Jamie
Il sabato era il giorno della settimana perfetto. Era una soddisfazione grande non sentire la sveglia che trillava alle sette e quindici del mattino, interrompendo il tuo bellissimo sonno. Era questa la ragione per cui mi ero svegliato alle dodici, con il profumino di un pranzo delizioso e mia sorella che stava consumando la sua pastina con l'omogenizzato, imbrattando il viso di mia madre con delle pernacchie. Becky era il sole di casa Reyes. Da quando aveva cominciato a fare parte delle nostre vite, tutto sembrava essere diverso, più puro e leggero. Anche mio padre, che prima passava molto tempo fuori casa, aveva iniziato a stare molto di più con la sua famiglia, prediligendo la notte per lavorare in modo più sereno. Mia madre era praticamente stanca, anche se felice. Un neonato era un lavoro molto impegnativo, questo lo sapevamo tutti, ma Becky era davvero una forza. La sua energia sembrava essere infinita, al punto che mio padre la chiamava diabla, ovvero diavola in spagnolo. La mamma ha origini latine: se non erro, è nata a Córdoba, in Argentina e ci ha vissuto fino ai suoi quattordici anni. Non avevo mai visto il suo paese d'origine, sapevo solo che secondo mia nonna, che da quelle parti si dice abuela, io avessi molte caratteristiche latine. Soprattutto la mia testa calda e il mio carattere istintivo. Non che io le credessi molto, comunque. Se c'era una cosa che non conoscevo affatto, quella era l'Argentina e i suoi abitanti. Mi sentivo fieramente e interamente americano. Solo che a mamma non lo dicevo, se no cominciava ad urlarmi contro cose in spagnolo dicendo che avrei dovuto ricordare da dove provenissi. Semmai, doveva ricordarlo lei, comunque. Io sono nato qui. Lei però non mi aveva costretto ad amare il suo paese, mi aveva solo insegnato lo spagnolo. Fin da quando ero bambino, parlava due lingue con me, infatti io lo parlavo davvero bene, conoscendo anche i modi comuni che non erano soliti a insegnare nelle scuole. Comunque, dopo l'ennesimo richiamo di mia madre, decisi di scendere di sotto per prendere il caffè con loro. Ci tenevano molto alla famiglia, potevo stare fuori quanto mi pareva ma prima dovevo bere quella dannata bevanda con i miei genitori. Presi posto di fronte a mio padre, che era stranamente silenzioso e assorto nei suoi pensieri. Tutta la casa era silenziosa, a dire il vero. Il che mi fece storcere il naso. Il silenzio non era più una cosa normale, da otto mesi a quella parte.
«Mamma, dov'è Becky?» chiesi, girando il cucchiaino nella tazza fumante.
«Sta dormendo, Jamie.» spiegò sorridendomi dolcemente.
«Emilia, parla a bassa voce. Se la svegli, addio relax.» borbottò mio padre, facendomi ridacchiare silenziosamente. «Jamie, hai programmi per stasera?» domandò serio, incrociando le mani.
Annuii, bevendo un sorso di caffè. «Mamma... non c'è lo zucchero!» esclamai contrariato.
«Scusami, me ne sono dimenticata.» disse trattenendo una risata e legando i suoi capelli scuri in una coda disordinata. «Quindi hai detto di avere programmi. Dove vai?» chiese interessata.
Sorrisi, zuccherando il caffè. «Esco con un'amica. La porto al cinema.» spiegai a bassa voce.
«¿Amiga o Novia...?» chiese mia madre beffarda. Dio, che cosa imbarazzante.
«Amica, mamma. Solo amica. Non farti strane idee.» le puntai il dito contro, contrariato.
Mio padre ridacchiò, scuotendo la testa. «Beh, sarebbe anche ora che tu ci portassi una bella ragazza in casa, no?» disse guardandomi con un sopracciglio alzato.
«No.» replicai stizzito.
«¡El ama a su madre!» esclamò mia madre allegra, alzandosi e riempiendomi di baci in guancia. All'epoca mi sentivo profondamente in imbarazzo, di fronte a quei gesti molto affettuosi.
![](https://img.wattpad.com/cover/190952008-288-k790697.jpg)
STAI LEGGENDO
The ticket of destiny
RomanceCOMPLETA Può un biglietto cambiarti la vita? Maya Ross ha sedici anni. Vive la sua vita tra lo studio, la sorella rompiscatole e una famiglia troppo protettiva. Nel liceo che frequenta, è sempre stata invisibile, oscurata da chi ha la tanto ambita...