🌱Chapter 2🌱

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Lalisa si lasciò cadere sul pavimento senza ormai più forze, la ragazza si strinse le ginocchia al petto circondandole con le braccia, c'era mancato poco, la bionda cercò di calmare il respiro affannoso, era riuscita appena in tempo a sbarrare la porta per impedire a Loro di entrare..

La giovane strinse i denti cercando di trattenere le lacrime infondo piangere non sarebbe servito poi a molto.
Una volta calmata si costrinse a rimettersi in piedi nonostante le ginocchia le tremassero fortemente, afferrò la mazza ancora imbrattata del sangue di quelle orride creature che aveva utilizzato per difendersi e la gettò lontano appuntandosi mentalmente che dopo avrebbe dovuto ripulirla, dopo si mise ad osservare il bottino che era riuscita a recuperare poco prima: del cibo in scatola, sottaceti
e un paio di bottigliette d'acqua, la ragazza si chiese se fosse stato sicuro consumare quel cibo dandosi poi subito dopo della stupida, infondo non aveva scelta, senza mangiare non poteva tirare avanti ancora per molto: erano già due giorni che non metteva nulla sotto i denti e poteva già avvertire la stanchezza prendere il sopravvento, squotendo la testa rassegnata al suo destino la ragazza fece leva sull'apertura di una delle scatolette di latta e senza pensarci troppo iniziò a mangiare con una forchetta che aveva recuperato dalla cucina, chiunque assaggiando quella pietanza l'avrebbe giudicata disgustosa ma a Lalisa sembrava perfetta, la cosa migliore che avesse mai mangiato.

Era ormai quasi un anno che andava avanti così, la giovane viveva barricata all'interno del suo appartamento nella periferia di Seoul, la ragazza usciva solo il minimo indispensabile, per procurarsi cibo e acqua e solo quando arrivava allo stremo, in quel tempo aveva imparato e difendersi e anche ad attaccare sviluppando uno stile di combattimento veloce e preciso anche se sapeva che non avrebbe potuto andare avanti così ancora per molto, la notte si svegliava sentendo quelle orribili creature grattare contro la porta, le finestre cercando di entrare di prenderla, afferrarla, cibarsi della sua carne e del suo sangue, in quei momenti le sembrava di impazzire, la solitudine e il pensiero di tutte le persone che aveva perso la assalivano e le facevano venire voglia di arrendersi, tanto prima o poi quei mostri avrebbero abbattuto le barriere da lei costruite per sbarrare porte e finestre, oppure avrebbe finito il cibo e sarebbe morta cercandone altro come aveva rischiato poco prima, pensava ai suoi genitori che si erano ammalati ed avevano avuto una fine atroce, alla sua migliore amica Roseanne sparita un giorno nel nulla che le mancava come l'aria, chissà che cosa ne era stato della ragazza con cui era cresciuta, dentro di se Lalisa sentiva che non poteva essere morta, se lo fosse stata lo avrebbe sentito erano sempre state così legate che avevano sempre potuto capire a cosa stesse pensando l'altra o il suo stato d'animo senza alcuno sforzo, la ragazza si rifiutava di pensare che non fosse più in questo mondo.
Una volta consumato quel che le bastava per reggersi inpiedi Lalisa si trascinò in quella che era stata la sua stanza lasciandosi cadere sul suo letto, strinse forte il cuscino immaginando che ci fosse qualcuno accanto a lei, di non essere sola nel raggio di kilometri in un territorio infestato da morti viventi, sopraffatta da quei pensieri la ragazza cadde in un sonno agitato e sanza sogni.

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Jennie si schiarì la voce per richiamare l'attenzione dei giovani soldati che si misero subito sull'attenti, Irene stava accanto a lei stingendo in modo spasmodico la sua balestra, davvero un bel gioiellino la castana si chiese dove la compagna l'avesse trovata con un filo di gelosia, -Bene! Avvicinatevi!- ordinò mentre srotolava una cartina indicando un punto che aveva precedentemente contrassegnato con un pennarello rosso -Questa è la zona assegnata, come sapete il nostro compito è recuperare tutti i civili in salute eliminando tutti gli esseri che si porranno sul nostro cammino, se dovreste scovare dei superstiti non avvicinatevi porrebbero essere infetti date la precedenza ai medici che indossano le dovute protezioni- ad ogni missione era aggiunta una squadretta di medici che doveva assicurarsi della salute dei sopravvissuti, non potevano permettersi di introdurre degli infetti nelle centrali operative -Se dovessimo incotrare degli infetti ancora lucidi fate il vostro dovere ed eliminateli prima che possano trasformarsi e rappresentare un pericolo attivo, dovrete possedere il sangue freddo di porre fine ad una vita umana, esitare potrebbe costarvi la sopravvivenza- Jennie prese un respiro profondo -Per ultima cosa vi ricordo il giuramento che noi tutti abbiamo prestato, di guardarci le spalle e dare la propria vita per proteggere quella dell'altro!- la castana riprese -Se non ci sono domande possiamo dare il via alla nostra missione- concluse
-Si signora!- gridarono le reclute mentre Irene faceva loro segno di iniziare l'avanzata, Jennie si concesse un momento per riprendere fiato alzando gli occhi a guardare il cielo, il suo colore era una delle poche cose che non erano cambiate dall'avvento del virus, una volta distesi i nervi la ragazza si affiancò alla sua vice e insieme alla loro squadra superarono i sigilli di sicurezza.

Jennie si schiarì la voce per richiamare l'attenzione dei giovani soldati che si misero subito sull'attenti, Irene stava accanto a lei stingendo in modo spasmodico la sua balestra, davvero un bel gioiellino la castana si chiese dove la compagna l'...

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