Maya
Gli adulti dicevano che l'amore a quei tempi era strano. Da bambina li guardavo male, credendo che loro volessero distruggermi l'idea d'amore perfetto solo per spaventarmi. Niente di più errato. Mi ero resa conto, nel fiore dei miei sedici anni, che avevano tremendamente ragione.
Mio nonno è morto poco prima che nascessi io, quindi di conseguenza non l'ho neanche conosciuto. Mia nonna, quindi, era vedova dalla bellezza di diciassette anni, ma nonostante ciò non aveva mai pensato di rifarsi una vita e cosa importante, non aveva smesso di commemorare mio nonno. Era sempre nei suoi pensieri, cucinava il suo piatto preferito la domenica, come quando era in vita, gli portava dei fiori al cimitero ogni santo giorno e mi parlava di lui ogni volta che ne aveva l'occasione. Mio nonno per lei era la sua vita, e con la sua morte, la sua esistenza si era limitata solo intorno al suo ricordo. Oggi non è così. Basta una foto più succinta sui social, per beccarti letteralmente le corna. Si sono persi i valori di una volta, quelli veri e puliti, dove contava di più stare bene che fingere di farlo per dimostrarlo al mondo. Una volta la coppie si amavano sul serio, stavano ore e ore al telefono, parlando di tutto e di niente, con l'ansia che i genitori potessero scoprirli. In quest'epoca, basta un cuore su WhatsApp per innamorarsi, dimenticando cosa significhi corteggiare davvero chi ti è entrato nel cuore. Non posso negare che con la tecnologia, di cui ne sono anch'io dipendente, tutto è molto più facile. Ma è questo il problema: Il progresso sta aiutando il cervello umano ma sta spegnendo il cuore. Il che è un po' triste, se ci pensate.
Comunque, la notte prima non avevo dormito per niente. Il che, se si vedeva da un punto di vista diverso, poteva sembrare una cosa positiva. Jason aveva ben pensato di creare un gruppo su WhatsApp alle tre di notte, mentre io mi ero appena addormentata. Il risultato era stato una nottata di messaggi senza senso e foto non poco imbarazzanti di Jamie, che aveva deciso di continuare il suo sabato sera insieme agli amici e tutto era tranne che lucido. Aveva letteralmente fumato, secondo me. I suoi occhi erano incredibilmente rossi e non sapevo per quale motivo fosse a petto nudo sopra un cubo, completamente inzuppato. Insomma, non mi facevo domande perché nemmeno io sapevo darmi risposte. Il problema era stato quando tutti, giustamente, avevano levato le tende e si erano messi a dormire. È lì che mi era tornato in mente Justin, quella persona che non sentivo dal giorno della sua festa. Mi mancava, davvero. Ma al tempo stesso era un bastardo, quindi mi chiedo: perché mi mancava un bastardo? Anche qui, niente domande. So solo che non mi ero neanche resa conto che si era fatto giorno, e in quel momento stavo cercando in tutti i modi di dare un aspetto decente alla mia figura decisamente stanca. Sì, era domenica mattina e sì, avrei potuto oziare sul mio letto e recuperare il sonno perduto, se non fosse che a momenti Jamie sarebbe piombato qui per pranzare con la mia famiglia. Imbarazzante, in effetti. Ma avrei superato anche quella situazione. Stavo letteralmente fissando il mio riflesso allo specchio, nonostante mi fossi già arresa al fatto che, per quanto trucco io potessi usare, la modalità zombie non sarebbe andata via neanche a pagarla. Chiusi gli occhi e feci un profondo respiro, passandomi una mano sul viso totalmente pallido.
«Mayaaaaaaa!» urlò mia madre con il suo tono dolce e affabile. Quando ero ancora in camera a mezzogiorno in punto e lei usava quel tono, significava solo una cosa: l'ospite era arrivato. Mi guardai un'altra volta allo specchio e mi schiaffeggiai il viso, scendendo di sotto. Jamie era davanti alla porta, con i capelli tirati all'indietro e il solito ciuffo ribelle. Portava una canottiera bianca e un paio di Jeans strappati, e stava conversando con mia madre. Ed è qui che mi si pone uno dei miei tanti, grandi, quesiti esistenziali: come diavolo faceva ad essere impeccabile dopo le condizioni in cui era la sera prima? Sorrisi con espressione confusa e mi schiarii la voce, attirando la loro attenzione.
«Buongiorno.» dissi al ragazzo, che mi sorrise a trentadue denti.
«Buongiorno a te! Dormito bene?» chiese, baciandomi la guancia. Lo guardai negli occhi e sospirai, facendo mezzo sorriso decisamente finto.
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The ticket of destiny
Storie d'amoreCOMPLETA Può un biglietto cambiarti la vita? Maya Ross ha sedici anni. Vive la sua vita tra lo studio, la sorella rompiscatole e una famiglia troppo protettiva. Nel liceo che frequenta, è sempre stata invisibile, oscurata da chi ha la tanto ambita...