-Siamo arrivate!- annunciò Irene tentando di trattenere un impeto di gioia, le mura grige che cingevano il perimetro della base operativa e il cancello composto da sbarre di metallo gli si stagliavano davanti dando loro il bentornato, -Casa dolce casa..- ridacchiò sarcastica la vicecomandante mentre si liberava della cintura del veicolo, Jennie alzò gli occhi al cielo, nemmeno a lei piaceva vivere in quel posto così angusto, ma era sicuro, la zona era stata disinfestata e ripulita e in aggiunta lì la rispettavano tutti e la fissavano con timore reverenziale come se fosse una specie di divinità o avesse avuto i super poteri, cosa infondo non del tutto falsa: la castana era veloce e possedeva riflessi felini, era agile sia di corpo sia con la mente, era in grado di maneggiare qualsiasi tipo di arma anche se prediligeva la sua ascia che si era ormai abituata a portare sulle spalle con l'aiuto di specifici lacci che le permettevano di trasportarla senza troppo ingombro essendo un armamento pesante e piuttosto pericoloso, sapeva anche escogitare piani e strategie a mente lucida per permettere ai suoi compagni di uscirne vivi, dai suoi superiori era riconoscita soprattutto per le sue abilità di leadership, la ragazza aveva la capacità di farsi ascoltare e obbedire dai soldati e dagli altri membri dell' esercito cosa non scontata alla sua giovane età, insomma la comandate Jennie kim era diventata una leggenda tra i giovani soldati che avrebbero dato qualsiasi cosa per poterle assomigliare almeno un poco, mentre ai piani alti molto spesso si fermavano a discutere di quanto potenziale risiedeva in lei, e lodarla delle sue abilità.
Tutto ciò non era però più per Jennie una novità, la ragazza era ormai abituata ad avere l'attenzione su di sé, fin da quando aveva deciso di arruolarsi aveva attirato l'interesse dei suoi superiori, in quel periodo poteva essere considerata un diamante grezzo, aveva appena perso la sua famiglia e l'unica cosa che la teneva in vita era il desiderio di vendetta, era forte ma non era in grado di svolgere lavoro di squadra fondamentale per la riuscita delle missioni e delle varie spedizioni, oltre ai suoi cari la ragazza aveva perso qualsiasi capacità di comunicare, le sue emozioni erano sempre sovrastate da una coltre oscura che le impediva di distinguerle chiaramente e dare loro in nome, era sempre così arrabbiata, sapeva che ormai a nessuno sarebbe dispiaciuto più di tanto se fosse andata perduta in una missione o se ci avesse rimesso la vita, a nessuno importava davvero di lei, non era più la figlia di qualcuno, la ragazza con un grande futuro ad aspettarla, il comandante della sua squadra quando era soltanto una recluta era solito schierala in prima linea, era invece l'ultima quando venivano consegnate le armi migliori, i rifornimenti di cibo, acqua, le divise.
La cosa peggiore era che era sola, non aveva nessuno con cui parlare a volte si sorprendeva a parlare mentalmente con sé stessa allora si dava uno schiaffo come faceva quando i pensieri di autocommiserazione le balenavano davanti, la sua esistenza era come un arido deserto senza nessun conforto, destinata ad essere usata come macchina per lo sterminio dei non morti finché fosse riuscita a respirare, almeno era andata così fino a quando non aveva incontrato loro: Roseanne, Jisoo, Irene e Seulgi, quelle quattro ragazze si erano fatte strada nel suo cuore fino a rivitalizzarlo, all'inizio non era stato facile, Jennie tendeva a comportarsi come un animale ferito, era aggressiva e non lasciava avvicinare nessuno, ma poi aveva dovuto arrendersi e lasciar cadere quei muri che aveva autocostruito dopo la morte della sua famiglia per non soffrire più, aveva ricominciato a ridere e come un fiore era sbocciata, le sue abilità da guerriera erano cresciute a dismisura ed aveva iniziato a farsi un nome all'interno dell'esercito ed ad attirare l'ammirazione di pari e superiori fino a diventare la leggenda di cui oggi tutti parlavano.
Jennie scacciò quei pensieri con un gesto della mano e grattandosi il mento si chiese cosa avrebbero pensato di lei e come avrebbero reagito quelli che la idolatravano se avessero saputo che non ci avrebbe pensato due volte a lasciare l'esercito per salire su un volo che l'avrebbe portata lontano con la sua famiglia dove avrebbe potuto iniziare una nuova vita lontano da sangue versato, armi e missioni potenzialmente letali, nel profondo del suo essere voleva solo tornare ad essere una ragazza normale e lasciarsi alle spalle il passato e l'infernale presente in cui era scostretta a vivere.
Sospirando la castana si sciolse del tutto la treccia già ormai parzialmente scomposta per poi risistemare i capelli in una semplice ma funzionale coda di cavallo, fatto ciò si voltò per controllare lo stato della civile dai capelli biondi che lei e la sua squadra avevano recuperato durante la sua prima missione al comando e la trovò addormentata, sbuffando stressata si voltò verso Irene che però la precedette
-Ti occupi tu di lei? Seulgi è costretta a restare a letto lo sai, e le ho promesso che appena sarei tornata la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata andare da lei- Jennie ricambiò con uno sguardo retorico ma la corvina continuò a parlare -Va bene, che te ne pare se in cambio redigo anche la tua parte del rapporto da consegnare al generale?- le propose con un sorrisetto che Jennie si affrettò a restituire -Dannazione, se la metti così non credo di riuscire a rifiutare..- ammise la castana -Allora io vado, fatti medicare quelle ferite!- aggiunse Irene prima di posare un bacio leggero a mo' di saluto sulla guancia della castana e richiudersi la portiera del fuoristrada alle spalle, bene, pensò Jennie poteva dire addio al rilassante pomeriggio che aveva programmato per togliersi di dosso la stanchezza accumulata i giorni precedenti, facendo due calcoli era sicura di poter affermare di non chiudere occhio da quasi due giorni, ormai rassegnata scese dal veicolo, il vento gelida la colpì subito strappanle alcune ciocche di capelli dalla coda, maledizione imprecò la castana il vento non era mai un bene agevolava la diffusione del virus e limitava la vista, era ormai dicembre inoltrato ma fortunatamente non aveva ancora iniziato a nevicare ma la comandate sapeva che per quell'anno erano previste delle tormente di neve che se possibile erano ancora peggio dei venti.
Jennie sbloccò con un tasto delle chiavi la chiusura automatica del baule e recuperò la sua ascia prima di sistemarla al solito posto sulla sua schiena, con un cipiglio di disappunto la castana notò che Irene aveva lasciato la balestra che le aveva invidiato nel bagagliaio, la afferrò e la fissò alla cintura pianificando di restituirgliela a cena oppure di tenersela sicuramente le avrebbe fatto comodo, guardandosi attorno notò un grande via vai di gente soprattutto personale medico,
con un fischio richiamò una giovane recluta che accorse immediatamente, una volta di fronte alla castana si inchinò aspettando comandi, la ragazza gli ordinò di comunicare alla comandante Kim Jisoo e alla sua vice Park Chaeyoung che lei, Irene e la squadra avevano fatto ritorno e di raggiungerla nel cortile posteriore, il ragazzo annuì sparendo poi tra la folla correndo.
Jennie si lasciò sfuggire un respiro liberatorio: era finalmente a casa, poteva essere inospitale, fredda e rigida ma era comunque la sua casa, la sua prima missione era finita senza perdite anzi avevano pure recuperato due civili una delle quali era una bambina, non era tanto solito vedere un neonato da quelle parti, il tasso delle nascite era ai minimi storici, quella era probabilmente l'unica bambina che la castana aveva visto da quando era diventata una soldatessa.
Rilassando i muscoli Jennie aprì la portiera dal lato dove era seduta Lalisa e senza volerlo si fermò un attimo ad osservarla: alla castana non costava ammettere che era davvero una bella ragazza o almeno farlo nella sua mente, sicuramente non gliel'avrebbe ripetuto ad alta voce, le ciocche di capelli biondo ramato le ricadevano in morbide onde sulle spalle e le incorniciavano il volto espressivo, gli occhi grandi e le labbra rosse come petali di rosa baciati dal sole completavano insieme al naso perfettamente integrato il quadro del suo volto,l'espressione era distesa come se nulla avesse potuto turbare il suo sonno, almeno fino a quando Jennie si riscosse ed iniziò a squoterla il più delicatamente possibile per le spalle, Lalisa strasalì e sobbalzando con una mano coperta dalla fascia afferrò il polso destro di Jennie come per immobilizzarla e prepararsi per attaccare, -Ferma!- ordinò Jennie -Siamo arrivate e ho dovuto svegliarti- la informò mentre con la mano libera scioglieva la presa della bionda, dopo aver fatto questo la castan si fermò ad esaminare il palmo della mano di Lalisa, una macchia di sangue si estendeva dal centro -Hai fatto riprendere a sanguinare la ferita..., quando avrò finito di interrogarti chiamerò qualcuno che si occuperà delle tue mani- senza sapere il perché Lalisa si sentì arrossire, ed avvertì il bisogno di chiedere a Jennie delle sue ferite, come aveva visto prima anche lei non era illesa anche se faceva del suo meglio per non mostrarlo, ma la sua attenzione venne attirata dalla parola 'interrogatorio', osservando l'ombra che era passata sul bel volto della bionda e intuendo che da lì a poco la ragazza avrebbe iniziato con un'altra sfilza di domande Jennie le passó un braccio intorno ai fianchi trascinandola inpiedi -Avanti andiamo, ti daremo del cibo e qualcosa con cui cambiarti..- le mormorò Jennie mentre si avviava verso l'entrata trattenendo il braccio di Lalisa, -Ti piacerà stare qua...o almeno credo.. beh sicuramente è meglio di dove stavi prima no?- la castana stava facendo del suo meglio per aiutare Lisa anche se di solito mettere a proprio agio le persone era la specialità della sua vice Irene, la bionda intuendo lo sforzo che Jennie stava facendo nei suoi confronti le rivolse un piccolo sorriso annuendo leggermente.
Le due ragazze erano quasi arrivate all'ingresso quando la figura di Roseanne entrò nel campo visivo di Jennie che alzò un braccio per salutarla -Rosie! Sono qui!- gridò la castana per farsi sentire sopra il fracasso, le due migliori amiche incrociarono gli sguardi e anche sul volto di Chaeng si dipinse un sorriso entusiasta, Jennie notò che teneva qualcosa tra le braccia come un fagottino di coperte, dopo un poco la vide passarlo tra le braccia di Jisoo e cadere sulle ginocchia mentre Lalisa si irrigidiva al suo fianco, allarmata fece per correre da Chaeyoung ma Lisa che teneva ancora stretta per il braccio si liberò dalla sua presa e corse in avanti precedendola, confusa si affrettò a seguirla ma ormai la bionda era inginocchiata accanto a Roseanne, le due si scambiarono delle frasi che Jennie a causa del rumore non riuscì a decriptare e poi le vide stringersi in un abbraccio mentre le lacrime scorrevano sulle loro guance, ormai arrivata accanto a loro Jennie si allungò verso Lalisa per separarle ma Jisoo la fermò parandosi davanti a lei -Non farlo! Non capisci? È Lalisa!- le gridò la corvina -Cosa?- chiese Jennie non capendo cosa volesse dire, sapeva che la ragazza si chiamasse Lalisa ma il nome non le diceva nulla -Era la migliore amica di Chaeng prima che il virus si diffondesse, lei credeva fosse morta ma ora e qui!-~~💚🌟
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𝐂𝐇𝐀𝐒𝐄 𝐌𝐄 🄹🄴🄽🄻🄸🅂🄰
FanficL'apocalisse sembra essere arrivata il mondo è dilaniato da una terribile epidemia chiunque venga contagiato perde poco a poco la lucidità e si trasforma in un essere privo di ragione e consapevolezza comunemente chiamato Zₒₘbᵢₑ ˜"*°•.˜"*°• -》...