CAPITOLO 19

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NIALL’S POV

Harry non tornava, era gia troppo che aspettavo, mi alzai e mi misi la maglietta, proprio quando stavo andando ad aprire, la porta si aprì rivelando la figura di Harry, entrò e si mise una mani fra i capelli, mi superò e richiusi la porta, mi avviai sul letto di fianco a lui, sembrava stressato da qualcosa, ma decisi di starmene zitto.

“Tutto bene?” mi limitai a chiedere.

“Si….si Ni” sospirò e fece un mezzo sorrisetto. Lo presi fra le mie braccia e lo strinsi a me, sapevo che star qui era difficile,  lui aveva bisogno di più affetto possibile ed io sarei stato accanto a lui per sempre.

Presi coraggio, era arrivato il momento di dirgli tutto, non ci potevo credere, non ero proprio pronto ma dovevo dirglielo.

Lo baciai, un bacio che durò tanto, un bacio pieno di amore, non volevo che le cose tra noi cambiassero, mi staccai e gli presi la mano iniziando ad accarezzargli il dorso di essa con lentezza, ci guardammo negli occhi e mi fece un cenno con la testa per incitarmi.

“Harry, prima di tutto parto con il dire che non son più come ora ti racconterò, non son più quella persona e spero tu lo capisca” annuii e presi fiato.

“Circa due anni fa, si quando avevo appena 16 anni, conobbi dei ragazzi, erano i più stimati della città, non pensare le solite cose, non sto per dirti che per entrare nel loro gruppo dovevo fare qualche strano rito eccetera, no per niente, mi presero senza problemi, erano dei ragazzi molto intelligenti, io non avevo amici ero sempre stato associale, mia madre mi mandava da uno psicologo, ma non migliorò nulla, ma tutto cambiò quando li incontrai, erano socievoli ed aiutavano sempre la gente,  visto che ero nel loro gruppo ero diventato molto popolare diciamo, ma dopo quattro mesi mi portarono in un posto, un magazzino, era tenuto bene ma li….be…..c’erano molti sacchi...si sacchi e contenevano be….gente…” mi fermai un attimo quando mi accorsi dell’ agitazione che si era creata in lui, non mi piaceva parlarne ma era così, e dovevo dirglielo.

“Calmati per favore….quando arrivai li ero totalmente confuso, spaventato, avevo paura che mi avrebbero ucciso ma invece mi diedero un sacco…e li dentro ci sarebbe dovuto stare un cadavere, una persona che io dovevo uccidere, all’inizio mi tirai indietro, ma loro furono molto corrompenti anche senza ricattarmi, mi dissero che quella persona era un criminale, loro erano una sorta di associazione contro i criminali, volevano la giustizia ed alla fine accettai….” abbassai la testa ma lui me la alzò dal mento,mi guardò e mi accarezzo una guancia, lacrime minacciavano di scendere dai miei occhi, i suoi erano lucidi, non capivo cosa provasse in quel momento, mi sentivo uno schifo…

“….così cercai questa persona, di cui ora non ricordo il nome, ma era un assassino, il piano consisteva nel sparargli dritto alla testa, a loro non piaceva far soffrire le persone, così li ammazzavano nel modo meno doloroso possibile, così andai da lui, rimasi fuori casa sua nascosto in un grande cespuglio per aspettare che uscisse così da sparargli….” Sospirai, era difficile. Terribilmente difficile.

“All’ultimo secondo mi tirai indietro, lui uscì dalla porta di casa, per far si che loro credessero che gli avessi sparato, sparai dentro casa sua, non sapevo bene dove, non riuscivo a pensare, lui buttò la spazzatura nel bidone poi tornò in casa, io stufo di tutto tornai a casa…” singhiozzai.

The Hell || NarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora