Carrara non gli era mai parsa così taciturna e buia, Federico mentre camminava per quelle vie che gli ricordavano terribilmente la sua infanzia, pensò che rispecchiasse esattamente il suo attuale umore e persino il suo ritorno a casa pareva non riuscire a riaggiustare il casino della sua vita.
A lavoro tutto girava male, non aveva più fiducia in se stesso e negli altri, le sue amicizie più importanti si erano allontanate perché a detta sua era la decisione più giusta e non si sentiva ancora così egoista da trascinare anche loro nel periodo più basso della sua vita e poi c'era Giulia...tutto il casino con Giulia.
Non la vedeva e sentiva da quel maledetto 31 ottobre e nonostante avesse provato in tutti i modi a farsi perdonare, nulla era mai abbastanza. Così, per la prima volta da quando ne aveva memoria si era lasciato sopraffare da tutto e non riusciva a trovare un modo per uscirne.«Chicco! Sei te?» urlò mamma Paola dalla cucina, troppo impegnata a preparare il cenone immenso della vigilia. Federico non rispose e si diresse verso la porta della cucina, appoggiandosi con la sua spalla possente.
«amore di mamma, non ce la faccio più a vederti così.. pensavo che venire qui ti avrebbe fatto bene e invece ti vedo più disorientato di prima.» era dovere di tutte le madri essere preoccupate per i propri figli, succedeva quasi in ogni momento della vita soprattutto se questi erano anche lontani da casa ma Paola in quel preciso istante sentii che si trattasse di qualcosa di ben più grave e che lei non avrebbe potuto farci nulla per migliorare questa situazione.
«sono stato da Matteo e abbiamo parlato un po', lui all'inizio era abbastanza freddo ma poi mi ha lasciato parlare e ha capito le mie intenzioni.. non volevo allontanarvi dalla mia vita, volevo proteggervi. Sono stato intrattabile per mesi e non riuscivo a guardarmi allo specchio nemmeno per sbaglio, non sorridevo più e mi sentivo completamente solo.» Paola si asciugò le mani con uno straccio e si avvicinò al figlio per abbracciarlo, Federico chiuse gli occhi e le baciò la testa trattenendo a stento le lacrime. Non si era mai sentito così fragile come in quel momento e la vicinanza sincera di sua madre poteva essere una sorta di toccasana.
«Giulia e la sua famiglia saranno qui stasera.. è la tua ultima occasione figlio mio, lei è l'unica che può salvarti.» il toscano sentii un brivido lungo la schiena quando la madre pronunciò quel nome e solo quello gli bastò a provare sensazioni forti, da farlo quasi tremare.
«Ho solo bisogno di lei.» sussurrò Federico, tra le braccia protettive di sua madre.Mentre Mami era tutta presa nel colorare uno di quei disegni fatti da nonna Paola per la nipote, Federico tentava di domare la sua folta chioma provando a farle delle treccine, che di certo non erano proprio il suo forte. Nel frattempo, il campanello di casa Bernardeschi suonava a ripetizione e l'attaccante sbuffò nel constatare quante persone avessero inviato le due donne di casa, ricordava perfettamente il momento in cui prima di scendere a Carrara aveva ricordato a sua madre di invitare pochi parenti perché aveva bisogno di tranquillità ma lei e Gaia non erano state del suo stesso avviso.
«Oh, ma chi si vede qui?! Da quanto tempo!» Federico alzò gli occhi al cielo non appena udii la voce fastidiosa di Fabrizio, che si avvicinò per dargli una pacca sulla spalla con un sorriso falsissimo che lui ovviamente ricambiò.
«tutto bene in quel di Torino? vedo che stai giocando di più quest'anno..» la sua battuta era sottilissima e solo uno stupido non si sarebbe accorto della sua infinita cattiveria. Ancora stentava a crederci che Giulia fosse stata per anni con un uomo del genere e soprattutto che per ovvie ragioni facesse parte della sua famiglia più "stretta".
«mi dispiace ma non posso parlare in nessun modo della squadra..» cercò di tagliare subito corto e riprese a sistemare i capelli di sua nipote, senza degnare di uno sguardo il fratello di suo cognato.Giulia in quel momento sentii che le mancasse l'aria e la terra sotto i piedi, pochi passi la dividevano dall'uomo che amava ancora follemente e che non aveva mai sentito così distante. Matteo le aveva raccontato di come ormai si sentivano a stento e di quanto fosse diventato taciturno e anche un po' stronzo. Si contorceva dentro nel sapere che il suo Federico fosse in quelle condizioni ma aveva sofferto troppo per scappare da lui e far sì che tutto fosse dimenticato così facilmente.
Non appena entrò in casa, avvertii il suo profumo inconfondibile e nonostante non si trovasse in quella stanza, quel maledetto profumo aveva il potere di rimanere in qualsiasi luogo con la stessa intensità.
Abbracciò Paola e si accorse di quanto la stesse stringendo, sapeva ci fosse un motivo dietro e non serviva nemmeno chiedere il motivo.
Giulia non sapeva se fosse stato il profumo, l'abbraccio di sua madre o il fatto che Federico la stesse aspettando appoggiato alla porta del grande salone con quello sguardo che solo lei conosceva ma decise di non dare retta alla sua consueta razionalità e di correre ad abbracciarlo per non lasciarlo mai più.
Federico la strinse a se ancora più forte, mentre incastrò il volto nel suo collo per baciarlo.
«Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo..» sussurrò Federico, mentre sentiva che tutti i pesi del suo cuore si autodistruggevano velocemente.
«dimmi che stai bene..» Federico dimenticò per un secondo che non avesse risposto al suo ti amo e annuii velocemente per poi stringerla tra le sue braccia.
«a me interessa solo questo amore mio, la tua serenità..» Giulia mise fine a questa tortura e baciò finalmente le sue labbra carnose che le erano mancate terribilmente. Federico approfondii il bacio non riuscendo a trattenere il sorriso.
«ti amo anche io, da impazzire..» in quel momento capii ancora una volta che solo Federico riusciva a regalarle emozioni così forti da far scomparire il resto del mondo che si trovava lì difronte a gustarsi la scena del loro "ritorno". Solo Federico immaginava al suo fianco, nonostante tutte le sofferenze e i tanti, troppi allontanamenti che venivano ripagati nel momento stesso in cui gli guardava quegli occhioni verdi trasparenti e bellissimi, solo Federico era l'amore della sua vita e non poteva farci proprio un bel niente.Buon pomeriggio ragazzi e soprattutto BUON 2020 A TUTTI!! ❤️
Per prima cosa, perdonatemi per l'immenso ritardo ma questi giorni di festa sono stati fin troppo frenetici e se pensavo che avrei avuto molto più tempo per dedicarmi a questa storia beh.....mi sbagliavo alla grande. Ma bando alle ciance, ora sono qui e sono riuscita anche a pubblicare un capitolo che in qualche modo spero vi piaccia.
Fatemi sapere cosa ne pensate con un like e un commento, per me sempre importanti e fonte d'ispirazione.
Grazie e un forte abbraccio a tutti. 🥰
STAI LEGGENDO
Se non sei tu la casa io non so più abitare. // Federico Bernardeschi.
Fiksi PenggemarLa vera amicizia è così: persone per cui lo spazio e il tempo non hanno alcun valore, ma anzi si rincontrano come se il periodo di separazione non fosse mai avvenuto. Riprendendo la risata esattamente da dove era stata interrotta.