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Sopra un aereo in altitudine,
ti vedo nella forma delle nuvole,
che sia la nostalgia o la solitudine,
in ogni cellula dell'universo
io ci vedo te.
E fammi male, male,
fino a farmi sanguinare,
sto versando ste lacrime in mare
così nessuno sentirà il rumore,
senza più mappe sul navigatore,
coi piedi sopra l'acceleratore,
sei la mia malattia.
E fammi male, male,
fino a farmi sanguinare,
carezze e lame di pugnale,
la più rischiosa delle mie scoperte,
sei come sale su ferite aperte,
sei come droga sotto le coperte,
sei diventata la mia malattia.

(La mia malattia,
Emis Killa)

CHIARA'S POV

"Per compito rispondete alle domande, fino alla sette" annuncia quella di italiano "Visto che mancano dieci minuti a fine lezione, potete iniziare adesso se volete, anche confrontandovi tra di voi"

Apro il libro con uno sbuffo.

"Aiutami Biancaneve" sussurra Lorenzo imitandomi.

Schiocco la lingua scettica.
Lui, ovviamente, insiste fino a farmi cedere dalla disperazione.

"Cioè, guarda la seconda domanda!" commenta sconvolto "<<Che cosa può significare per il protagonista la scena dei versi 30-35, in relazione con il suo passato?>> Ma io che cazzo ne so?"

"Sei una cosa imbarazzante Ostuni, la tua empatia è pari a zero"

"...tu stai dando a me della persona poco empatica?"

Scrollo le spalle con un ghigno appena accennato, iniziando a scrivere.
Sento il suo sguardo perforarmi la pelle e stringo i denti, cercando di ignorarlo, ma è come voler ignorare una zanzara che ti ronza intorno mentre provi a dormire. È una piccolezza, però provoca un fastidio assurdo.

"Piantala" sibilo tra i denti.

"Non ho fatto letteralmente niente"

"Non fissarmi cazzo, siamo in classe"

"E allora?" fa una smorfia.

Lo imito.

E allora.

Come se non fosse consapevole dei suoi amici, una fila più indietro e due fila più a destra. Come se non gli importasse, quando invece so bene che gli importa - e come biasimarlo?- Sono suoi amici. E lui non ha bisogno di me, non a scuola perlomeno. Posso provare a non fingere con lui, ma non a scuola. A scuola devo continuare con i vestiti neri, con i gioielli argentati, con il trucco pesante, con l'espressione di superiorità che non credo affatto di possedere.
Se smetto anche qui, non ho più niente a cui aggrapparmi.
Io sono la ragazza strana e arrogante che non parla con nessuno e con cui nessuno parla, non riesco a immaginarmi in nessun'altro ruolo.
Men che meno in quello di sua... Amica.

"Non fare cazzate" mi limito a dire.

Una frase semplice e lineare, con almeno un migliaio di riferimenti possibili. Non sapendo nemmeno io di che significato impremerla, la pronuncio con tono volutamente neutro. Lui si acciglia, apre e richiude la bocca, la interpreta a modo suo.
Sbuffa, aprendo a sua volta il quaderno. Spero con tutta me stessa che abbia colto tutte le implicazioni.
Non farti scappare i miei amici per me. Non farteli scappare, perché forse scapperò prima io. Non farteli scappare, perché loro portano la luce come un fastidioso ammasso di soli in miniatura e io sono una nuvola che oscura tutto. Non farteli scappare, tu che li amici li hai.

𝐃𝐞𝐯𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐲 𝐜𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora