❝ 𝐂𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝟗 ❞

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Baby mi sono fatto roccia,
ma tu un fiore che sboccia
e ti sei accorta fossi povero,
i miei amici dei balordi,
ed un rimprovero mi diedi
mettendo alle mie ruote
bastoni come freni,
così mandai tutto a puttane,
come una serie senza più puntate,
pensai non ti impuntare,
tu puntuale, come un rituale.
Ho bisogno che tu sappia usarmi,
non allarmarti, amarsi è come
armarsi, voltarsi e
contar dieci passi.

(Acqua Malpensandoti,
Tedua)

CHIARA'S POV

So di aver fatto un errore ad accettare lo strano legame tra me e Lorenzo.
Mi sono firmata da sola la condanna a morte, ne ho la certezza assoluta, totale, innegabile.
Continuo a ripetermelo mentre i suoi occhi incrociano i miei, non appena entra in classe, e gli rivolgo un cenno con la testa. Lui ricambia il gesto, esitando per un attimo come se fosse indeciso su cosa fare, ma poi una sua amica -che mi pare si chiami Sofia- lo richiama facendolo di nuovo voltare verso di loro.
Sospiro appena rigirandomi l'anello di Swarovski sul dito medio.
Sono sempre stata in bilico, ho equilibrato la mia vita con la minuzia di chi costruisce un castello di carte a dieci piani. Mi sono impostata, auto-plasmata, nell'immagine più adatta a me, così che a nessuno potesse mai venire in mente che ci fosse dell'altro sotto. Finché non è arrivato lui, senza un motivo ben preciso, solo con la pura e semplice voglia di darmi fastidio.
Ha iniziato a soffiare, pian piano.
Le carte traballano.
Ed aver accettato di essere qualcosa -Amici? Conoscenti? Nemici che stanno facendo pace?- con lui è come aver accettato che presto o tardi ci sarà un tornado terribile.
Aspettare il momento in cui succederà è davvero snervante.

"Buongiorno ragazzi" la professoressa di italiano entra in classe.

Le sorrido appena, è una delle poche che mi piacciono. Si vede che ci tiene al suo lavoro, e che tiene a noi.

"Vi ho riportato i temi corretti" annuncia estraendo un plico di fogli dalla borsa.

In risposta riceve vari borbottii scontenti, che ovviamente ignora.
Dopo averli distribuiti, inizia come al solito a fare le sue considerazioni generali, a cui io non presto molta attenzione. Non mi importa come va la classe generale, m'importa di me.

"Ah, un'ultima cosa... Chiara?" mi interpella a un certo punto.

"Sì?" chiedo atona.

"È un problema se leggo la parte finale del tuo tema ad alta voce?" domanda sorridendo.

Mi trattengo a stento dal fare una smorfia. Io e lei abbiamo un accordo, deve impegnarsi nel rispettarlo.

"Preferirei di no, ma se vuole" scrollo le spalle "È lei l'insegnante" le lancio un'occhiata carica di allusioni.

Vedo i suoi occhi illuminarsi per un attimo di comprensione, evidentemente si è ricordata di cosa ci siamo dette a inizio anno.

"Non importa, anzi tirate fuori il libro alla svelta, dobbiamo iniziare l'argomento nuovo o rischiamo di rimanere indietro" sollecita la classe.

Alzo di poco gli angoli della bocca, lei in risposta mi sorride di nuovo.
Noto Lorenzo lanciarmi un'occhiata stranita, ma faccio finta di niente.
A fine lezione tutti si alzano, felici che il lunedì mattina sia giunto al termine, ed escono rapidamente dall'aula.

"Chiara" mi richiama la professoressa.

Inspiro, tornando indietro verso la cattedra quando ormai avevo già un piede fuori dalla porta.

𝐃𝐞𝐯𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐲 𝐜𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora