🌹Chapter 27🌹

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Jennie era in piedi rigida alle sue spalle era stata fissata alla parete una piantina delle zone circostanti, davanti a lei una platea composta da giovani reclute e soldati più esperti non aspettava altro che la castana iniziasse a parlare per capire finalmente cosa diavolo stesse accadendo, le voci come spesso accade si erano già sparse diffondendo le più assurde paranoie e scenari improbabili, la comandate avvertì un brivido freddo attraversarla dalla radice dei capelli alle punte dei piedi, non poteva stare accadendo davvero, non a loro, non adesso.

Jennie chiamò tutti sull'attenti e in pochi secondi il brusio che aveva precedentemente pervaso l'atmosfera della sala comune cessò immediatamente, la vicecomandante Irene si alzò dal posto in prima fila che le era stato essegnato per affiancare la castana che senza alcun indugio e con tono autoritario cominciò a parlare, senza girarci intorno arrivò subito al nocciolo della questione, addolcire la pillola non era mai stato da lei, nemmeno lo era temporeggiare
-Sono stati rilevati gruppi di Non Morti in movimento nelle zone circostanti- nel mentre Irene con un puntatore si mise ad indicare delle zone precise sulla cartina alle sue spalle
-Allora è vero..., come è possibile..- a quella notizia un brusio si alzò dalla folla, frasi agitate e versi di sconcerto riempirono il silenzio che subito Jennie richiamò prima di riprendere da dove era stata interrotta
-Come siano arrivati tanto vicino ci è al momento sconosciuto, tantomeno come abbiano fatto a rompere i sigilli- Jennie prese un respiro profondo, sapeva perfettamente che la notizia che stava per dare avrebbe creato panico e sconvolgimento tra i componenti della sua squadra ma non se la sentiva, anzi non poteva mentire loro
-Secondo i nostri calcoli e quelli dei rappresentanti dal centro principale di Seoul ci potrebbero raggiungere in meno di due giorni-
-Dobbiamo evacuare l'edificio, sul territorio della base operativa sono presenti dodici fuoristrada utilizzeremo quelli, anche le ambulanze verranno utilizzate per raggiungere il punto indicato in rosso sulla carta- Irene lo sottolineò più volte sulla piantina
-Una volta raggiunto il punto di ritrovo verremo imbarcati sul primo volo per lo stato di Washington, lì ci attendono nuovi ordini-
-Verrà data priorità al trasferimento di feriti e malati e dei civili specialmente di donne e bambini, io e la vicecomandante Bae ci occuperemo delle partenze, sempre noi formeremo una squadra che rimarrà alla base fino alla fine, non ci muoveremo da qui fino a quando non tutti saranno partiti- Jennie strinse i pugni cercando di far sì che la voce non le tremasse
-Anche se riusciremo a fare due viaggi, i posti non bastano per tutti, dovremo combattere, siamo soldati siamo abituati a farlo, viviamo per questo... lo so che vi sto chiedendo molto ma fidatevi di me un'ultima volta e ne usciremo tutti illesi- Gli occhi della castana divennero lucidi ma si riprese quasi subito
-Bene, ora io e la vicecomandante istituiremo un calendario per le partenze, siamo fiduciose che il primo gruppo potra lasciare la base operativa prima dell'ora di punta- e concludendo con queste parole Jennie lasciò la sala riunioni seguita da Irene seguita da un mare di esclamazioni di sconforto e dalla paura che ormai aveva preso ad aleggiare in tutta la struttura.

-Non ce la faccio Irene, perché questo, perché a noi, la fine di questo inferno sembrava così vicina...- In preda alla rabbia Jennie scagliò un pugno contro la parete che crepitò leggermente, Irene dal canto suo faceva del suo meglio per mantenere la calma
-Dobbiamo concentrarci, sappiamo esattamente cosa fare, se seguiremo il protocollo nessuno si farà male- Jennie sollevò un sopracciglio
-Lo sai che non funziona con me, non ne ho mai visti tanti, il radar sembrava impazzire, non si sono mai mossi in gruppo sembra che quelle dannate creature abbiano sviluppato una certa intelligenza...-
-Non dire così, ti prego... io ho bisogno di rimanere lucida e anche tu, siamo gli unici pilastri che impediscono che questo posto crolli a pezzi- Irene cercò di far ragionare Jennie che però sembrava oramai disperata
-Stava andando tutto bene!- gridò Jennie colpendo ancora la parete -Perchè? Perché? Io non ce la faccio, ho combattuto tutti questi anni per la nostra promessa e ora sembra tutto irrealizzabile e così lontano che.... non posso più combattere, io.. non ho più un obbiettivo, non riesco a respirare, devo uscire da qui- Jennie fece per voltarsi ma Irene la afferrò violentemente per un braccio prima di assestarle un sonoro schiaffo in pieno viso
-Respira! Conta con me uno, due, tre...
Così brava- la castana strinse i denti mentre lacrime amare le rigavano le guance toglendole il fiato
-Io, sono come impazzita, perdonami ti prego- ansimò la comandante dopo alcuni minuti mentre la corvina la stringeva fermamente per le spalle, Irene le sorrise dolcemente come per farle capire che la comprendeva perfettamente
-Anche io ho paura ma Seulgi sarà una delle prime a partire, capisci anche se io non potrò essere lì lei riceverà ugualmente le cure che le servono per sopravvivere, potrà avere una vita normale solo pesare a questo mi da la forza per rimanere qui a combattere- le due ragazze si strinsero forte l'una all'altra mentre Jennie lottava contro sé stessa per ritrovare quella determinazione che l'aveva sempre contraddistinta
-Jennie! Ti ho cercata ovunque- Lalisa irruppe nel corridoio tirando dritta verso la castana
-Lalisa!- le due ragazze non si vedevano da parecchie ore, la notte precedente jennie non aveva dormito nella loro stanza, prima di andarsene Irene lanciò un occhiata d'intesa all'amica
-Vado, inizio subito l'organizzazione del calendario, farò del mio meglio per inserirla nel primo gruppo di partenze, raggiungimi appena puoi.-

-Cosa sta succedendo? Cos'è questa storia?- Chiese Lalisa asciugando una delle lacrime rimaste sulle guance di Jennie
-È tutto vero mi dispiace, non sapevo come dirtelo, come dirlo a tutti, eravamo così piene di speranza per l'America, la nostra nuova vita, non sono riuscita a dirvelo prima, ieri sera i rilevatori sembravano impazziti, rivelavano una massiccia presenza di Non Morti nelle vicinanze, inizialmente pensavo fosse un malfunzionamento, quando però ho contato il centro non hanno potuto fare altro che confermare il tutto...-
-Io voglio essere inserita nella squadra che resterà a combattere e partirà per ultima, mi offro volontaria- disse ad un tratto Lalisa fissando Jennie dritta negli occhi
-Cosa? È fuori discussione, non ci devi nemmeno pensare- ribatté subito la castana appena udite quelle parole
-E perché no? Voglio combattere, questi soldati hanno tutti qualcuno a cui mancheranno se non dovessero farcela, io sono da sola, sono pronta a sacrificarmi se significa mantenere integre delle famiglie- cercò di spiegare Lalisa stavolta però evitando li sguardo della maggiore
-Non osare utilizzare questa strategia con me, tu non sei sola, non lo sei mai stata da quando sei arrivata in questo posto, ora hai i tuoi compagni, Yuna, Yeji, hai ritrovato Roseanne e poi.... hai anche me, tu mi mancheresti.... tu mi mancheresti- ribatté Jennie circondando i fianchi di Lalisa portandola più vicino
-Allora lasciami restare, non devi proteggermi, mi sono allenata, lascia che ti stia accanto stavolta per favore Nini, è tutto quello che voglio, anche tu mi mancheresti davvero, perciò lascia che io rimanga- la pregò la bionda affondando il viso nell'incavo del collo della castana
-È davvero quello che vuoi? È molto probabile che non ce la faremo...- dicendo questo Jennie squoteva la testa come se non rouscisse ancora ad accettarlo
-Facciamo una promessa, ne usciremo vive insieme, oppure moriremo insieme tentando-
-Promesso-

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