Pov's Ester
"Ester".
Mi sveglio , aprendo gli occhi di scatto . La voce...quella voce. L'ho già sentita.
"Ester calmati".
Mi guardo intorno nervosamente , ma vedo solo un bianco accecante e un odore di detersivo mi penetra nelle narici.
Ansimo. Cerco di alzarmi, ma i muscoli mi iniziano a bruciare in modo insopportabile, facendomi accasciare a terra di botto . Provo a muovere una mano; niente da fare. Una gamba; neanche.
Sospiro e chiudo gli occhi; odio quando mi paralizzano il corpo.
E odio ancora di più questa voce.
Non posso credere che sia lei.
"Perché mi avete paralizzato, Mary?".
Un attimo di silenzio, e non risponde. Mi immagino lei che si tortura una ciocca di capelli, come fa ogni volta che è nervosa.
Il suo nervosismo, mi fa quasi stare bene. Significa che ha paura di me.
"Sei felice di incontrarmi?", chiede con voce piatta e spenta.
Sbuffo; tattica efficace rispondere con un altra domanda ad una domanda. Un altra cosa che mia sorella ha copiato da me.
Ma mi sembra di scorgere in quel tono freddo, un tocco di affetto...che sia cambiata?
No, non rinuncerebbe mai a far soffrire la gente.
"Non in questo contesto, di sicuro. Come ti trovi, tra i tuoi amici scienziati ?".
Il mio tono aspro sembra colpirla, ma si riprende subito.
"Bene, se proprio lo vuoi sapere. La CATTIVO sta facendo parecchi progressi, siamo quasi vicini ad una cura, se solo tu..."
"Oh, ma si certo! Una cura! Ho smesso di credere a queste stronzate tanti anni fa sorella. La cura è inesistente! Non è mettendo a fare prove suicide adolescenti che troverete una soluzione! Non è.."
Ma vengo bloccata da una scossa che si propaga per tutto il corpo, facendomi drizzare il busto e urlare.
"Mi dispiace Ester. È tutto per un bene più grande." Si ferma un attimo, per prendere fiato. Aveva trattenuto il fiato...come se avesse provato dolore in quello che mi hanno appena fatto.
"Comunque, le tue amiche sono lontane da te, non puoi fare più niente. Il vostro piano ha fallito".
Anche se l'altoparlante ha un po' gracchiato, ho sentito bene quello che ha detto ; infatti, un attacco di terrore mi assale tutto insieme, schiacciandomi.
"Stanno bene?", chiedo con voce preoccupata.
Non voglio che gli succeda niente di male; sono tutta la famiglia che mi resta. Correggo: la famiglia che mi vuole ancora bene.
Silenzio. Il mio cuore sta scoppiando. Passano 30 secondi e non risponde alla mia maledittissima domanda. Sento il respiro aumentare di poco in poco. Ho paura che se ne sia andata, lasciandomi sola, come l'ultima volta...
"Si, stanno bene. Ma dovremmo farvi dei test e...cancellarvi la memoria. Siete ribelli, te e le tue amiche, quindi questo significa un problema per noi. Sarà più facile cancellare tutta la vostra identità".
Cancellare la memoria?! Non possono farlo! Io..noi..tutti i nostri ricordi...
Ma nonostante la rabbia che sto covando dentro, resto zitta e ferma, senza dire una parola. Senza far trasparire nessuna emozione.
Sicuramente è un altro di quei loro stupidi test.
Scommetto che dietro questi muri, apparentemente con "mattoni e calce", ci sia un gruppo di scienziati che sta registrando tutte le mie emozioni e movimenti per ricavarne qualcosa di buono.
E tra loro c'è Mary.
"Se non ci fosse questo stupido muro finto, Mary, ti avrei già strangolata e ti avrei spolpata da cima a fondo, per poi dare le tue ossa ai cani!", dico con tono fermo, per poi urlare. Sono stufa della loro messinscena.
Un dolore acuto alla guancia destra, però, mi fa ammutolire; suppongo un livido. Un rivolo di sangue scivola sulla mia fronte, e improvvisamente mi sento girare la testa in modo fastidioso ; mi sento...debole. Come se tutte le mie forze si fossero esaurite, scomparse. La mia voce emette una specie di grugnito gutturale per la frustrazione; detesto sentirmi debole.
"Risparmia le forze sorellina. I test ti aspettano. Ah, ti leveremo la paralizzazione. Sta buona."
"Mary! Non è possibile che non ti importi niente d.." ma non faccio a tempo a finire la frase che sento un suono che indica che l'altoparlante si è chiuso.
Chiudo gli occhi e li stringo, sognando le mie mani stringere intorno al suo collo e...ma no. Ora devo assolutamente inventarmi un piano per uscire di qui. Peccato che non sia un asso in questo genere di cose; quella che inventava i piani era sempre Astrid, io ero solo la forza fisica, non so se mi intendo.
Ad un certo punto, uno scossone mi fa ritornare alla realtà, segno che la paralizzazione è cessata.
Allora, mi alzo e inizio a camminare su e giù per la stanza, in cerca di una possibile via di uscita, di fuga, ma niente. L'unica è la porta, che ha una piccola finestrella con le sbarre. Intravedo una guardia dall' altra parte con il fucile in mano, ed è allora che mi viene in mente un idea strabiliante.
Astrid sarebbe orgogliosa di me
Ma devo essere cauta. Spero con tutta me stessa che non mi stiano osservando, perché primo mi rinchiuderebbero in una cella più protetta, e secondo, non voglio che vedano la figura di merda che sto per fare. Mi disgusto al solo pensiero.
"Ehy, bel fusto!!??"
La guardia si gira nella mia direzione e si indica, per capire se lo stia chiamando veramente.
"Si si, proprio tu...senti..", mi avvicino allora alla finestrella. "Devo dirti un segreto...un segreto molto importante, che solo uno come te deve sapere...sai, lo dico solo alle persone molto belle e...affascinanti, non so se mi spiego..."
Per dare un tocco al mio fascino naturale, sbatto le ciglia e protendo le labbra. Lui sbatte gli occhi immobilizzato, arrossendo visibilmente, anche attraverso la mascherina che indossa.
Bingo.
"Dimmi tutto dolcezza" risponde lui con forse una voce suadente, perché risuona ovattata e bassa per colpa della mascherina.
Che porco.
"Si, ma dovresti avvicinarti un pochino e aprire questa porta, così posso dirtelo per bene...e...fare qualcosa di più" dico, mordendomi il labbro inferiore in modo sensuale.
Lui, in trans, fa come gli ho detto, ed appena la porta bianca si apre, gli tiro un pugno in faccia, accasciandolo a terra e procurandogli alcuni gemiti di dolore.
"Ti è piaciuto il segreto, amico mio? "
Risponde con dei grugniti sommessi: cerca con la mano di riprendere il lanciagranate, ma io gle la pesto e con l'altro piede gli tiro un calcio sulla mandibola.
Lui rigira gli occhi e resta immobile, ansimando velocemente.
Mi guardo attorno; alla mia destra e sinistra si diramano due corridoi bianchi identici, senza neanche un cartello o una semplice mappa dell' edificio. E ora quale prendo? Cerco di ricorrere alla mia memoria fotografica, a quando marciavo per l'edificio con il lanciagranate in mano e le altre guardie come me. Quando mi recavo al laboratorio A0 per controllare che i soggetti non si ribellassero e che andasse tutto per i piani. Sforzo le meningi fino a quando, l'allarme risuona per l'edificio, rimbombando per i corridoi. Sbuffo nervosa; mai che me ne vada bene una. Allora, guidata dal mio istinto, improvviso e prendo il corridoio di destra.
Le luci a neon che lampeggiano mi disorientano, ma nonostante questo continuo a correre a per difiato, incontrando guardie o scienziati e tirandogli qualche calcio o pugno. Ad un certo punto, mi scontro con un corpo , che mi fa cadere sul pavimento lucido. Sono pronta per combattere, ma mi fermo subito; è una ragazza con i capelli biondicci e sul suo viso è dipinta un espressione mista allo spavento e stupore. La riconosco subito, ma non posso credere che sia lei. Noto che un rivolo di sangue che le cade dal naso, macchiandole il colletto dell' camice.
La buon vecchia Astrid
"Ester! Menomale che sei te! Pensavo di aver incrociato un' altra guardia!", esclama con il fiato affannato, alzandosi . Noto che il suo camice , da bianco accecante si è trasformato in un grigio topo, effettivamente un colore orribile.
E pensare che dicevano che i corridoi della sede erano sempre puliti e lindi!
"Anche io mi sono presa un colpo!"dico veramente spaventata dalla cosa. Ma qualcosa non mi torna...manca qualcosa...o qualcuno. "Hai incontrato per caso Felicity?".
Lei mi guarda, e la sua espressione da calda, si trasforma in fredda e distaccata, come il calore del sole d'inverno.
"No, purtoppo no. Credo che dovremmo attenerci al piano e andare avanti".
Resto sbigottita.
Cerco di calmare la rabbia che si dimena dentro di me.
"Ma non possiamo lasciarla qui!", dico sbottando di colpo e mandando a fanculo il mio tentativo di restare calma.
Lei si tocca di sfuggita i suoi orecchini e si guarda intorno, prima di riportare il suo sguardo di ghiaccio su di me.
"Così faremo solo la fine di ieri! Dobbiamo pensare ad andarcene il prima possibile! Se sbagliamo di nuovo non avremo altre possibilità... forse è anche l'ultima possibilità di restare vive e di condurre una vita quanto meno adatta".
Stai calma Ester, stai calma.
Ma non riesco a stare calma. Sono troppo stressata per tutto, e ora per di più, la mia amica vuole lasciare a morire la nostra migliore amica!
fanculo calma.
"Come puoi parlare in questo modo! Non pensi che così perderemo un' amica, una componente del nostro gruppo??! Davvero non ti sentiresti in colpa per aver lasciato indietro una persona e averla sicuramente condannata a morte??!!".
"Io parlo per il bene di entrambe!"dice con tono tutt'altro che tranquillo, "Ho letto il tuo curriculum, Ester, dove parla anche della tua...".
Ma io non la sto più ascoltando, e la sua voce mi appare alla mie orecchie lontana ed ovattata, perché ormai i miei pensieri sono tutti centrati sulla ragazza dai capelli corvini, che mi ha sempre aiutato nei momenti in cui pensavo che il mondo stesse crollando intorno a me. E io con lui.
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Le Raduraie: Un nuovo Inizio
ActionQuesta è una storia che abbiamo creato io ( @EstergruppoB) e due mie amiche ( @FelicitygruppoB, @AstridgruppoB) basata sulla storia di Maze Runner. Siamo tre ragazze che hanno fatto fin dal primo momento in cui sono nate scelte sbagliate; si sono un...