Parte 5

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Il giorno dopo quando la mamma è andata via, chiudo gli occhi e sento la porta aprirsi, mi giro e davanti a me c'è Naozumi con un gigantesco mazzo di rose.

"Sana io volevo spiegarti" si affretta a dire.

"Vattene!"

"No, ascoltami tu lo sai che il nostro rapporto ormai si era raffreddato da anni, Ina invece"

"Non mi interessa! Non voglio sapere niente! Vattene!" Inizio a urlare.

"Ma Sana noi...." cerca di dire lui ma io lo interrompo "Dopo tutto questo tempo, tu mi hai già tradita una volta e ci sono passata sopra, ma adesso? Adesso ho perso tutto! E tu invece di starmi vicino ti diverti con la tua amichetta? Ma che razza di uomo sei? Non capisci che ho perso tutto? Lo spettacolo era una mia idea! E tu me l'hai rubato! E io forse non camminerò più e tu vuoi solo lavarti la coscienza per stare con la tua amichetta, mentre io sono bloccata su questo dannato letto? Vattene! Vattene e non tornare mai più!" Urlo così forte che in corridoio scende il silenzio, ma lui non se ne va e si avvicina, allungando una mano verso di me. Io afferro la prima cosa che ho vicino e gliela lancio contro "Vatteneeee!!!" inizio ad agitarmi e vorrei alzarmi in piedi e buttarlo fuori, prenderlo a schiaffi, poi sento un dolore esagerato alle gambe e urlo.

In quel momento il dottor Hayama entra nella mia camera, mi vede, spinge via Nao, cerca di afferrarmi i polsi, e mi spinge contro il letto con tutto il peso del suo corpo "Calmati! Calmati Sana! Ti si sono riaperte le ferite, ti stai facendo del male!" ma io cerco ancora di liberarmi dalla sua presa scossa dal pianto e dalla rabbia.

"Sana io...." Nao si fa avanti, ma mentre gli urlo di andarsene, lui sembra non sapere cosa fare.

Il dottor Hayama senza muoversi di un millimetro lo fulmina con lo sguardo "Se ne vada immediatamente o chiamo la sicurezza!"

Naozumi esce spaventato, ma io non riesco ancora a calmarmi, il medico non molla la presa, tiene i miei polsi schiacciati contro il cuscino e si è piegato su di me, mentre cerco di divincolarmi, lui mi sussurra all'orecchio "Calmati ti prego, calmati, è andato via, non permettergli di farti altro male" Abbandono ogni resistenza, ma non riesco a smettere di piangere.

Entra un infermiera "ho portato il tranquillante"

"Non ce ne sarà bisogno" lui mi fissa, ha la faccia a pochi centimetri dalla mia, i suoi occhi sono così magnetici che non posso fare a meno di arrendermi. Lui le fa cenno di uscire, poi torna a guardarmi fisso negli occhi "Adesso ti lascio andare e mi tiro su, tu mi prometti di non agitarti?"

Faccio cenno di si con la testa, ad essere sincera non avrei le forze nemmeno per muovere un dito, lui si alza pianissimo tenendomi d'occhio, ma io non mi muovo, chiudo gli occhi, mentre le lacrime continuano a scendere.

"Guarda qui che disastro, stai sanguinando, dobbiamo cambiarti le fasciature e sicuramente ridare qualche punto" fa cadere le lenzuola macchiate di sangue e chiama le infermiere, una di loro porta il carrello per le medicazioni, l'altra raccatta le lenzuola e le porta via.

Appena l'infermiera mi tocca faccio uno scatto nervoso, e il medico la manda via "Fuori, fuori tutti, ha ricevuto fin troppe visite per oggi, non voglio che nessuno entri in questa stanza senza il mio permesso, non sono ammesse visite fino a nuovo ordine" le due infermiere escono richiudendosi la porta alle spalle.

Il dottor Hayama resta la guardarmi e io mi vergogno, non è da me piangere e disperarmi.

"io ... io non..." cerco di parlare, ma non so nemmeno io cosa dire.

"Vuoi farmi spaventare a morte vero? Guarda qui, io che ho cercato di mettere ogni punto perché le cicatrici fossero minime e tu rovini tutto il mio bel lavoro? Adesso devo toglierti la fasciatura e controllare se sono saltati dei punti e probabilmente ti farò male, mi scuso per questo ma è necessario. Adesso posso toccarti o salterai come poco fa con la mia collega?" Chiede lui cercando di tranquillizzarmi mentre io faccio cenno di si con la testa, mentre cerco di asciugare le lacrime.

Lui inizia a medicarmi con molta delicatezza, quando finalmente smetto di piangere lui mi dice "E tu ti sei torturata così per un damerino simile? Te l'hanno mai detto che bella come sei potresti avere qualsiasi uomo ai tuoi piedi? Davvero ti piace quel tizio impomatato?"

"No, non è per lui è vero che le cose non andavano più bene da molto tempo, e probabilmente stavamo insieme solo per abitudine, non mi importa niente di un cretino simile, ma io non lo so, mi è salita la rabbia, se penso che ho messo tutta me stessa per quello spettacolo, ci ho lavorato giorno e notte per mesi e adesso è diventato il simbolo del loro amore e del suo tradimento e io non posso alzarmi da qui, sono così arrabbiata!" Ammetto più a me stessa che a lui.

"è comprensibile, ma mi devi promettere che non ti agiterai più così! Credimi quando ti dico che so cosa vuol dire perdere tutto e non sapere se si potrà tornare più quelli di prima, ma solo tu puoi trovare la forza per farcela e per quanto io sia bravo se tu non mi aiuti mettendocela tutta non potremo fare progressi" I suoi occhi sono così profondi che quando mi guarda così non potrei mai dirgli di no, poi torna a medicarmi e quel suo sguardo profondo e la concentrazione che mette per non farmi più male del dovuto, mi accorgo solo adesso di quanto sia attraente, ma sicuramente penserà che sono una pazza da manicomio.

"Ok ho finito, e se rovini di nuovo il mio lavoro mi arrabbierò moltissimo! Adesso ti darò un sedativo così potrai riposare e riprendere le forze, più tardi verrò a vedere che non ci siano altre ferite che mi sono sfuggite"

Riesco solo a dire "Grazie" mentre lui con il suo sguardo magnetico, mi fa un cenno e esce dalla stanza e io mi addormento, un sonno profondo senza sogni.

La sera mi sveglio perché qualcuno accende la luce nella stanza. É il dottor Hayama.

"Scusa non volevo svegliarti, ma volevo vedere come stavano le tue ferite"

Cerco di tirarmi a sedere, ma lui mi ferma.

"No no aspetta ti aiuto io" si avvicina velocemente e tira su il letto "metti le braccia intorno al mio collo e tieniti forte, ce la fai?"

"Si, credo" ma non ho molte forze e perdo subito la presa.

"Allora ci penso io, perdonami non voglio toccarti il sedere, ma meglio quello delle gambe, se no ti farei male" infila un braccio sotto il mio sedere e con l'altro sotto le spalle mi mette seduta, sistemandomi i cuscini.

"Allora sembrerebbe che ho fatto un buon lavoro, non vedo sangue sulle bende" conferma lui.

"Grazie dottore, e mi scusi per oggi"

"Non preoccuparti, sono venuto a portare buone notizie, le analisi sono apposto quindi tra due giorni potremo fare l'intervento!" il suo tono è incoraggiante, ma io non sono molto convinta.

"Adesso ti faccio portare la cena, smetti subito di fare quella faccia! Devi tirarti su di morale!"

"Ci proverò"

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