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[questo capitolo è totalmente di Alexander]




































Pov's Alexander

Oramai non sapevo più che fare, mia madre mi ha messo in dieta perchè pensa che io sia ingrassato, in realtà, la pancia che si vede è la gravidanza che ormai è arrivata al 3° mese; il bambino lo voglio tenere, il problema resta: dirlo ai miei e dirlo a Nicolai.

Io non sono nemmeno un gran che come ragazzo,sono nato in una casetta nella periferia di londra, si da piccolo, non mi sono mai interessato alle ragazze nonostante, i miei genitori, in particolare mia madre, invitavano i loro amici che avevano delle figlie per farmici giocare assieme, con la speranza che un giorno, mi sarei fidanzato con una di loro; conoscendo mia madre, di sicuro non approverà: ne che io sia gay, ne che sia incinto.

Mia madre di chiama Clare, è la prima ballerina di una compagnia teatrale, quando danza, è la migliore, anche senza parlare, con le sue movenze, riesce sempre a raccontarti qualcosa; infatti, quando ero piccolo, invece di raccontarmi a voce le storie, lei ballava, ballava per farmi addormentare, raccontandomi con il suo corpo le storie più belle. Inoltre, è anche una gran religiosa, non c'era ne pranzo, ne cena che non iniziasse con una preghiera.

Mio padre Erik, invece, è un agente dell'NCIS (Naval Criminal Investigative Service) e proprio ora, si trova al lavoro, per risolvere il crimine di una sparatoria avvenuta non lontano da qui; meno male che lui è un analizzatore di DNA... e non un agente di quelli che va in giro con le pistole.

Lui non è quasi mai a casa; tranne qualche volta, quando c'è però, lui e mamma litigano e la cosa mi fa stare male.

In quanto a Elisa, la mia BFF, l'ho conosciuta quando è venuta a Londra per lavorare; ricordo bene quel momento in cui la vidi per la prima volta, era una ragazza molto carina, lavorava al "Giant Jack Restaurant" uno non molto noto, ma di gran classe; indossava una bellissima divisa, semplice nel suo complesso.
Si trattava di una semplice camicia bianca con il pantalone, il gilet e il papillon neri, anche le scarpe erano nere, erano delle ballerine.
Aveva i capelli raccolti a chignon e un leggero filo di trucco, forse, per nascondere le evidenti occhiaie che nonostante il trucco, si vedevano chiare; quando venne verso il mio tavolo, i miei compagni di classe, che in quel momento si trovavano con me a pranzo, iniziarono a mangiarla con gli occhi; mi stavo letteralmente vergognando.

Era carina certo, ma io ero pur sempre gay, a me le ragazze non piacevano; a quanto pare, lei si sentiva parecchio osservata ed inizio a balbettare, nonostante ciò, il suo era un inglese perfetto. Prese le nostre ordinazioni e se ne andò tornando poco dopo con i nostri piatti.

Nicolai invece, lo conobbi in Italia, quando andai al bar per fare colazione; io, accortomi dell'enorme ritardo, mi alzai di fretta e nel correre verso l'uscita andai a sbattere contro una persona, Nick, che non cadde nemmeno a differenza mia.

Lui mi aiutò ad alzarmi e per scusarsi mi portò al lavoro.

Ah! Che stupido! Non vi ho nemmeno detto che lavoro faccio, io lavoro presso la "Home Design" che si trova nei pressi della città di Elisa, sono un interiore designer e mi occupo di arredare e sistemare gli interni delle case.

Ora, spero solo di trovare il modo di dire al mio Nick che aspetto il suo bambino.


























Continua.....


















Bye~

Incinto di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora