L'apocalisse sembra essere arrivata
il mondo è dilaniato da una terribile epidemia
chiunque venga contagiato
perde poco a poco la lucidità
e si trasforma in un essere
privo di ragione e consapevolezza
comunemente chiamato Zₒₘbᵢₑ
˜"*°•.˜"*°• -》...
-Stanno arrivando! Eccoli!- gridò ad un tratto Seulgi indicando il cancello principale, Lalisa balzò inpiedi come se una scossa elettrica l'avesse appena attraversata, immediatamente lo spazio circostante brulicava di infermieri e vario personale sanitario, -Vieni spostiamoci, rischiamo di intralciare il lavoro dei medici- disse Seulgi tirando Lalisa da parte, la bionda assentì di malavoglia mentre aguzzava lo sguardo per scorgere Jennie in mezzo alla folla che si era velocemente venuta a creare, dalle ambulanze che si erano fermate sul piazale principale iniziarono a scendere aiutati dal personale medico i sopravvissuti, Lalisa avvertì un groppo in gola: erano pallidi e denutriti e indossavano brandelli di quelli che una volta erano stati vestiti, alcuni di loro erano feriti e perdevano sangue, avanzavano lentamente le faccie inespressive e vuote, c'erano anche dei bambini i più fortunati tenuti in braccio dalle loro madri altri non accompagnati, Lalisa sospirò afflitta erano tanti, positivo per l'esito della missione ma negativo dal punto di vista degli alloggi, sicuramente i posti non sarebbero bastati per tutti, anche aggiungendo le nuove abitazioni i civili si sarebbero dovuti stringere ulteriormente il che non era assolutamente positivo...
Dopo quasi un quarto d'ora che Lalisa e Seulgi aspettavano pazientemente osservando da lontano tutti i sopravvissuti vennero scortati all'interno della base dove dopo l'interrogatorio di protocollo avrebbero potuto rimettersi in sesto e ricevere le adeguate cure mediche proprio come era accaduto con Lalisa, anche se era successo soltanto meno di tre mesi fa ora si sentiva una persona completamente diversa, si sentiva più forte, più stabile e cosa più importante non era più sola.
-Irene!- strillò ad un tratto Seulgi iniziando a farsi largo tra la folla per raggiungere la sua fidanzata, la ragazza dai capelli corvini si lasciò sfuggire un sorriso prima di ricambiare l'abbraccio di Seulgi -Mi sei mancata..- sussurrò quest'ultima affondando la testa nella spalla di Irene -Anche tu, come ti senti?- si preoccupò subito la vicecomandante -Adesso meglio..- mormorò Seulgi non volendosi staccare -Ma dimmi come è andata la missione? Quanti ne avete recuperati?- chiese la ragazza curiosa, Irene ridacchiò iniziando a raccontare mentre si allontanava con Seulgi tenendo un braccio intorno ai suoi fianchi.
Lalisa non poté trattenere un sorriso vedendo le due ragazze camminare via strette l'una all'altra, Seulgi le aveva raccontato che da quando si era ammalata la loro relazione era andata avanti secondo alti e bassi, la bionda era contenta che ora le cose sembrassero andare meglio almeno apparentemente.
Tra la folla la bionda un attimo prima aveva intravisto le figure di Roseanne e Jisoo dare una mano agli infermieri con i feriti così aveva deciso di non avvicinarsi per non essere loro d'intralcio, -Jennie...- sussurró Lalisa portandosi una mano al petto, -Dove sei....- Improvvisamente un'ansia iniziò a nascere nel cuore della minore, perché non era lì, perché non riusciva a vederla da nessuna parte? Non voleva nemmeno pensare all'alternativa, Jennie doveva essere lì. Ora tutti i soldati illesi si stavano prendendo posizione nel cortile principale e si stavano schierando in file omogenee, la comandate avrebbe dovuto tenere un discorso dove avrebbe dovuto comunicare l'esito della missione alla squadra, ma Jennie non c'era, non era lì -Jennie! Jennie!- Lalisa si lanciò tra la folla gridando il nome della castana, urtò alcuni soldati che le rifilano i peggiori insulti ma lei non si voltò nemmeno come se non potesse neanche sentirli -La comandate, dove si trova la comandate Jennie Kim?- Chiese afferrando per i baveri della giacca una delle messaggiere della castana, Shin Yuna, la giovane le rivolse uno sguardo dubbioso ma vedendo l'espressione terrorizzata di Lalisa non riuscì a mentire -Infermeria, ma non so dirti il numero della stanza, mi dispiace...- mormorò Yuna con voce piccola fissando il terreno.
Ricevuta quella notizia Lisa ringraziò velocemente prima di correre il più velocemente possibile, quanto le sue gambe stremate dai continui allenamenti glielo permettessero, l'infermeria era un continuo viavai di personale e pazienti, riuscire ad ottenere qualche informazione sarebbe stato più o meno impossibile. La bionda si mise a controllare i diversi letti senza mai però incontrare la castana che più di tutti desiderava rivedere -Hey tu, che ci fai qua?- Disse una donna posando una mano gentilmente sulla spalla di Lalisa, girandosi la ragazza riconobbe l'infermiera che il primo giorno aveva suggerito a Jennie di condividere con lei la sua stanza -La prego, sto cercando la comandate Jennie kim...- mormorò la bionda fissando la donna negli occhi -Secondo le regole non sarei autorizzata a svelare la posizione della comandante, ma voi due siete sempre insieme ultimamente e chi sono io per dividervi- strizzò l'occhio la donna con fare scherzoso -Vedi quel corridoio? In fondo, prima stanza a destra- -Grazie mille signora- Lalisa si inchinò prima di correre nella direzione indicata dall'infermiera suscitando alcune polemiche fra i presenti riguardo il motivo della sua presenza in quel luogo non essendo nemmeno ferita.
Con mani tremanti e respiro accelerato Lalisa abbassò la maniglia della stanza di Jennie, non poteva nemmeno pensare che fosse ferita, le faceva troppo male, non riusciva nemmeno a concepirlo -Jennie!- Lalisa sotto shock raggiunse il letto dove giaceva Jennie priva di sensi, sembrava quasi che dormisse e che non stesse provando nessun tipo di dolore, con le lacrime agli occhi la bionda sfiorò il suo viso tiepido e delicato al tatto -Cosa ti è successo...?- mormorò Lalisa spostandole alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio -È rimasta coinvolta in un'esplosione, a quanto mi hanno detto in uno dei palazzi in cui sono entrati vi erano dei gasdotti danneggiati- l'infermiera aveva raggiunto Lalisa alle spalle -C..come?- balbettò la bionda cercando di asciugarsi le lacrime che rigavano impietosamente le sue guance -È stata impeccabile, quando c'è stata la prima esplosione ha evacuato la sua squadra, non è voluta uscire da quel maledetto palazzo finché tutti non erano stati portati fuori - Lalisa non riuscì più a contenersi e scoppiò a piangere singhiozzando sonoramente -Potrà... potrà tornare come prima?- la bionda trovò la forza di chiedere con voce rotta dal pianto -Dobbiamo sottoporla ad una serie di interventi per rimuovere i detriti bloccati all'interno delle ferite ma le funzioni celebrali sono intatte, quando è arrivata era cosciente, abbiamo dovuto somministrarle alcune dosi di antidolorifici per lenire il dolore, il rischio di infezioni è alto ma non escludo un completo recupero-
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