❝ 𝐂𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝟑𝟓 ❞

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Un fra ripete gli errori passati,
andiamo a bere per pene e peccati.
No non mettermi in posti
in cui sanno manomettermi,
del vino vorrei versarti,
continuo finché siam storti
e non inciampiamo,
mi cadi addosso, dici "Ti amo",
per me è più un amo,
un pesce rosso appena preso,
io in imbarazzo, guardo sorpreso,
non ci capiamo, finché ci scende
e ci riacchiappiamo e ci ricattiamo.

(Il fabbricante di chiavi,
Tedua)

CHIARA'S POV

"Ci voltiamo insieme al mio tre, sei pronta?"

"Come siamo teatrali" sbuffo, ma acconsento con un cenno del capo.

"Tre... Due... Uno..."

Chiudo gli occhi, giro su me stessa e quando il riapro mi sento affogare.
Una distesa azzurra si stende davanti a noi, immensa, luccicante, piena.
Respiro a fatica, come se non lo facessi da un sacco di tempo, e un soffio di brezza marina mi sale su per le narici. Sale. Vita.
Le dita di Lorenzo si contraggono intorno alle mie cogliendomi alla sprovvista, dato che mi ero del tutto dimenticata della sua presenza.

"Porca puttana" esala con gli occhi che brillano.

"Porca puttana davvero" gli faccio eco ammirata, come se fossimo in qualche isola dei Caraibi e non in una qualsiasi spiaggia libera della Riviera Romagnola.

"...andiamo cazzo" sorride entusiasto.

"Arrivo" rispondo rabbuiandomi subito.

So che per colpa della mia malattia il mare non sarà altro che l'ennesima cosa che posso ammirare ma non avere. Guardo lo zaino che ho in mano con disgusto, almeno finché Lorenzo lo prende al posto mio.

"Ci divertiremo, ok?" mi guarda serio "Questa è la nostra giornata, non sarà né il sole né il tuo gene vampiro a rovinarla"

"E nemmeno la tua ironia pessima" ghigno di rimando.

"E nemmeno il tuo sarcasmo cinico" ribatte soddisfatto.

Mi passa un paio di pantaloni lunghi che infilo sopra gli shorts, visto che me li toglierò non appena sarò di nuovo al riparo dalla luce solare, e apre un ombrellone enorme che abbiamo comprato oggi lungo la strada.
Passa una mano sul mio fianco per attirarmi a sé facendomi rabbrividire in modo piacevole, per poi rivolgermi uno dei suoi classici sorrisi da scemo.
Siamo all'ombra di un grande albero, ma qualcosa nel suo sguardo mi fa intuire che non ci resteremo a lungo.

"Corri!"

Un attimo mi sta obbligando a seguirlo sulla sabbia, sollevandone ondate grazie alle infradito.
Non dico nulla, ma solo perché non riesco. Mi manca il fiato dall'emozione, sono troppo felice per litigare e a dirla tutta ho anche una lista di insulti troppo lunga per poterne scegliere solo uno. Si ferma vicino agli scogli, chinandosi per piantare l'ombrellone per terra, tanto che sono costretta ad imitarlo per poter stare all'ombra di esso.

"Tu sei proprio fuori" gli mollo un pugno sulla spalla a mo' di rimprovero.

"Sono bellissimo" annuisce da solo come se gli avessi detto questo.

Roteo gli occhi restando ferma mentre Lorenzo stende un paio di teli. Mi sdraio sul mio togliendomi i jeans, restando in pantaloncini corti e reggiseno sportivo. Non ho nemmeno un costume da bagno, visto che non credevo me ne sarebbe mai servito uno in vita mia, quindi mi devo accontentare. In fondo, non ho timore di avere un'abbronzatura poco omogenea.

𝐃𝐞𝐯𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐲 𝐜𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora