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Devo aver bevuto un po' troppo, certo, noi russi sappiamo reggere molto bene l'alcool, ma capita sempre quel bicchierino che ti sballa... il fatto che abbia bevuto è perché........























In realtà, non lo ricordavo con esattezza, il mal di testa non mi permetteva di ricordare, mi alzai per andare a cercare Marta, magari lei aveva qualcosa da darmi per combattere questo martello che continuava a colpirmi il cervello.

Io: "Marta?"

Marta: "sono in camera vieni"

Andai da lei, aprendo la porta, lei era seduta alla scrivania con il gatto sulle gambe.
Lei mi guardò, si alzò e mi portò in cucina per poi porgermi una bustina di Oki task.

Io: "come hai fatto a sapere che ne avevo bisogno?"

Marta: "quando siete arrivati mi sembravi un po' ubriaco, giusto per sapere, quanti bicchieri hai bevuto?"

Io: "15 credo..."

Marta: " di cosa vodka liscia?"

Annuii, nel mentre presi la medicina.

Marta: "che è successo per farti bere così tanto?"

Io: "non voglio parlarne" dissi.

Tornai a letto mentre man mano che il mal di testa passava, lentamente mi tornava in mente tutto...........




























Flashback

Ero a casa con i miei, quella sera ero pronto a dire loro di essere gay, ma non sapevo come iniziare quella stressante conversazione.

Io: "mamma, papà, avrei una cosa da dirvi... ma è una cosa abbastanza delicata che spero possiate capire"

Mamma: "dicci pure cucciolo, sai che a me e a papà puoi dire tutto" mi dice, ma so già che non la prenderà bene, pure le mie tre sorelle e mio fratello più grande sono presenti... ma loro lo sanno già, sanno che sono omosessuale e purtroppo, solo l'ultima delle mie sorelle, Emiliya, ha accettato la cosa... infatti, proprio in questo momento mio fratello e le mie sorelle, tutti più grandi di me, mi stanno guardando male.

Io: "ok -esito un po' ma poi prendo fiato ed inizio a parlare- ecco, non so come la prenderete, ma è importante e non riesco più a tenervelo nascosto -mia madre mi guarda strano- spero davvero che mi capiate e mi stiate accanto -mio padre abbassa il giornale e mi guarda- beh... ecco... -sto temporeggiando per la paura, paura di non essere accettato- i-io... -prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi- io sono gay!" dico tutto d'un fiato, continuando a tenere gli occhi ben serrati.

Non sentendo risposta, apro gli occhi e mi arriva uno schiaffone potentissimo da mia madre che mi guarda in lacrime.

Mamma: "ragazzi andatevene" detto ciò le mie sorelle e mio fratello se ne vanno, restiamo io, mia madre e mio padre che ora regge la cintura dei suoi pantaloni in mano

Papà: "levati la maglia Nicolai" mi ordina mentre mia madre sistema delle nocciole per terra.

Mamma: "e mettiti con le ginocchia sulle nocciole" mi ordina lei.

Io: "mamma, papà, vi prego no..." supplico in vano.

Mio padre mi afferra per i capelli e mi sbatte a terra, cado con le ginocchia sopra le nocciole e trattengo perfettamente un urlo di dolore mentre mia madre con le forbici mi leva la maglia; ad un tratto sento un colpo e un forte bruciore alla schiena, capisco subito che mio padre mi ha dato una cinghiata, dopo la 40° si ferma e mi guarda.

Che ore saranno? Non ho il coraggio di alzare lo sguardo... mi fa troppo male il cuore per la reazione dei miei.

Papà: "non azzardarti più a mettere piede qui dentro mostro, mi fai schifo... sei un rifiuto per la società, vattene da questa casa capito?"

Io annuisco, non riesco a guardarlo, mi alzo ed esco, entro nel mio bar preferito, il gay bar eccellenza nella zona, il Joyo night club; mi siedo al bancone ed ordino il mio solito bicchiere di vodka liscia.

Sono al 15° bicchiere, la mia vista comincia ad appannarsi, la mia testa si annebbia e il ricordo di ciò che è appena successo sciama e scompare; vedo una persona sedersi accanto a me ma non capisco chi sia.

Ale: "ehy Nick" riconoscerei quella sua stupenda voce anche da sordo, è Alexander, il mio migliore amico e l'amore della mia vita; credo proprio che mi farò una bella scopata con lui per sfogarmi.

Non appena mi si avvicina gli guardo le labbra con la coda dell'occhio è preoccupato per me, lo so... mi giro di scatto e lo baciò per poi portarlo a casa delle due deficienti e consumare il mio dolore e la mia rabbia.

Fine flashback.





























Spazio me!!!

Sorry, questo capitolo è un po' più lungo del solito, ma spero lo stesso che vi piaccia.

Bye~

Incinto di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora