🌸Chapter 8🌸

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Irene!?- Jennie richiamò la corvina, era arrivata sul posto dove era stato previsto di riunire la squadra ma la castana non riusciva a scorgere la sua vice sebbene l'avesse più volte cercata con lo sguardo, allora si rivolse a Yeji
-Dove si trova la vicecomandante?-
la giovane la fissò leggermente a disagio senza dire nulla cosa che fece spazientire Jennie che con un gesto della mano minacciò la ragazza di vuotare il sacco -Io.. ecco... si trova sull'ambulanza laggiù, ma non è niente di grave...- la castana non prestò attenzione alle ultime parole della messaggera iniziando ad avviarsi verso il luogo dove si sarebbe dovuta trovare Irene, la castana sentiva un'angoscia crescerle dentro ad ogni passo, la corvina le aveva forse mentito sulle sue attuali condizioni di salute?, era ferita?,
Jennie non voleva nemmeno pensarci era come se quell'atroce pensiero le avesse cancellato tutto il dolore dovuto ai colpi ricevuti, riusciva solo a sentire una goccia di sudore freddo che le scendeva lungo la schiena sotto l'uniforme, con entrambe le mani la ragazza spalancò i portelloni sul retro dell'ambulanza per poi trarre un respiro di sollievo: un'infermiera stava applicando un unguento dal colore giallognolo sul polso della corvina, con un'occhiata che valeva più di duemila parola la comandate fece capire al paramedico di lasciare il veicolo, Jennie si sedette accanto alla vice prima di rivolgersi a lei con occhi ardenti di rabbia e preoccupazione -Così mi hai mentito, mi hai inviato quella ragazzina con delle informazioni false,
Lo sai che potrei farti finire al fresco?
Sono una tua superiore, questa è insubordinazione!- escamò la castana lasciando correre liberamente le sue emozioni, Irene la liquidò con una smorfia annoiata -Non c'è alcun bisogno di essere così melodrammatica, ci pensa già Seulgi, sto bene, torna in te- Jennie lasciò correre lo sguardo sulla figura dell'amica: l'uniforme era strappata in più punti, il ginocchio destro era avvolto da una spessa fasciatura mentre il polso era coperto da un livido violaceo, altre escoriazioni lievi coprivano altri punti del suo pallido incarnato, -Stronzate! Guarda come sei ridotta, scommetto che sei rimasta sotto il crollo.... poteva andarti peggio, se mi avresti informato che eri rimasta coinvolta sarei tornata indietro con tutta la squadra a prestare ausilio!- sbraitò la castana, Irene strinse i pugni
-Ma ti senti? Sono solo ferite superficiali, probabilmente su un altro soldato non le avresti nemmeno notate, e poi mi chiedi perchè ti ho mentito, non volevo che tu dessi di matto!- Jennie si strinse nelle spalle e poi prese un respiro profondo, doveva riconoscere che quello che sosteneva la corvina non era del tutto falso, in un mondo come quello già tornare da una missione vivi era un lusso che purtroppo spesso non era concesso a tutti, ma il fatto che una persona che apparteneva alla sua famiglia fosse rimasta ferita le faceva perdere la testa e le toglieva la capacità di ragionare lucidamente, la castana aveva già superato una volta la morte della sua famiglia ma sentiva dentro di sé che non ne sarebbe sopravvissuta un'altra, il solo pensiero di rimanere di nuovo sola la faceva congelare sul posto, quello che potesse accadere qualcosa a Roseanne, Jisoo, Seulgi e Irene le provocava una stretta allo stomaco e le faceva venire voglia di scappare, buttare tutto all'aria, dire addio alla carriera e ai suoi doveri e andare via lontano insieme alla sua nuova famiglia, verso l'America dove il virus non si era diffuso, dove Seulgi avrebbe potuto ricevere le cure di cui aveva disperatamente bisogno, Jennie strinse una mano a pugno fino a farsi sbiancare le nocche, un giorno ci sarebbe riuscita, avrebbe portato via la sua famiglia da quell'inferno e tutte insieme avrebbero cominciato una nuova vita, alla castana tornò in mente la domanda che le aveva fatto nell'appartamento distrutto quella recluta dai capelli biondi 'comandante avete forse smesso di sperare?'
'No mai, non smetterò mai di credere che c'è un futuro che ci aspetta lontano da questo mondo in fiamme perchè è ciò che mi tiene in vita, ciò che mi da la forza di svegliarmi al mattino, sottopormi a sessioni massacranti di allenamento, vedere i miei compagni ammalarsi e morire, uccidere gli infetti senza risentimento'.
Ripensandoci ora questa era la risposta che avrebbe dovuto darle perché era ciò che pensava davvero, la castana venne riportata alla realtà dalla stretta alle spalle che le stava dando Irene, mentre stava riflettendo tra sé e sé la castana non si era accorta che l'amica si era allungata verso di lei fino a stringerla fra le sue braccia, Jennie riprese anche improvvisamente coscienza del dolore che dal braccio e dal fianco si irradiavano in tutto il corpo quasi togliendole il fiato
-Quante volte ti ho detto di smetterla?- le sussurrò Irene, la castana le rispose con un alzata di spalle -Non tenerti tutto dentro, quando continui a comprimere le tue emozioni le une sulle altre sai che non finirà mai bene...
Io e le altre siamo qui con te, ma sembra che spesso te ne dimentichi- continuò la corvina sempre a bassa voce, a Jennie pizzicavano gli occhi li strinse per evitare che le lacrime prendessero il sopravvento prima di tentare di annuire -Un giorno vi porterò via da qui...- mormorò la castana in risposta, Irene sorrise come se ci credesse davvero -Non dimentico mai la nostra promessa..- disse la ragazza dai capelli neri stringendo la mano della comandante, le sembrava ieri: cinque ragazze le uniche sopravvissute di un intero plotone, intorno al fuoco che si tengono per mano mentre giurano solennemente che un giorno sarebbero partite insieme lontano da tutto quello che stavano vivendo in quel momento, andando in un posto dove avrebbero potuto ricominciare a sorridere, era passato molto ma ancora tutte e cinque ci credevano profondamente e speravano anzi erano sicure che un giorno ce l'avrebbero fatta.

