31. Promesse

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Maya

La mia stanza era sommersa dai libri in ogni dove. Il pc era sistemato sul letto, qualche merendina lasciata a metà riempiva i piatti adagiati sul pavimento. Nonostante fosse domenica, lo studio aveva sommerso la nostra giornata senza verso di poterlo scampare. Quella mattina, in occasione della mezza giornata libera, ne avevo approfittato per stampare delle foto presenti sulla mia fotocamera. Ad esempio, quelle che avevo fatto a Jamie quella sera, dopo il mio attacco di panico. O quella che ci eravamo fatti nella casa in collina di Jason. Ero perfino riuscita a stampare le due foto che ci eravamo fatti in casa mia, la sera del ballo. E – grazie a Gilbert e alla mia insistenza – ero riuscita a farmi passare quelle che aveva fatto per il giornalino scolastico. La foto che avevamo fatto tutti insieme, nei costumi di Grease, era venuta davvero bene. Dopo averle rese cartacee, avevo riservato per loro un posto speciale nella mia parete, perché nello specchio non c'era più spazio.

«Perché mai dovremmo fare una relazione di dodici pagine su Napoleone Bonaparte?» la voce di Alex mi distrasse dai pensieri. Quel pomeriggio ci eravamo organizzati per studiare insieme, visto che i compiti di storia erano così tanti che a momenti saremmo morti studiando. Alzai lo sguardo dal libro di testo, posandolo sul ragazzo che aveva tutta l'aria di un disperato. Era sdraiato sul pavimento, con il libro sulla pancia e la penna tra le mani, che utilizzava come mezzo di distrazione perfetto.

«Perché è nel programma, Al. Altrimenti nemmeno io starei qui a perdere tempo con Napoleone. Insomma, è domenica e tra due ore devo vedermi con Jamie.» borbottai, scorrendo gli occhi sul libro.

Alex sospirò, mettendosi seduto, prendendo il quaderno e storcendo il labbro. «L'abbiamo fatto alle medie!»

Annuii, ruotando gli occhi. «E al liceo si approfondisce, Alex. Abbiamo dodici pagine da scrivere, dobbiamo riassumere la sua vita, direi che dovremmo darci una mossa.» mormorai.

Prese una patatina dal pacchetto, sgranocchiandola con aria assorta. «Dovremmo trovare un metodo di studio. Magari riusciremo a liberarci quanto prima, visto che siamo gli unici sfigati del gruppo che devono passare il pomeriggio sui libri.» ammise sconsolato.

Alzai di nuovo gli occhi dal libro, mangiucchiando una penna. «Sì, un metodo di studio potrebbe andare. Hai qualche idea?» chiesi, incrociando le braccia.

Rimase in silenzio per qualche secondo, per poi sorridere. «Per cominciare, il professore non ha spiegato se la vuole al computer o a mano. Per cui propongo di cercare gli avvenimenti più importanti, prendere appunti in un foglio e poi cercare di metterli insieme al pc. Essendo una relazione in coppie, ne basta una copia.» spiegò, facendo l'occhiolino e passandosi poi una mano sui capelli castani.

Annuii, sorridendo. «Bene! Io leggo e tu appunti. In mezz'ora, se la scriviamo al computer, dovremmo farcela!» esclamai entusiasta, rispondendo velocemente a un messaggio di Jamie.

«Perfetto, vai per ordine cronologico, così ci verrà più facile mettere insieme i pezzi. Evita la parte della nascita ecc... il professore ha detto che non voleva saperla.» disse, mettendosi il quaderno sulle gambe.

Cominciai a leggere, mentre Alex appuntava tutto con una velocità davvero notevole. Una volta finito, presi un bicchiere di succo d'arancia e lo bevetti in un sorso, prima di prendere il computer. Il mio compito era quello di ultimare la relazione, con un nostro parere personale alla fine. In mezz'ora esatta, avevo già tutto pronto, mancava solo la considerazione. «Come va con Clara?» chiesi, mentre scrivevo a velocità sul pc.

Alex si occupava di svolgere le domande sul libro, sia per me che per lui. Fece spallucce e sospirò, prima di chiudere i quaderni. «Beh, è carina, simpatica e ha ottimo gusto in fatto di cibo!» esclamò.

The ticket of destinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora