❝ 𝐂𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝟏𝟎 ❞

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Io con te non rispetto
le convenzioni,
non ammetto le correzioni,
mi faccio male,
mi lascio andare
senza protezioni,
mano nella mano,
senza mai cascare
su nel piano astrale
come proiezioni.
Sai abbiamo connessioni,
anche se resto muto,
di quelle che non credi,
che non vedi ad occhio nudo.
So che nessuno capirebbe,
no non ci basterebbe Newton,
ora che niente mi è d'aiuto,
sto qua che fumo
e resto un lupo.

(Non esiste,
Madman)

CHIARA'S POV

Sento il sangue scorrere via da ogni parte del mio corpo per andare a concentrarsi al centro del petto.

"Cosa?" è tutto ciò che riesco a dire con gli occhi sbarrati, cercando di non suonare troppo stupita.

"Usciamo insieme sabato sera" ripete allargando il sorriso.

Non è nemmeno più una domanda, è un'affermazione ed è un'affermazione che mi fa mancare il terreno da sotto i piedi. Le sue dita sono ancora a contatto con le mie e i nostri corpi ad una vicinanza che non avrei mai pensato di sopportare.

"Stai impazzendo o cosa?" sbatto le palpebre senza il coraggio di indietreggiare.

"Non sto impazzendo" scrolla le spalle "I miei amici si sono comportati male con te, quindi per rimediare..."

Mi mordo il labbro, chiedendomi se si stia rendendo conto di quante colossali stronzate stia blaterando senza un apparente motivo.

"Ostuni..."

"Lorenzo" mi corregge subito.

"Lorenzo" concedo con gli occhi al cielo "Tanto per iniziare, non ha senso questa cosa. Cioè, loro si sono comportati male e vuoi farti scusare tu? Non siete un'entità unica, quello che han fatto l'hanno fatto loro, non te. E poi, di sabato sera? Avrai sicuramente di meglio da fare, tipo andare con i tuoi amici al Moonshot o in qualsiasi altro locale" elenco alzando prima il pollice e poi l'indice della mano libera.

Ci sarebbe anche un terzo punto, ma mi rimane incastrato in gola.

"Sì, bene, peccato che non me ne fotta un cazzo di nessuna delle due cose" ghigna divertito "Voglio passare una serata con una mia amica, chiedo tanto?" mi stuzzica.

"Non so nemmeno io se essere sollevata o offesa dal termine amica" alzo un sopracciglio sarcastica.

"Perché?" domanda confuso.

Io in tutta risposta alzo anche l'altro sopracciglio, accenando con lo sguardo alle nostre mani ancora a contatto.

"Oh" schiude la bocca mentre gli si imporporano le guance, si affretta a rimettersi la mano in tasca facendo un passo indietro "Oh no, ceh intendevo come amici ovvio, non nel senso di roba romantica, ceh n-"

"Ho capito, stai calmo" lo interrompo con un ghigno rilassato.

Lui si passa la mano sul viso, come nel tentativo di eliminare ogni traccia d'imbarazzo.

"Quindi? Va bene?" chiede poi.

"Io, uhm..." striscio i piedi sul selciato, presa alla sprovvista "Credo di sì, insomma, è ok" scrollo le spalle, sentendomi estranea alla conversazione.

Voglio dire, nemmeno due mesi fa ci guardavamo schifati da una parte all'altra della classe.

"E... Dove andiamo?" chiedo.

𝐃𝐞𝐯𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐲 𝐜𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora