Prologo.

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"Signore, la situazione è più grave del previsto" mi informarono i medici.
Mi chiamavano signore, ma avevo solo 19 anni e non ero sposato.
"Cioè?" dissi spaventato, sgranando gli occhi.
"La ragazza ha avuto complicazioni e il suo cuore potrebbe non reggere durante il travaglio"
Non poteva succedere.
"Posso vederla?" il dottore annuí e mi indicò la porta. Io corsi ed entrai in sala parto e quando vidi la mia ragazza su quel lettino, le andai incontro, pronto ad abbracciarla: e così feci.
"Amore" mi sussurrò. Avevo sempre amato la sua voce, aveva partecipato a tutti i concorsi di canto della scuola e li aveva vinti quasi tutti.
"Dimmi" cercai di sorriderle.
"I dottori mi hanno detto della complicazione, ma.. io non ho paura. Voglio che.. tu ti prenda cura di Charlotte, così come hai fatto con me in questi anni!" disse a fatica.
"Perché? -chiesi- Perché non possiamo vivere una vita felici io, te e la bambina? Eh? Cosa abbiamo fatto di male?" una lacrima mi rigò la guancia, ma la asciugai subito. Dovevo essere forte per lei e per la bambina.
Christine, così si chiamava la mia ragazza, mi accarezzò la guancia e mi sorrise. "Sono sicura che sarai un ottimo padre e che le darai tutto l'amore possibile, la difenderai dalle cattiverie del mondo, la farai sentire come una principessa al sicuro nel suo castello e tu sarai il suo principe per molto tempo." sorrise amara, stringendomi la mano e piangendo. "Promettimelo, Zayn!"
"Okay -tentennai, ma cosa potevo fare?- te lo prometto amore mio" le presi il viso tra le mani e le baciai la fronte. "Io però.. non voglio perderti" tirai su col naso.
"Sarò sempre qui -mi indicò il mio cuore- con te e la bambina, vi guarderò da lassù! Sarò il vostro angelo custode!"
"Resterai sempre il mio angelo bellissimo" le sussurrai.
"Troverai un altro angelo! -mi accarezzò il mento- E sarai di nuovo felice"
"Amore, non dire sciocchezze. Amerò solo te!"
"Ti ho sempre insegnato che le bugie non si dicono" ridacchiò. Scossi la testa.
Si piegò su se stessa per i dolori al basso ventre. Strinse i denti e urlò. Immediatamente alcuni dottori entrarono per assisterla.
Si prepararono per l'imminente parto e mi chiesero di uscire.
"Zayn -mi chiamò ed io mi voltai- ti amo!" mi sorrise, poi chiuse gli occhi per il dolore.
"Piccola mia, ti amo anche io!" le baciai la fronte, mi incamminai verso la porta, ma prima di uscire definitivamente mi voltai per guardarla e lei era sempre , che mi sorrideva: l'avrei ricordata così, col sorriso sulle labbra.
Le mandai un bacio volante e uscì, chiudendomi quella porta alle spalle. Andai incontro ai miei e ai suoi genitori, mi rivolsi soprattutto a questi ultimi.
"Mi dispiace, mi dispiace non aver potuto fare di più per vostra figlia" loro mi guardarono e mi abbracciarono. Eravamo in buoni rapporti, mi avevano sin da subito accettato, nonostante i tatuaggi e il mio stupido vizio di fumare. Erano pure felici di diventare nonni, ma non si aspettavano mica che la loro piccolina morisse.
Mi sedetti su una sedia vicino e aspettai notizie da parte dei medici.

Il tempo sembrava non passare più: ogni minuto che passava lento e inesorabile significava ansia in più per me. Chissà se stava soffrendo adesso, chissà come si sentiva. Ma lei è forte, mi ripetevo.
Mi portai la testa fra le mani e chiusi gli occhi, cercando di rilassarmi, ma il tic alla gamba non voleva fermarsi e non mi permetteva un solo secondo di relax.

Poi un pianto mi ridestò, scattai sull'attenti e mi alzai.
Questo significava due cose: vita e morte si mischiavano, la gioia con il dolore, la luce con le tenebre.
Piansi. , stavolta lo feci sul serio e mi liberai dal peso che sentivo dentro.. mi sfogai.

Daughter • Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora