La ragazza dai capelli blu

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Detesto prendere la metro, schiacciato come una sardina in mezzo ad altre cento persone pressate insieme. E dire che ne passa una ogni minuto eppure riescono straordinariamente ad essere tutte piene.
Ormai è notte fonda, qualcuno adesso scenderà e potrò sedermi al suo posto. Lo spero vivamente perchè ho passato l'intera giornata in biblioteca a prepararmi per l'esame di domani e ora desidero solamente sdraiarmi a letto e dormire profondamente, come un bambino senza preoccupazioni. Questo peró è l'ultimo giorno che prendo la metro perchè stamattina mi ha chiamato il meccanico dicendomi che domani potrò ritirare la mia auto.
Mi guardo intorno e finalmente vedo he un'uomo dall'aria indaffarata si sta alzando e ne approfitto subito: mi fiondo sulla sua sedia...Mi mancano ancora tre fermate.
Per ingannare l'attesa osservo le altre persone e cerco di indovinare il loro mestiere: un gioco che facevo fin da piccolo. Ognuno intorno a me ha la propria vita, una storia alle spalle, una battaglia vinta e un'altra persa e mi affascina provare a immergermi nella mente di uno di loro. Seduta affianco a me c'è una donna. La guardo con la coda dell'occhio. Ha il viso stanco, pallido ma dai lineamenti dolci. Gli occhi pieni di sofferenza, i capelli biondi sottili legati in coda  sporca e i vestiti pieni di pieghe che coprono e riscaldano il bambino che porta dentro il pancione. Chissà forse questa donna la sua battaglia la sta ancora combattendo.
Davanti a me invece è seduta una ragazza...strana direi. Ha la pelle olivastra, i capelli neri, colorati di blu sulle punte, raccolti in una crocchia disordinata che lascia trapelare qualche morbido ciuffo che le incornicia il viso. Non riesco a vedere il colore dei suoi occhi perchè sta guardando in basso, sta fissando la custodia nera rigida per chitarra ai suoi piedi e sembra sovrappensiero.  Indossa jeans neri strappati, una maglia bianca che lascia scoperta la spalla e degli anfibi neri con le borchie.
Il pianto di un neonato però mi risveglia da quel labirinto che sono i miei pensieri. Mi piace immaginare che sia il bambino nella pancia di quella donna affianco a me che grida alla madre di farsi forza e resistere ancora una volta, invece mi rendo presto conto che un neonato nel passeggino trasportato da un nonno a cui le porte della metro si chiudono dietro. Mi alzo e faccio cenno a quel signore anziano di sedersi al mio posto. Dapprima mi guarda in modo interrogativo poi annuisce e si siede al mio posto senza dire una parola.
Vabbè tanto manca una sola fermata.
Dopo qualche istante sento la ragazza dai capelli blu sospirare, mi giro e la vedo alzarsi mentre afferra il manico della custodia nera con aria indifferente e distaccata.
Adesso mi è vicina e riesco a vederla meglio.
È più bassa di me, il naso sottile, la bocca carnosa e gli occhi color cioccolato fondente. Due occhi scuri, duri, impenetrabili come in armatura.
"Ei tu, la smetti di fissarmi?"
Oggi mi perdo con troppo facilità nei miei pensieri...sarà il sonno.
"Si emm...scusami non volevo infastidirti è solo che somigli molto a una mia..."
Mi zittisco di botto quando mi accorgo di star borbottando, alzo lo sguardo e noto che la ragazza mi sta guardando confusa.
"Ok basta cosí" taglia corto lei.
"Si scusa" abbasso lo sguardo chiaramente imbarazzato e mi dondolo sui talloni.
Appena si aprono le porte faccio per scendere, ma ricevo una spinta accompagnata da un " E levati dal cazzo che ho da fare!" che mi fa rientrare nella metro. Quella ragazza dai capelli blu e gli occhi cioccolato sta correndo via salendo le scale della stazione a due a due mentre i grandi orecchini e le collane tintinnano a ogni salto.
Vorrei urlarle dietro di avere un po' più di rispetto, ma so trattenermi e tra l'altro non servirebbe a molto.
Riprovo a scendere dalla metro e stavolta me lo permettono.
Sebbene sia Aprile fuori sta piovendo a dirotto, ma fortunatamente ho guardato le previsioni del meteo prima di uscire e ho portato con me un ombrello. Spero che anche la ragazza ne avesse uno con sè altrimenti potrebbe ammalarsi...
Perchè sto pensando a lei????
Neanche la conosco...
Comincio a correre sotto la pioggia per rientrare il prima possibile a casa.
Dopo qualche metro, ho bisogno di fermarmi un'attimo sotto il tendone di un bar per riprendere fiato, non so un tipo sportivo (davvero per niente). Al liceo i miei compagni di classe mi prendevano in giro perchè ero grassotello a causa della poca attivitá fisica che facevo...Preferivo di gran lunga passare del tempo con mia madre, a leggere o a suonare la chitarra peró mi piace guardare lo sport in tv :non mi perdo mai una partita degli Ottawa Senator, la mia squadra di hockey preferita.
Ormai si è fatta mezzanotte come mi fa notare il mio IPhone, domani devo svegliarmi presto quindi ora vado dritto a casa.
Un gran respiro e riprendo a camminare con passo rapido e deciso finchè, girato l'angolo di Via del Caos, vedo una ragazza con le braccia conserte  che cerca di riscaldarsi le spalle. Mi avvicino e...ma guarda chi si rivede!
È la ragazza dai capelli blu e stavolta è lei a fissare me con aria decisamente seccata.
Rompe lei il silenzio: " Che fai adesso mi segui pure?!"
Passo sulla difensiva: " No, certo che no! Stavo andando a casa mia!"
Rilassa immediatamente le spalle, evidentemente sollevata dal capire che non sono uno stalker.
" Vuoi che ti accompagni a casa con l'ombrello?"Chiedo d'impulso, senza che la mia bocca consulti prima il cervello. Voglio dire è una ragazza interessante, ma non mi dà l'impressione di essere quieta come un cucciolo indifeso e comunque rimane una sconosciuta. Ormai però la mia bocca ha parlato e non posso rimangiarmi quello che ho detto. Non sarebbe educato da parte mia. Per fortuna però lei mi risponde:" No, uso la chitarra"  e dà dei colpetti con la mano sulla custodia.
Non riesco a credere a quello che sto per dire...
"Se vuoi ti presto il mio ombrello, io abito qui vicino" perchè la mia bocca insiste col parlare?! Voglio solo andare a dormire...
" Si dammelo" risponde e me lo strappa di mano.
Sono un pò confuso dalle sue maniere brusche...
" Emm Non c'è di che eh"
"Sappi che non ti darò il mio numero nè tantomeno aprirò le gambe per te! Sono fidanzata"
" O santo cielo No! Non voglio niente in cambio, tantomeno..." tossisco per mascherare l'imbarazzo. " E comunque anch'io sono impegnato"
"Non me frega un cazzo se sei single o no" esclama sbuffando.
In effetti non so perchè glielo abbia detto.
"Hai ragione. In ogni caso io vado poichè sta iniziando un vero e proprio temporale. Ci si vede!" E la ragazza di fronte a me dalle maniere brusche e poco cordiale si allontana nella direzione opposta alla mia.
Mi sistemo il cappotto sopra la testa per ripararmi dal vento e mentre mi incammino verso il portone del mio condominio sento una voce alle mie spalle non troppo lontana e mi giro.
" Comunque grazie dell'ombrello em..."
dopo qualche istante di esitazione mi domanda: " Come hai detto che ti chiami?"
" Shawn, mi chiamo Shawn" Anch'io però voglio conoscere il suo nome.
" E tu?"
" Non te lo dico" e  mi sembra di intravederla mordersi il labbro con aria soddisfatta nella pioggia.
Mi sfugge un sorriso.
" Ci vediamo in giro, ragazza dai capelli blu"
"Non contarci, stalker"
"Il mio nome è Shawn! Non sono mica uno stalker psicopatico" ripeto leggermente irritato.
" Ricevuto! Addio stalker" agita la mano in aria per salutarmi.
Questa ragazza mi farà impazzire.

Sapete, col senno di poi, non pensavo che mi avrebbe davvero fatto impazzire.

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