Parte 14

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Nel parcheggio appoggiato alla macchina c'è Akito, che appena mi vede mi viene incontro.

"Avete passato una bella serata?" chiede.

"Bellissima!" risponde Hisae.

"Mi fa piacere, adesso posso rubarvi Sana?"

"Certo!" rispondono in coro Mami e Hisae ridacchiando.

"Ma sei rimasto qui ad aspettarmi tutto il tempo?" chiedo io incredula.

"Non volevo rovinare la vostra serata tra donne, ma te l'ho detto che aspettavo domani, adesso è l'una e venti è già domani!"

Non posso credere alle mie orecchie "Tu sei pazzo!"

"Si forse" dice lui alzando le spalle.

"No è romantico" dicono sempre in coro Mami e Hisae. Aya invece si tiene in disparte.

"bhè allora noi andiamo, ti prendi tu cura di lei non è vero?" dice Hisae tirandosi dietro le ragazze.

E io rimango li senza sapere cosa dire, sono esterrefatta.

"Andiamo?" dice Akito aprendo la portiera della macchina.

"Si ho deciso, tu sei pazzo!" dico scoppiando a ridere "Dove mi vuoi portare?"

"In realtà ti accompagno a casa, volevo solo passare un po' di tempo con te" si avvicina e mi prende in braccio.

"Che fai?" grido aggrappandomi al suo collo.

"Ti metto in macchina no?"

"mmmm ok..." dico nascondendo la testa sul suo collo. Sento il suo profumo è proprio buono e mentre lui si piega per mettermi sul sedile io inizio a baciargli il collo.

"Ti prego fai la brava" dice senza però allontanarsi.

"non è facile" ammetto.

"Già..." chiude la portiera, carica la sedia a rotelle nel bagagliaio e sale in macchina.

"Posso chiederti una cosa?"

"Quello che vuoi"

"Sta sera Aya, mi ha detto una cosa e non faccio che pensarci, è vero che tu non puoi uscire con me? Perché ero tua paziente intendo"

"Ah." lui si gira a guardarmi e si fa serio "In effetti Aya a ragione. In teoria non si potrebbe fare"

"e in pratica?" chiedo io ansiosa.

"In pratica non mi interessa. Ci ho provato, ero riuscito a far finta di niente mentre eri in ospedale, ma l'altra sera quando ti ho rivista... ho deciso che non mi interessa. Tu mi piaci, non vedo cosa ci sia di male. Sei d'accordo?" dice inchiodando i suoi occhi ai miei.

Mi sporgo e lo tiro per la camicia per farlo avvicinare, quando le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie dico: "Non potrei essere più d'accordo" poi lo bacio. Il sapore dei suoi baci, il suo calore, non riesco a farne a meno.

"Che ne dici di venire da me?" propone lui "niente di sconveniente, passiamo un po' di tempo insieme e quando vuoi ti accompagno a casa, è tardi e in macchina fa freddo, ma non voglio riaccompagnarti subito, ti va?" si corregge un po' imbarazzato.

"Si" dico sorridendo del suo imbarazzo. 

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