Jennie finalmente si sciolse appoggiando la testa sulla spalla della corvina -Almeno la storia della bambina era vera?- chiese Jennie socchiudendo gli occhi, Irene scosse la testa -Non mentirei mai su una cosa del genere, la piccola sta bene, i medici la stanno sottoponendo a ulteriori esami nell'altra ambulanza- spiegò la vicecomandante, -Noi abbiamo trovato una ragazza, incredibile come sia sopravvissuta tutto questo tempo da sola...- la corvina alzò un sopracciglio -Da sola nella periferia inoltrata? È possibile? Senza alcun contatto con l'esercito?- Jennie non ne aveva idea però non le risultava che avessero basi installate in zone così interne o che altre squadre avessero perquisito quel territorio prima della sua, alla fine si limitò a rispondere -Così pare- ci riflettè un attimo poi aggiunse -È un tipo pericoloso e imprevedibile e tende a non collaborare...- Irene era stupita -È soltanto una civile, probabilmente sarà traumatizzata, stai esagerando-
-Non è così, quando abbiamo fatto irruzione nel suo appartamento mi ha attaccata, aveva un'arma con se e sembrva che sapesse bene come usarla..- la corvina sembrò pensarci su un attimo per poi premere con un gomito contro il fiaco di Jennie che sussultò -Ohh ora capisco è stata lei a farti questo..- ridacchiò Irene con uno sguardo malizioso -Se i nostri superiori sapessero che la comandate Jennie Kim
considerata la migliore combattente dell'intera divisione di Seul si lascia ferire da una civile senza nessun tipo di addestramento....- ridacchiò la corvina, Jennie incrociò le braccia al petto colpita nell'orgoglio -Non me lo aspettavo, è stato un attacco a sorpresa, e poi si può sapere come diavolo fai a sapere delle mie ferite?- Irene in risposta alzò un sopracciglio sorniona
-Io so tutto, credi ancora di potermi nascondere qualcosa, sorellina?- Jennie sospirò alzando gli occhi al cielo,
La castana rimase appoggiata alla corvina ancora per qualche minuto prima di rimettersi inpiedi -Dobbiamo ripartire, ci aspettano alla base- osservò Jennie -Comunicalo alla squadra, per favore- Jennie usava qualla forma di cortesia solo quando si riferiva a Irene, Chaeng, Jisoo o Seulgi, -Va bene, ma tu dove stai andando?- chiese sorpresa Irene, solitamente era la comandate a dare direttamente gli ordini alla squadra, Jennie si voltò un'ultima volta
-Quella ragazza, non mi fido di lei e non la farò viaggiare insieme ai paramedici, verrà con noi così potrò tenerla d'occhio, starà nel bagagliaio- rispose la castana di sfuggita, Irene ridacchiò ancora prima di riprendere un'espressione seria e uscire anche lei per dare gli ordini alla squadra.

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