⚘chapter 1⚘

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Jennie lasciò vagare lo sguardo sui territori distrutti che le passavano sotto agli occhi aldilà del vetro freddo del finestrino contro il quale aveva appoggiato la testa, quella una volta era stata una città frenetica, che non dormiva mai, costantemente illuminata, e ora tutto ciò che rimaneva erano carcasse di edifuci, macerie e silenzio, non un silenzio come si è soliti intenderlo, assenza di rumore, ma un silenzio di morte, solitudine, mancanza, che incorniciava la più completa disperazione, un grido di agonia, una malinconia che impregnava anche l'aria, una negatività che si irrorava dal terreno, la malattia, la morte e quello che veniva dopo: la mostruosità, la trasformazione, la perdita della ragione
la sete di sangue, la fame di carne umana...

Jennie lasciò vagare lo sguardo sui territori distrutti che le passavano sotto agli occhi aldilà del vetro freddo del finestrino contro il quale aveva appoggiato la testa, quella una volta era stata una città frenetica, che non dormiva mai, costan...

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-Stai bene?- Irene frenò leggermente per accertarsi delle condizioni della ragazza sul sedile del passeggero che annuì soltanto non prestandole davvero attenzione.

-Posso sentire gli ingranaggi della tua mente scricchiolare fin da qui,
se continui così impazzirai presto, ormai non possiamo più permetterci nemmeno di pensare, lo sai chi si ferma è perduto...- Jennie scosse la testa come per tornare alla realtà per poi indicare un punto lontano -Quello era il mio quartiere..- si lasciò sfuggire flebilmente, Irene sposto una mano sul ginocchio della castana stringendolo forte come per darle un po' di conforto
togliendola poi dopo poco

-Non puoi permetterti di cedere ai sentimentalismi, non adesso, devi concentrarti solo sulla missione, non immagini nemmeno che effetti potrebbe avere per l'organizzazione e per la nostra carriera nell'esercito se dovessimo fallire, non possiamo permetterci di perdere neanche una recluta- Questo Jennie lo sapeva bene, non serviva certo che Irene glielo ripetesse, era la prima volta che veniva scelta a capo di una missione nei territori non ancora bonificati, era il momento che aveva aspettato da quando la sua vita era stata distrutta, avrebbe dimostrato il suo valore, portato in salvo i civili dopo essersi accertata che non fossero stati contagiati altrimenti avrebbe posto fine alle loro sofferenze con un colpo dell'ascia che ormai era solita portare fissata sulla schiena, le munizioni e le armi da fuoco scarseggiavano e bisognava adattarsi.

-È cosa sicura che non troveremo superstiti, il luogo da perlustrare è una periferia, ormai è passato troppo tempo da quando il virus si è diffuso nessuno sarebbe riuscito a sopravvivere, ci hanno dato un compito facile... bonifichiamo l'area e ripartiamo, se tutto va bene saremo allla base prima che faccia buio- Parlò la raggazza dai lunghi capelli neri chiamata Irene che in quel momento aveva il compito di vicecomandante della castana -Non sottovalutare la capacità di adattamento degli esseri umani, ricordi il nostro sesto incarico?, quando lavoravamo come soldati semplici per il recupero del centro città e abbiamo trovato quella famiglia?- Irene sorrise al ricordo era stato uno dei pochi momenti in cui le due ragazze avevano sentito che c'era ancora speranza per questo mondo.

-Che ne pensi del comunicato?- chiese ad un tratto Irene improvvisamente turbata, sul volto di Jennie si dipinse una smorfia di sfiducia -Quello sull'antidoto? Dicevano di essere vicino anche sei mesi fa ma, guardaci, siamo ancora qua, non è cambiato nulla- rispose Jennie senza guardare in faccia la compagna, Irene trinse forte il volante fra i pugni fino a farsi imbiancare le nocche, la castana si allungò verso di lei -Seulgi?- Chiese lievemente alla corvina che sussultò impercettibilmente udendo il nome della sua ragazza -Sempre il solito, senza l'intervento non migliorerà Nini...- Jennie strinse gli occhi cercando le parole migliori per consolare l'amica
-Irene..- la corvina l'interruppe -Non ora, dobbiamo rimanere contrate e visualizzare il nostro obbiettivo... Solo promettimi una cosa, sei la migliore combattente della nostra legione forse della tua intera generazione, se non dovessi farcela...-
-Cosa stai dicendo? Non pensarlo nemmeno, hai capito? Lo hai detto prima, è una missione semplice torneremo alla base prima che faccia notte- Ribatté Jennie in tono duro, Irene frenò bruscamente accostando al lato della strada, si tolse la cintura per poi voltarsi verso Jennie prendendole le mani -Ma questa non sarà la nostra unica missione, non riuscirei a concentrarmi e a maneggiare un'arma senza questa sicurezza: promettimi che ti prenderai cura di Seulgi se io dovessi morire, non dovessi tornare o dovessi venire contagiata, assicirati che prenda le sue medicine e che non si chiuda in sé stessa...- La castana ricambiò la stretta decisa di Irene e annuendo disse -Te lo prometto, farò del mio meglio- allora Irene si sciolse in un sorriso -Grazie Nini, davvero, ora so che anche se io non ci sarò più lei non sarà sola-
le parole della corvina avevano scosso profondamente l'animo della castana
-Hey ma cosa stai dicendo? Io, te, Rosie, Chuu, e Seulgi ce la faremo come abbiamo sempre fatto-
Irene sorrise rassegnata -È quello che spero, ricordi il nostro plotone iniziale?
sessanta soldati e siamo rimaste in sei...- Gli occhi delle due ragazze si fecero velati, -Ma ora andiamo, dobbiamo consultare la mappa e istruire le reclute- Ordinò Jennie chiudendosi la portiera alle spalle, Irene si portò alle labbra il ciondolo dove costudiva la foto di lei e Seulgi, lo baciò e poi lo lasciò ricadere sul cuore per poi seguire Jennie.

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𝐂𝐇𝐀𝐒𝐄 𝐌𝐄  🄹🄴🄽🄻🄸🅂🄰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora