The Hell || Narry

CAPITOLO 18

HARRY’S POV

“Niall prima che tu incominci a raccontarmi tutto….mh….dovrei andare un attimo ad avvisare Liam…mh…sai così non veniamo interrotti…mh” dissi tra i suoi continui baci.

“Haz gli spiegheremo tutto dopo, ti prego rimani qui” la verità era che volevo andare a vedere come stava Veronica, sinceramente mi sentivo in colpa, era una stronza ma era pur sempre una donna, Liam mi aveva mandato via subito prima, forse ero pazzo, ma mi sentivo in dovere di farlo.

“Un attimo Ni, vado da lui per dirgli quando e dove gli spiegheremo tutto va bene?” mugulò in disapprovazione ma dopo annuì, gli lasciai un piccolo bacio sulla fronte leggermente sudata e me ne andai, volevo fare presto, già mi mancava il mio piccolo.

Harry mi sorprendi, sei diventato un ragazzo fin troppo dolce e sensibile per i miei gusti. Ed anche sdolcinato.

Lasciai stare la mia stupida vocina nella testa e mi diressi in infermeria quando…..

ANONIMO’S POV

Feci passare un po’ di tempo, ero tornato a casa ma ora ero più che pronto, presi la macchina e mi recai di fretta e furia al Weedsthell, o meglio, all’inferno, amavo quel posto, la mia famiglia lo comandava segretamente da anni, era stato creato apposta tanti anni fa, prima era il posto più temuto e più potente della città, ma ora era solo uno sporco segreto usato di nascosto per uccidere gente, era orribile, ma ora il propretario ero io, ed ero stato allevato segretamente fin da piccolo per questo compito,ora era completamente compito mio farlo rimanere segreto e farlo andare avanti.

All’ inizio non sapevo se ne ero capace, ma poi capii che ero destinato a quello, destinato ad essere un’assassino. Ero nato per questo, e mai e dico mai, avrei voluto ferire i miei genitori, non volevo essere ritenuto una femminuccia da loro, e soprattutto, non dovevo essere inferiore a Niall in nessun modo.

Lui era da eliminare, ma il più terribilmente e lentamente possibile.

Aprii la porta ed entrai, come sempre delle guardie vennero a salutarmi e dopo mi diressi nel mio grande ufficio, non avevo una fottutissima voglia di litigare, presi i fogli sulla scrivania con tutti i patti da dare al mio prossimo complice, li c’era scritto tutto il piano, e mai doveva andare in mani sbagliate o tutti questi anni di riflessioni sarebbero andati in frantumi.

Chiusi la porta a chiave e andai verso l’infermeria a vedere se trovavo Veronica per farmi dire dove andare per parlare con lui.

“Hey Veronic-”mi avvicinai rapidamente, era messa piuttosto male.

“Oddio, che ti è successo?” aveva il labbro sanguinante ed una guancia violacea.

“Nulla, nulla…” sposto il suo sguardo sui miei occhi.

“Dimmi subito chi è stato a ridurti così” dissi a denti stretti.