Parte 17

455 10 0
                                    

"Akito! Sei tornato!"

"Già, come stai? È stata dura oggi?"

"è stato orribile" mi viene ancora da piangere a pensarci "non credevo sarebbe stato così doloroso"

"mi dispiace, ma devi avere pazienza pian piano andrà meglio"

"Lo spero, ma dimmi di te, sarai stanco dopo il viaggio"

"No, tutto apposto, volevo passare a vedere come stavi, mi sei mancata"

"Anche tu" ammetto.

Lo vedo strano, sembra insicuro, poi un secondo dopo sbotta "Al diavolo!" si avvicina e mi bacia, uno di quei baci che mi tolgono il fiato, poi si stacca dalle mie labbra senza allontanarsi troppo, con gli occhi fissi nei miei "tu sei una tentazione troppo grade, ma qui io sono il tuo medico, non dovrei neanche essere qui, come faccio a starti lontano?" dice un secondo prima di ricominciare a baciarmi. Si sente un po' di trambusto in corridoio e lui si allontana di colpo, guardando verso la porta che però rimane chiusa.

A vedere come si comporta mi tornano in mente le parole di Aya "Forse dovresti andare, non voglio metterti nei guai." dico un po' giù di morale.

Lui ovviamente se ne accorge subito "Non ti devi preoccupare, ne vale la pena."

Io cerco di sorridere, ma sono preoccupata comunque.

"hey ti vedo strana sta sera, ti fanno male le gambe?"

"In effetti si" ammetto, anche se al momento non è quella la mia prima preoccupazione.

"posso?" chiede indicando le mie gambe.

Io annuisco e lui scosta le coperte, inizia a massaggiarmi le gambe, ha davvero le mani magiche dopo poco il dolore si è già alleviato, anche se devo ammettere che sentire le sue mani su di me mi fa anche pensare ad altro... vorrei che mi toccasse ovunque non solo le gambe... Questi pensieri iniziano a farsi largo nella mia mente e un secondo dopo sento la faccia che diventa di fuoco. Ma per fortuna non mi sta guardando. Cerco di distrarmi e pensare ad altro, ma non è affatto semplice.

Bussano alla porta e senza aspettare risposta qualcuno entra è il fisioterapista "Perché la porta è chiusa? Signora Kurata volevo..." si interrompe bruscamente vedendo Akito che mi sta massaggiando. Sento una certa tensione nell'aria. "Hayama? E tu cosa ci fai qui non eri a Osaka?" non so se è una mia impressione ma c'è un certo astio nella sua voce.

"Sono appena tornato" risponde Akito con uno sguardo glaciale. Ok forse non è una mia impressione, ma che succede?

"Appena tornato e già al lavoro? In borghese?" chiede in tono furbo Shinosuke.

"Hai bisogno di qualcosa?" taglia corto Akito.

"Ero venuto a vedere come stava la mia paziente, oggi è stata molto brava e le ho portato del ghiaccio secco per il dolore" dice quello con un tono strano.

"Ghiaccio? E dovrebbe servire a?" chiede Akito ironico.

"ormai a niente visto che sei diventato anche massaggiatore a quanto vedo. Buona sera signora Kurata. Hayama." dice lui andandosene.

"Posso chiedere cos'è appena successo?" dico io per capire.

"Lui è abbastanza famoso qui perché ci prova con ogni bella ragazza che entra in ospedale, non l'hanno licenziato solo perché non lavora direttamente per l'ospedale, ma per un'agenzia esterna."

"Bhè dopo quello che mi ha fatto passare oggi vorrei ucciderlo non avrà mica pensato di provarci con me?!" chiedo scioccata.

"Lui fa così, sarebbe venuto qui, si sarebbe offerto di darti una mano e poi..."

"E davvero funziona? Cioè qualcuna ci casca?" chiedo io incredula.

"O molto più di quanto puoi immaginare..."

"e tu dottor Hayama? Quante pazienti hai sedotto?" chiedo curiosa.

"Fino ad ora nessuna, non voglio perdere il mio lavoro."

"Allora aveva ragione Aya! Devi andare via di qui subito!" dico io arrabbiata.

"Sana?" lui mi guarda spaesato.

"Non voglio farti perdere il lavoro!"

"è diverso, non devi preoccuparti..." cerca di dire.

Io mi ribello, gli afferro le mani che sono ancora sulle mie gambe "Non sto scherzando! Fuori di qui!"

"Sei seria? Mi sei mancata!" dice per cercare di rabbonirmi.

"Certo che sono seria, prima che entrasse lui stavo pensando alle tue mani e non le avrei volute solo sulle gambe ma in ben altri posti! Con te vicino ho qualche problema di lucidità, e non posso permettere che una cotta ti faccia perdere il lavoro!" dico seria.

"Una cotta?" chiede lui serio.

"Hai capito cosa intendo!"

"è questo che sono? Una cotta? Allora forse è meglio che io vada" dice raccogliendo le sue cose.

"Akito fermati non intendevo questo!" ma cosa ha capito?

"Sono il dottor Hayama e non ti dispiace!" dice con uno sguardo gelido sparendo oltre la porta.

"Ti prego torna qui!" urlo, ma ormai è andato via. Che cavolo ho detto? Lui non è una semplice cotta, non è quello che penso, io volevo solo che non mettesse a rischio il suo lavoro. Afferro il cellulare ma suona a vuoto. Sono proprio una stupida.

FisioterapiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora