Ma qui, ho avuto un ricordo mentre sono sveglia! Non mi era mai successo... che sia un segnale che la mia memoria si stia aprendo?
"No no... è tutto apposto, tranquilla. Ma questa cosa della fantasia...non ti crea un po'di nostalgia? Che non potrai mai avere un cane?"
Lei ci pensa su, aggrotta la fronte e in un baleno l'espressione anziana e antica sparisce dal suo volto e torna quella infantile.
"No, sinceramente. Anche se non è più viva , Lady è qui, in questo punto", dice toccandosi il cuore, "e io sento che anche lei sente la mia presenza". Poi, sorride e le sue guance rotonde si sollevano, diventando rossiccie.
Spalanco gli occhi; come fa una bambina di 13 anni a parlare in modo così profondo? Come se lei avesse vissuto per molto tempo , avesse visto Ere e gli anni non gli avessero rovinato il suo viso felice. Frankie ha questa espressione...antica e stanca.
Ma non faccio a dire altro che una voce lontana la sta chiamando insistentemente. Frankie le fa un cenno con la mano, per far capire che arriva subito e poi sposta il suo sguardo su di me.
"Peccato che non possiamo continuare la conversazione. È bello parlare con te, con una persona che ti ascolta sempre. Grazie", dice con tono stanco e triste.
Allora, senza pensare, le prendo le mani e le circondo con le mie, come se volessi mandarle più calore possibile.
"Io ci sarò sempre per te Frankie. Anche a me fa piacere parlare con te."mi blocco un attimo. Come mai ho detto queste cose? Come mai sono così espansiva con lei? Io non parlo mai così alle persone; perché con lei si?
"Ti prometto che sarò sempre disposta ad ascoltarti".
Il suo volto è una maschera di stupore, ma quando finisco di pronunciare le ultime parole, lei sorride. Quel sorriso mi scalda il cuore, ormai freddo da tanto tempo. Come il sole che illumina una stanza buia e piena di polvere; il mio cuore non ha mai conosciuto il vero amore, l'affetto.
E forse, questo può esserlo.
"Ne terrò conto. Grazie ancora Ester".
E poi, con un ultimo sorriso, mi lascia da sola; mi strofino le mani sulla faccia e scopro che un sorriso mi si è stampato in faccia.
E, mentre mi distendo sul pavimento sporco, penso che forse mi sono fatta un amica.
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Le Raduraie: Un nuovo Inizio
ActionQuesta è una storia che abbiamo creato io ( @EstergruppoB) e due mie amiche ( @FelicitygruppoB, @AstridgruppoB) basata sulla storia di Maze Runner. Siamo tre ragazze che hanno fatto fin dal primo momento in cui sono nate scelte sbagliate; si sono un...