❝ 𝐂𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝟐𝟔❞

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Potessi scegliere, tornare indietro,
farei il backup di
tutta questa situazione,
per non ripetere ogni mio errore
se non fossi solo un coglione,
così coglione, saresti qui.
Ogni volta che chiamavi
io correvo sempre,
eravamo sempre in guerra
come il Medio-Oriente,
vorrei solo il tuo rispetto,
non ti chiedo niente ma da sempre
so che l'odio lo regali facilmente.
Dici che non ho mai amato persone
ma ricordi solo il lato peggiore,
la mia vita è come un film
del terrore e tu sei
la mia nemica del cuore.
Posso fare tutto, pure morire
alla fine ma per averti
ora tocca dormire,
posso renderti ancora felice
ma la cosa che fa male è sapere
che per farlo devo sparire.

(Coglione,
Shade)

LORENZO'S POV

"E allora quello mi è passato davanti in fila, e già qua mi son girati i coglioni. Ma nel farlo raga, nel farlo, mi ha pestato le scarpe nuove. Bianche. Bianche cazzo" si lamenta Stefano scuotendo il braccio di Sofia per sottolineare il concetto.

Pesco le ultime patatine dalla confezione, offrendone un paio a Sara che mi ringrazia con un sorriso.

"A proposito di scarpe" Salvatore sbatte il palmo sul tavolino così forte da far voltare il proprietario del bar in cui siamo "Quelle che avevi prima erano belle Lore, perché hai ricominciato a metterti quelle robe orrende mezze sfasciate?" chiede con molto tatto indicando i miei piedi.

Mi fa di traverso una patatina, tossisco per venti secondi buoni prima di riuscire nuovamente a respirare.

"Quelle? Ah, ehm, niente, un... Un incidente" minimizzo la cosa con un gesto simile allo scacciare una mosca.

"Che genere di incidente?" chiede Sabrina.

"Niente, uhm... Un ragazzino mi è passato sopra a un piede in bici, e mi ha lasciato un segno che non è più andato via nemmeno a piangere" rivolgo un cenno del capo a Stefano, come a dire che capisco la sua sfortuna.

Quest'ultimo mi lancia un'occhiata comprensiva prima di lanciarsi in un lungo monologo su come le sneakers meritino rispetto e su come la gente dovrebbe imparare a guardare dove cammina, cosa che io trovo molto rilassante. Non devo far altro che annuire, commentando di tanto in tanto con "Esatto", "Giusto cazzo" e "Sì sì appunto", e intanto pensare a come trovare i soldi per un paio di scarpe nuove, perché quelle che ho ai piedi non credo rimarrano integre ancora a lungo.

Perché non recuperi quelle che ti ha regalato Chiara? Ora che avete risolto non ci sarebbe niente di male nel mettertele.

Sbuffo alzandomi, ci penserò in un secondo momento. Seguo gli altri fuori dal bar cercando di concentrarmi sui loro discorsi.

"Sabato sera andiamo a quel locale nuovo che hanno aperto dove una volta c'era quel vecchio negozio di ferramenta?" propone Sara.

"Ma di che cazzo stai parlando?" si acciglia Sascha.

"Ma sì, dai hai capito quale, quello vicino a quella rotonda nella zona del cinema..."

La voce della bionda accanto a me mi attraversa le orecchie senza però lasciare alcun segno.

"...sono venti euro di entrata credo" conclude.

Sbuffo un po' troppo rumorosamente.

"Cosa succede?" Sara si volta perplessa.

𝐃𝐞𝐯𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐲 𝐜𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora