Arrivai davanti a scuola, entrai nel giardino superando l'enorme cancello. Era tutto così silenzioso, la struttura non pullulava di studenti come al solito, si sentiva soltanto il suono delle foglie degli alberi sempreverdi, causato dal vento. Mi guardai intorno ma di Jaemin nemmeno l'ombra. Decisi di prendere il telefonino e scrivergli un messaggio quando un forte vento improvviso mi fece quasi perdere l'equilibrio, accompagnato da un forte rumore rassomigliante ad un battito d'ali. Della polvere mi andò dritta negli occhi e li chiusi spontaneamente. Una mano calda avvolse una delle mie facendomi aprire di scatto gli occhi, era Jaemin. Tirai un sospiro di sollievo, non ero più sola.
《Sei arrivata da tanto? Non volevo farti aspettare》
Disse lasciando delicatamente la mano per poi infilare le sue nelle tasca del cappotto.
《No, sono arrivata da poco. Posso farti una Domanda?》
Gli chiesi, tentando di mantenere un tono fermo. Lui in risposta annuì.
《Come... come fai a sapere che frequento questa scuola? Non avevamo mai parlato di scuola prima d'ora》
Lo vidi sorridere dolcemente, per poi guardare il cielo. Fece spallucce e mi guardò di nuovo negli occhi.
《Ho semplicemente notato la spilletta che porti sempre attaccata alla giacca. Ritrae lo stemma della scuola. Ho semplicemente fatto due più di due》
Mi sentì improvvisamente una stupida e tremendamente in imbarazzo.
《Pensavi ti stessi pedinando per caso?》
Scherzò per smorzare la tensione. Mi sentì in colpa. Perché dovevo sempre farmi sopraffare dalle paranoie?
《No, non pensavo assolutamente a nulla del genere.》
Mentì. In realtà mi erano passate per la mente tanti di quei pensieri improbabile. E di certo non glieli avrei esposti.
《Ero solamente curiosa tutto qui. Mi era passato per la mente il fatto che indosso sempre la spilla.》
Dissi sorridendo e lui ricambiò, non pareva essersi offeso. Forse aveva capito il mio punto di vista. Decidemmo di chiudere l'argomento.
《Dove ti piacerebbe andare Mizuki?》
Mi chiese incamminandoci verso il cancello.
《Non lo so》
Feci spallucce, per poi tentare di riscaldare le mie mani tra loro, gesto che non gli passò inosservato.
《Ti porterò in un posto caldo, d'accordo?》
Annuì e lo seguì. Raggiungemmo dopo circa dieci minuti una casa abbastanza grande, contornato da un giardino curato. Corrugai le sopracciglia. Mi stava portando a casa sua? Non ero affatto convinta di questa scelta. Non mi fidavo a tal punto, ma decisi comunuqe di seguirlo.
《Questa è casa mia, o meglio dei miei genitori. Ti offro una tazza di cioccolata calda ti va? Così ti riscaldi》
Sorrise e io mi sentì improvvisamente più calma. Ero comunque ancora troppo tesa. Se continuavo così, di questo passo se ne sarebbe accorto. Aprì la porta e nell'esatto momento in cui stavamo per fare il nostro ingresso, un ragazzo, a occhio e croce, della stessa età di Jaemin ci si piantò davanti.
《Chi è lei Jaemin? Sbaglio o ci avevano detto di non portare nessuno qua dentro?》
Mi sentì piuttosto a disagio. Mi girai verso Jaemin per poi prendere parola.
《Non voglio recare, in alcun modo, disturbo. Credo sia meglio che ritorni a casa mia》
Jaemin non mi prestò minimamente attenzione continuando a guardare il ragazzo di fronte a sé . La sua espressione era indecifrabile.

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The Angel Of Death - Na Jaemin
FanficCOMPLETATA Incubo ricorrente. Un angelo che tentava di rubare la mia anima nel modo più delicato possibile. Con un bacio, un semplicissimo bacio. [Gli idol che appaiono nelle mie storie sono dei prestavolto e nome. L'età e le personalità variano in...