Jamie
La mia precedente azione compiuta a scuola, ovvero andarmene quando non mi era concesso, mi aveva messo a rischio di sospensione. Naturalmente, essendo il figlio di un importante imprenditore, la cosa si era sistemata con una mazzetta di soldi da parte di mio padre, gentilmente offerti al nostro caro preside. Secondo la mia logica, quest'atto avvenuto bellamente sotto i miei occhi, viene comunemente definito corruzione. Non era una cosa onesta e mi aveva fatto letteralmente storcere il naso. Avevo provato a esprimere il mio dissenso per tale gesto, ma le occhiate torve di mio padre mi avevano fatto intendere che quelle erano questioni dalle quali io dovevo stare categoricamente fuori. Molti pensano che appartenere ad una famiglia ricca sia avere - come è di consueto dire tra giovani - culo. Vi smonto tutte le vostre fantasie strane. Appartenere ad una famiglia ben agiata, non è per niente bello. Per prima cosa, non sei mai sicuro che le tue relazioni sociali siano vere solo perché tu piaci come persona. La maggior parte delle volte, la gente sta con te perché tu sei il figlio di un importante imprenditore e, di conseguenza, la cosiddetta fama che possiedi lascia la scia anche a chi sta intorno a te. Detto in parole più chiare: se io ero popolare a scuola, automaticamente lo diventava anche chi mi frequentava. E questo è un dato di fatto che comprende molti ambiti, non solo quello che scolastico. Per esempio, ero sicuro al cento per cento che tutti gli amici di mio padre erano quelli che io definisco leccaculo. Se qualcosa non andava, c'era pur sempre Adam che risolveva tutto con il suo potere da uomo importante. Non avevo ben capito la mansione che svolgeva, non sapevo come diavolo facesse ad avere tutto e subito. A volte mi veniva da pensare che nei suoi "affari" ci fosse dietro qualcosa di losco. Cercavo di non pensarlo, però. Era comunque mio padre, non avrei dovuto avere considerazioni cattive su di lui. Ovviamente ci sono delle cose positive di avere tanti soldi. Sarei un bugiardo cronico se vi dicessi che la cosa mi fa altamente schifo, perché non è assolutamente vero. Ho avuto anche la fortuna di aver incontrato Jason e Alex, figli di due dipendenti di mio padre, i più fidati. Questo ci ha permesso di crescere insieme e di avere una sicurezza che, nonostante i soldi e il nome che portiamo addosso, abbiamo un appoggio vero su cui contare. Anche nel liceo che frequentavamo, nonostante fosse privato, non ci si poteva fidare di nessuno.
Era difficile entrare a far parte di quella scuola, se non avevi abbastanza soldi per potertela permettere. Anche se, il nostro preside, metteva a disposizione le borse di studio per chi meritava di entrare a causa della loro bravura. Maya era una borsista, per esempio. Mi ricordo che all'inizio del primo anno, lei e i suoi migliori amici, avevano sostenuto l'esame per essere ammessi grazie alla loro borsa. Devono avere un cervello niente male, comunque. Perché per quanto ne so, quei test erano davvero impossibili da superare. Infatti, ogni anno, entravano all'incirca trenta borsisti e solo dieci di loro avevano la fortuna di essere ammessi. Io, per esempio, ero abituato ad avere le cose molto facilmente. Per me non era stato di certo un onore entrare alla Red Hills, perché non avevo sostenuto alcun esame per potermi permettere di frequentarla. So che tecnicamente non era giusto avere la certezza che ogni cosa che desideravo, dopo due giorni era mia. Non mi piaceva ma non potevo evitarlo. Per quanto avessi davvero cercato di essere umile, mio padre era sempre lì a darmi il meglio e in modo immediato. Avrei voluto davvero capire cos'era il sacrificio, sudare per qualcosa che desideravo davvero, avere la soddisfazione che quella cosa che avevo ottenuto, era mia perché me l'ero guadagnata. Ma nella mia famiglia non funzionava così, da me guadagnarsi le cose non era la strada giusta. E se per caso avessi espresso il mio desiderio di farlo, sarei stato guardato in modo strano dai miei genitori o non mi avrebbero preso davvero sul serio. Era questa, la vita di un Reyes: avere il meglio e non fare un cazzo per guadagnarselo.
Comunque, ero diretto a casa di Justin Price, il fidanzato di Maya, se così poteva definirsi. Vedevo la sua abitazione già da lì, enorme e piena zeppa di adolescenti decisamente ubriachi. Il giardino, con una grande piscina interrata, contava la media di cinquanta persone, per non parlare l'interno che era affollato e semi buio. Scorsi i miei migliori amici all'ingresso, che parlavano in modo fitto tra di loro, appoggiati alla parete esterna. Mi avvicinai a loro e cacciai le mani in tasca, sospirando.
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The ticket of destiny
RomanceCOMPLETA Può un biglietto cambiarti la vita? Maya Ross ha sedici anni. Vive la sua vita tra lo studio, la sorella rompiscatole e una famiglia troppo protettiva. Nel liceo che frequenta, è sempre stata invisibile, oscurata da chi ha la tanto ambita...