Parte 22

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Il giorno dopo ricomincio la fisioterapia, ma ovunque vado le infermiere mi tirano delle occhiatacce, ha proprio ragione Tsuyoshi, stanno tutti spettegolando e ne ho la conferma quando anche il fisioterapista inizia a commentare "Allora signora Kurata, vedo che si è ripresa, sicuramente le attenzioni del Dottor Hayama le hanno fatto bene" la sua voce sembra amichevole, ma il suo sguardo mi dice che c'è qualcosa sotto.

Evito di rispondere, non voglio fare commenti per evitare di farmi sfuggire qualcosa e mettere Akito nei guai.

Alla fine della seduta sono decisamente esausta, mi riaccompagnano in camera e anche questa volta tutti stanno bisbigliando alle mie spalle, vorrei mettermi a urlare e mandarli tutti a quel paese, ma non posso perché finirei per ammettere che hanno ragione loro.

Nel pomeriggio arriva Fuka a tenermi compagnia, con lei riesco a rilassarmi "Allora? Vuoi dirmi com'è andata a finire con il bel dottorino?"

"Fuka! Vuoi smetterla ti sentono!" dico io guardandomi in torno.

"Uffa lo sai che sono curiosa, non puoi lanciare una bomba del genere e aspettarti che io non dica niente..."

"Bhè finché resterò qui non potrò soddisfare la tua curiosità!" dico indicando il letto.

"E allora vedo di rimetterti in piedi il prima possibile! Anzi ero anche intenzionata a farti una proposta molto seria, ma forse non è più il caso..." dice lei abbassando lo sguardo.

"Di che stai parlando?" chiedo incuriosita.

"Bhè devi sapere che ho conosciuto un ragazzo a Londra, lui è un regista di teatro, si occupa di diversi spettacoli e siccome sapevo che tu sicuramente non saresti tornata con la tua vecchia compagnia teatrale per via di Kamura, ho pensato di parlargli di te. Potresti venire a stare da me, sarebbe fantastico, come all'università! Ti ricordi quanto ci divertivamo quando vivevamo insieme?" dice lei entusiasta.

Li per li sarebbe un'idea davvero allettante, ma adesso sono indecisa, Akito è qui e io mi ritrovo a pensare che separarmi da lui adesso che ci siamo appena trovati sarebbe una follia.

"Fuka... io..." inizio a dire.

"Lo so... non me lo dire... già me lo immagino... è sempre la stessa storia, tu ti innamori e ti annulli per gli altri!" dice seccata.

"Fuka! Io non mi annullo per gli altri!"

"A no? Quindi mi stai dicendo che preferisci realmente rimanere in Giappone dove al momento non hai un lavoro e non sai nemmeno quando potrai ricominciare, invece di andare a Londra a lavorare in uno dei centri teatrali più grandi del mondo? O lo faresti solo per il bel dottorino?" ribatte lei.

"Fuka, lo so che per te è difficile crederlo, ma ci sono altre cose oltre al lavoro e i soldi!" dico arrabbiata.

"Quindi ho ragione io!" dice incrociando le braccia e guardandomi male.

"Ti prego basta non mi va di litigare" dico io rassegnata.

"Voglio solo che tu sia felice Sana! Vorrei che tu fossi appagata e felice!" dice lei che si sta già addolcendo.

"Ci penserò ok? Te lo prometto, intanto ci vorrà del tempo per farmi uscire dal letto e ricominciare una vita normale, avrò il tempo di pensarci ok?" dico per rassicurarla.

"ok, ma sappi che la mia porta è sempre aperta!"

"Grazie amica mia! Dai fammi distrarre un po' raccontami di te, come te la cavi a Londra?" chiedo.

"Bene, il lavoro va alla grande, mi hanno fatto anche diverse proposte, ma prima di valutarne di nuove, vorrei vedere fin dove riesco ad arrivare in questo studio, perché l'ambiente mi piace..." dice mentre le brillano gli occhi.

"Si ma lavoro a parte, hai conosciuto qualcuno?"

"Che cosa te lo fa pensare?" dice lei arrossendo violentemente.

"Il succhiotto che cerchi di nascondere sotto la sciarpa! Se dopo due giorni che sei qui è ancora visibile mi immagino che impegno ci sia voluto per fartelo!" dico io ridendo.

Lei diventa di tutti i colori "Sana ti odio! Come cavolo hai fatto a vederlo? Sono stata attenta! E va bene hai vinto, si ho conosciuto un uomo meraviglioso, non so ancora se sarà l'uomo della mia vita, ma per il momento ci troviamo molto bene insieme."

"Dettegli cara dettagli!" dico io ridendo del suo imbarazzo. Mi fa sempre ridere come lei sia una ragazza molto spavalda e sicura di se, ma quando si parla di sentimenti sia molto riservata e si vergogni di parlarne.

Restiamo a parlare fino a tardi, fino a che un'infermiera viene a dirci che l'orario di visita è finito e lei mi saluta, mi abbraccia forte e mi fa promettere almeno cento volte che penserò alla sua proposta.

"Mi dispiace averti spaventata, ma mi ha fatto davvero piacere vederti!" ammetto.

"Mi dispiace solo non poter rimanere di più, ma il lavoro non può più essere rimandato"

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