Trasferimento

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PROLOGO
Che cos'è il destino se non una serie di scelte che facciamo? Se tu sei la mia scelta allora sei la migliore che sia mai stata destinata a fare.

Daniel e io finiamo di sistemare gli ultimi scatoloni. Da vero gentiluomo, per risparmiarmi la fatica ha trasportato lui tutta la mia roba, anzi, l'ha trasportata fino all'ascensore.
Poggia l'ultimo che è anche il più pesante, per terra, dove all'interno vi sono solo inutili cianfrusaglie ma che per me significano molto.
《Cielo amore, adesso colonizzerai la casa, mi sembra strano non vedere più solo le mie cose sui mobili...dimmi che questo era l'ultimo》mi guarda a tratti terrorizzato e a tratti speranzoso; perciò a me viene da ridere per l'espressione che ha assunto.
《Si era l'ultimo》mi avvicino e gli butto le braccia al collo per baciarlo. Lui mi solleva da terra e mi fa fare una giravolta mentre Jack ormai un adorabile palla di pelo un pò cresciuta, ci scodinzola ai piedi.
Lui è stato la prima cosa che ho messo in valigia.
《Quindi vuoi dire che ti dispiace che mi sia infiltrata in casa tua?》domando assumendo un finto broncio.
Lui mi bacia, poi passa al collo, poi le guance.
Dan è un ragazzo d'oro, sensibile e premuroso oltre che molto, anzi forse troppo paziente. Me le lascia passare letteralmente tutte.
Una volta ruppi un cimelio antico della sua famiglia per sbaglio, e non emise un fiato. Inutile dire che milioni di dollari finirono nell'immondizia.
La sua famiglia è molto agiata, sono grandi imprenditori, così come lui, mezza New York è la loro.
Almeno dona quasi metà dei suoi guadagni in beneficenza.
《Ovviamente non vedevo l'ora piccola, erano mesi che aspettavo questo momento. In realtà, vivere da scapolo è divertente quando sei single, ma avevo voglia di compagnia》dichiara pizzicandomi una guancia.
《Direi che ne avrai, forse fino alla nausea, soprattutto per quanto riguarda Jack》.
Non posso credere di essermi trasferita da Dan, è il mio attuale ragazzo da un anno e mezzo, ci siamo conosciuto grazie ad un'intervista, siccome ormai lavoro come giornalista da quando mi sono laureata in lettere.
Un giorno il mio capo mi chiamò dicendo che aveva un grosso incarico per me: intervistare uno dei più giovani ed emergenti imprenditori della grande mela, così mi preparai in ogni minimo dettaglio già un paio di settimane prima, ovviamente non potevo fare brutta figura.
Ho dovuto intervistarlo in merito ai profitti e alla fama della sua azienda, di cui ne è il capo.
Okay, sembra l'inizio di cinquanta sfumature di grigio, ma è totalmente diverso.
Daniel ha saputo darmi l'amore che meritavo e dopo un'infinità di caffè freddi e cene al lume di candela, abbiamo deciso di fidanzarci.
Non ancora ufficialmente, forse è ancora troppo presto per un matrimonio, però Dan è la mia costante.
È la premura fatta a persona, e il suo secondo nome è "orsacchiotto".
Già, un soprannome da bambini e decisamente troppo smielato, ma all'inizio mi piaceva chiamarlo così sebbene a lui desse un tantino su i nervi.
La prima volta che mi invitò per un'uscita totalmente informale, rimasi di stucco.
Mi sono chiesta cosa ci avesse trovato un ragazzo del genere, di buona famiglia e altamente ricco, in una come me.
Io sono rimasta la stessa Sam di un tempo, ovviamente sono maturata, ma mi sento la stessa ragazza audace di sempre, sono tornata ad essere la Sam di New York, di prima che partissi per Los Angeles.
Ciò per cui mi sono innamorata di Dan è che lui ha saputo comprendermi quando gli ho parlato del mio passato, di mia madre e mio padre e di Los Angeles. Io e Dan ci siamo sempre confidati su tutto, ci dicevamo perfino le cose più sciocche, ci raccontavamo i dettagli delle nostre giornate, ma di Alex non gli ho mai parlato molto, anzi, poco e niente a dire il vero.
Non perché non volevo che Dan se la prendesse, anzi, lui è uno con cui si può parlare di tutto e ancora adesso a distanza di un anno e mezzo, sento di potergli dire qualsiasi cosa, ma non volevo entrare nei dettagli semplicemente perché Alex faceva parte del passato.
All'inizio è stato difficile accettarlo e per quanto mi riguarda ho passato almeno un anno a piangere per lui in silenzio, nella mia camera, sul mio cuscino.
Poi ho abbandonato il suo ricordo.
Inizialmente abbiamo provato a tenere vivo il rapporto, ma dopo un paio di mesi abbiamo capito che era inutile e che la cosa ci stava distruggendo, ogni giorno che passava aumentava la sofferenza, perciò reciprocamente, abbiamo messo un freno, anzi, a dire il vero, sono stata io a far aprire gli occhi ad Alex sulla questione, e lui lo ha semplicemente accettato.
Abbiamo smesso di scriverci, di inviarci lettere, fotografie, di telefonarci. Da un giorno all'altro semplicemente il mio cellulare aveva smesso di squillare.
Mi sono sentita persa.
Ma man mano con l'aiuto di Lydia e l'impegno che mi richiedeva il college, mi sono rialzata.
Poi è arrivata la proposta di lavoro e tutto è andato sempre per il meglio.
Alex ora è un lontano ricordo.
Ammetto che anche durante la fase di frequentazione con Dan, mi è capitato di pensare a lui, mi domandavo cosa stesse facendo, con chi fosse e soprattutto se mi avesse dimenticata ma poi mi sono resa conto che anche i miei stessi pensieri erano un modo per torturarmi, quindi ho smesso.
Ci ho messo una pietra sopra.
Dan mi rende felice, ed è quello giusto, il ragazzo che ogni donna desidera. Con lui non esistono scommesse, non esistono bravate da ragazzini, anche perché ora siamo adulti.
Se penso ad Alex, credo che sia cambiato, o almeno lo immagino. Sarà sicuramente maturato e cresciuto, ma ci siamo incontrati in quello che sembrava essere un momento favorevole e invece non lo era.
Ma ripensarci è inutile.
Sono passati cinque anni, un tempo sufficiente a dimenticare una persona, almeno penso.
Dan non ha voluto insistere sulla questione "ex fidanzato"; gli avevo raccontato le cose basilari, quindi di come ci eravamo conosciuti, ma quella tra noi era una storia destinata a finire; avevo capito che Alex faceva parte del passato e man mano l'avevo accettato e avevo classificato la nostra storia come un amore adolescenziale, ed è quello che ho raccontato a Daniel.
In questi anni, il rapporto con mio padre è sempre stato dei migliori e avevamo subito recuperato il tempo perso: partite allo stadio, cibo d'asporto e film sul divano. Insomma, avevamo l'un l'altra e mi bastava finché non ho incontrato Dan.
Inutile dire che papà fosse iperprotettivo all'inizio. Aveva perso mamma e non poteva perdere anche me.
Infatti quando è arrivato il fatidico giorno del mio trasferimento quasi si è piazzato davanti alla porta disperato per non farmi uscire di casa.
Secondo me gli stava per prendere un infarto quando l'ha saputo.
Credo che per lui fosse troppo presto, diceva che un anno e mezzo non è abbastanza per convivere.
Temo che abbia paura che Dan mi possa chiedere di sposarlo perché "la convivenza è il primo passo verso il matrimonio e il pancione da mamma" sue testuali parole e io sono scoppiata a ridere.
In realtà non ci sarebbe niente di male. Prima o poi tanto penso che succederà; ho ancora tante cose da fare e voglio almeno per il momento, vivere il mio rapporto di coppia con Dan, da coppia, ma più avanti, credo che dei figli e un matrimonio possano renderci felici e desidero averne.
Però penso che sia meglio un passo alla volta.
Per il momento, conviviamo da meno di dieci minuti.
《Sam, il tuo vecchio ti chiama》dice distraendomi dal pensiero di me e lui come genitori.
Guarda l'orologio.
《Wow, esattamente otto minuti che hai messo piede in casa nostra e già ti telefona. Mi sa che qualcuno è geloso!》ridacchia.
Mi piace il termine "nostra".
Ovviamente mi sembrava strano che non avesse ancora telefonato.
Lascio squillare, dopo lo richiamerò.
《Sei sempre così fiscale》ammetto.
《Che vuoi farci! Cervello da imprenditore》.
In effetti, Dan è un perfezionista nato e forse è l'unico punto a sfavore.
《Se non rispondi tappezzerà la città di manifesti e denuncerà la tua scomparsa alla polizia amore》ride di gusto.
Direi che ormai ci ha fatto le ossa.
Va d'accordo con mio padre, ma ha dovuto prima fare colpo su di lui per arrivare a questo traguardo.
Papà non è stato facile da ammorbidire.
《Gli manderò un messaggio》concludo, per poi gettargli le braccia al collo, alche lui mi solleva di peso permettendomi di circondargli i fianchi con le cosce.
《Che desideri fare ora?》domanda allusivo.
《Un'idea allettante ce l'avrei, ma prima sarebbe meglio riordinare questo casino》.
Lui fa una smorfia.
《Ne sei proprio sicura?》mi stuzzica il lobo dell'orecchio con la lingua.
《Ne sono sicura》rispondo in un sussurro.
Lui sbuffa sonoramente.
Per quanto anche io abbia voglia di inaugurare la stanza da letto, prima ho bisogno di sapere che le mie cose saranno al loro posto.
Io e Dan ci prendiamo un'ora di tempo per sistemare le ultime cianfrusaglie e lui non finisce mai di lamentarsi per la quantità infinita di roba che ho portato.
《Ma questi ti sono davvero utili? Sono orrendi amore》mostra dei vasetti in ceramica che ho costruito quando accompagnavo mio padre ai vari incontri che gli erano stati caldamente consigliati dai medici.
Per lui è stata una terapia.
Inoltre, si è fatto nuove amicizie, altre persone che come lui, hanno subito perdite, traumi.
Sono stata contenta di accompagnarlo perché fece bene ad entrambi.
Io gli prendo i vasi dalle mani e li sistemo sulla mensola in sala.
Questa casa gigante ha bisogno di un tocco femminile.
Daniel essendo uomo ovviamente sa curare poco una villa come la sua, per di più il suo lavoro lo tiene molto occupato dato che si occupa di progettare e far costruire edifici e palazzi immensi qui in città.
《Lo sai che sono i vasi che ha costruito papà》.
Lui deglutisce.
《Merda scusa, me ne ero dimenticato. Puoi metterli dove più ti piace》.
Io annuisco contenta.
《Ah dimenticavo, devo far incorniciare la foto di noi due al congresso a Parigi. Appena ho tempo lo farò》mi avverte.
《Non c'è fretta. Abbiamo appena iniziato la nostra vita insieme》gli ricordo.
《Giusto》sussurra sistemando ora delle statuette di porcellana sulla mensola in cucina.
《Perché non assumi qualche cameriera o donna delle pulizie, i soldi non ti mancano e io con il mio lavoro potrei aiutarti a pagarle》dico.
《No Sam, non voglio farti spendere soldi, con il tuo lavoro puoi pagare tutto quello che serve a te amore. Poi di quelle non mi fido》storce il naso.
《Anni fa una cameriera rubò un orologio di valore dalla cassaforte di mio padre》aggiunge.
Io alzo gli occhi al cielo.
《Daniel te l'ho mai detto che sei fissato? Non sono tutte delle ladre. E poi con il mio lavoro voglio contribuire alle spese della casa, ormai siamo io e te, insieme》dico con enfasi,《e non voglio essere di peso》.
So che vuole prendersi cura di me e occuparsi delle spese perché tra i due è quello con uno stipendio da far invidia, ma io e lui d'ora in poi saremo responsabili l'uno dell'altra, e non mi va di vivere a sue spese.
In risposta mi bacia.《Tu non sei di peso》.
《Per ora, ma sappi che contribuiremo entrambi, punto e basta》.
Lui sospira.
《Te l'ho mai detto perché ti amo?》.
Io sorrido.
《Si ma forse è meglio che mi rispolveri la memoria》. È una proposta velata.
Sorrido ammiccante.
Tanto direi che non c'è più nulla da sistemare.
《Musica per le mie orecchie!》ride e mi prende nuovamente in braccio.
《Okay, è il momento di un bagno caldo, ho aspettato fin troppo》mi stringe a sé e sorpassando Jack, che fortunatamente è impegnato a mastcare il suo osso, mi porta fino al bagno in camera all'ultimo piano e intanto mi spoglio.
La prima volta che mi invitò a casa rimasi esterrefatta, non avevo mai visto tanta ricchezza e soprattutto lucentezza, ogni cosa è al suo posto, brilla perfino l'angolo più recondito.
Io getto i vestiti sul pavimento mentre Dan prepara la vasca. Ci metto dentro una di quelle sfere da bagno per improfumare l'acqua, e quando vediamo che c'è abbastanza schiuma ci immergiamo.
Mi prendo un secondo per ascoltare la tranquillità di questo posto, anche perché siamo all'ultimo piano di ottantasette, perciò il caos cittadino è ben lontano.
Dan in realtà può sembrare altezzoso e viziato all'apparenza, come solitamente si pensa di ricchissimi e soprattutto giovani imprenditori, ma non è così. Ha scelto una casa in centro, in una zona traboccante di vita e di locali notturni; è uno a cui piace stare in mezzo alla gente.
Mentre mi accoccolo nel suo abbraccio e mi vizio un pò con la splendida vista su New York, il mio cervello inizia a pensare.
《Sai, ho pensato di far ridipingere le pareti, magari di beige, e di cambiare colore della mobilia, magari sul nero o sempre sul beige chiaro, o anche sul bianco, e poi di prendere uno specchio più grande nel bagno al primo piano, forse...》mi interrompe.
《Amore con calma》.
Forse l'ho spaventato. Sono entrata subito nell'ottica della convivenza.
Non voglio che cambi le sue abitudini o la sua mobilia per me, ma vorrei sentire questa casa come anche mia.
Ne parleremo quando ne sarà pronto.
Mi attira a sé e mi bacia appassionatamente poi mi poggia un pò di schiuma sul naso.
Mi incanto per un attimo nei suoi occhi quasi verdi e con i capelli bagnati dall'acqua è ancora più sexy.
Dan è sempre stato un ragazzo composto e formale, con barba e capelli sempre ben fatti, e non possono mai mancare la sua adorata cravatta e i polsini d'oro.
Mi poggio con la testa al suo petto grande e gli accarezzo il braccio, fissando i suoi tatuaggi sparsi sul braccio.
Li tiene sempre nascosti quando è in giro o al lavoro, perché crede che diano un'immagine sbagliata di lui nell'ambito aziendale. 
《Sai, sto assumendo personale, alcuni ragazzi che ho scelto dopo una lunga e accurata selezione, si presenteranno dopodomani; potresti intervistarne qualcuno se ti va》propone.
Daniel mi ha sempre procurato qualche cliente, questo mi fa piacere ma sono abbastanza brava anche da sola nel mio lavoro.
Mi rabbuio.
《Non prenderla a male amore, non lo faccio assolutamente per sponsorizzare la "Jackson&Co."》.
So che non lo fa per un secondo fine ma voglio che creda in me.
La Jackson&Co: la sua rinomata azienda. Quando ha spopolato qui in città, per mesi e mesi non si faceva altro che parlare di essa, e ora io sono nella vasca da bagno del proprietario.
《Potrei pensarci. Ho bisogno di scrivere un nuovo articolo, il mio capo si è stufato di recensioni sui pinguini e sinceramente, anche io》spiego e quasi mi viene da ridere.
In questi giorni ho dovuto scrivere il mio parere sugli stili di vita dei pinguini, una noia mortale, soprattutto perché ho dovuto fare ricerche per ore di fila; non mi interessa niente dei pinguini, e credo che non interessi quasi a nessuno.
Ultimamente vanno di moda gli articoli sui filler alle labbra delle star Hollywoodiane, delle vacanze super lussuose di Brad Pitt e quelli sul cambiamento climatico e soprattutto sul fatto che New York potrebbe sprofondare sotto il suo peso.
Lui ride poi torna a baciarmi, scende fino al collo e non voglio che si fermi.
Caccio un piccolo gemito e a lui sembra piacere. Credo che entrambi abbiamo voglia di recuperare il tempo perduto a sistemare la mia oggettistica.
Mi volto verso di lui per saltargli a cavalcioni ma in questo esatto momento il cellulare squilla una seconda volta.
Roteo gli occhi e con uno sbuffo lo afferro oltre il bordo della vasca per controllare chi sia, perché se nel caso dovesse essere papà, gli aspetta una bella ramanzina.
So che si sente solo e ha pochi hobby oltre il lavoro, ma deve capire che ora convivo.
《Se è mio padre poi mi sente!》.
《Dai Sam, potrebbe aver bisogno》.
Si potrebbe, ma ultimamente sembra essere diventato più apprensivo del solito.
Ad interrompere questo momento in realtà è Lydia.
Io e lei ci siamo ritrovate subito dopo il mio ritorno qui e da allora non ci siamo più divise, eravamo come incollate. Lei non aspettava altro. In realtà non ci siamo mai perse veramente.
Ho riacquistato i rapporti con lei sebbene abbia perso tutti quelli con i miei amici di Los Angeles.
Mi sentivo come divisa in due: la Sam di New York e la Sam di Los Angeles.
Ma mantenere i contatti con loro, avrebbe significato ricordarmi della mia vita lì, e questo mi faceva soffrire.
Ho dovuto tagliare i ponti, ricominciare.
Le ho parlato di Alex, di come mi ero sentita nel lasciarlo andare e lei la maggior parte delle volte c'era durante i miei attacchi di pianto e mi ha supportata quando mi sono sfogata con lei su come mi sentissi ad aver letteralmente vissuto due vite diverse nel giro di un anno.
Penso che senza di lei, non mi sarei ripresa del tutto.
Siamo inseparabili e lo siamo sempre state, inutile dire che le voglio bene come se fosse una sorella.
Le rispondo perché so che altrimenti non farebbe altro che chiamarmi.
《Pronto rompi scatole》.
《Hey Sam, allora ti sei trasferita dal tuo bel fusto palestrato?》grida dal telefono e spero che Dan non senta ma lo trovo impossibile dato che siamo praticamente attaccati, e infatti lui ridacchia.
《Si da esattamente un'ora e mezza》comunico.
Lei grida entusiasta.
《E dimmi ci avete già dato dentro?》domanda, già mi immagino la sua espressione allusiva. I pensieri di Lydia sono per la maggior parte composti dal sesso e dai bei ragazzi, ma è anche per questo che le voglio bene, oltre che per avere un talento naturale nel mettermi in imbarazzo.
Arrossisco.
《Ehm, direi che ci hai interrotti》rispondo.
Lei tira in dentro l'aria, di sicuro avrà un'espressione di stupore con la solita mano davanti alla bocca e gli occhi azzurri strabuzzati.
《Allora vi lascio continuare ma attenzione a non farti infornare la pagnotta》dice ridendo e capisco dopo qualche secondo cosa intende dire.
Perché non può parlare come una normale ragazza adulta anziché usare termini da ragazzini appena usciti dalle medie?! È inutile, Lydia non crescerà mai.
Quando attacca non posso fare a meno di ridere e Dan mi segue.
《È stato imbarazzante》asserisco.
《Un tantino...Allora, dov'eravamo rimasti!》.
Io gli prendo il viso tra le mani e tra baci e carezze, finiamo quello che abbiamo iniziato.
Tanto so che faremo nostro ogni angolo della casa.
Daniel è dolce e passionale. Ma la cosa fondamentale è che mi fa sentire amata. Io sono la sua priorità e ha sempre fatto di tutto per curarsi di me. Direi di avere buon gusto per gli uomini.
Dopo tutto il romanticismo di cui siamo stati capaci, decido che è ora di telefonare a mio padre.
Si è fatta sera e forse sarà preoccupato per me dato che non l'ho richiamato.
Nel messaggio che gli ho mandato prima, ho cercato di rassicurarlo.
Si è preso un periodo di ferie, perciò credo abbia molto tempo libero e che non abbia molto altro da fare se non assicurarsi che stia bene.
《Pronto tesoro》risponde.
Dalla voce sembra assonnato, forse l'ho svegliato.
《Papà scusa se non ti ho richiamato prima, siamo stati impegnati. Stavamo mettendo in ordine le ultime cose, sai com'è!》spiego.
《Non preoccuparti, so come vanno queste cose, l'importante è che tu sia felice e convinta della tua scelta soprattutto》.
Ci risiamo!
《Papà...》lo richiamo.
《Si, hai ragione Sammy, sono il solito guastafeste. Non volevo rovinarti l'umore》.
D'improvviso mi viene voglia di stringerlo in un abbraccio. Immagino quanto possa sentirsi solo.
《Dunque, come va il primo giorno di convivenza. Ti manca il tuo papà?》domanda sperando che dica di si.
È ovvio che mi manca ma a dire il vero non vedevo l'ora di essere tra le braccia di Daniel.
《Certo, tanto. Uno di questi giorni puoi venire a cena da noi se ti va. Anzi, puoi venire questo weekend, io e Dan abbiamo preso dei giorni di riposo e ancora non sapevamo cosa fare, quindi abbiamo del tempo libero》.
Non risponde subito.
Aspetto che parli.
《Ehm Sam, devo dirti una cosa》.
Mi allarmo.
Dopo quella disavventura ho sempre paura possa ammalarsi o perdere d'un tratto la memoria in modo permanente.
Ha avuto un trauma cranico non indifferente perciò ho paura delle possibili complicanze.
I medici ci avevano assicurato che non sarebbe successo, almeno nel novanta percento dei casi, ma dal tono in cui ha pronunciato quest'ultima frase, sembra che io debba preoccuparmi.
Non dico nulla, aspettando il suo verdetto.
《Ho...ho conosciuto una persona in queste settimane》annuncia.
Posso tornare a respirare.
《Si chiama Jennifer. Lavora come infermiera. Ci siamo conosciuti qualche mese fa durante dei vari controlli di routine in ospedale.
Lei mi ha aiutato molto e mi è stata vicino ultimamente.
Ci frequentiamo da qualche tempo e vorrei che tu la conoscessi, perciò pensavo di invitare te e Daniel a cena da me proprio questo weekend》spiega.
Mi si illuminano gli occhi per quello che ha appena detto, era da tanto che speravo che papà trovasse qualcuno per non rimanere solo e superare finalmente il trauma della morte di mia madre, sebbene nessuna potrà mai prendere il suo posto nel mio cuore e nessuna donna potrà mai sostituirla, ma voglio che papà si rifaccia una vita, soprattutto ora che lo sto facendo anche io.
Io sono andata avanti, doveva farlo anche lui.
Ad ogni modo, non mi ero ancora accorta di nulla, è stato bravo nel nascondermi una cosa tanto importante e il peso che portavo dentro per il senso di colpa che ultimamente mi attanagliava per il fatto che avrei dovuto lasciarlo solo adesso non c'è più così tanto.
Vorrei tempestarlo di domande, ad esempio com'è, se è più giovane di lui, se ha figli, ma forse è meglio parlarne dal vivo.
Ora che ci penso, mi è chiaro perché ogni volta che gli arrivava un messaggio sorrideva come un ebete davanti lo schermo, o perché un paio di volte scendeva in piena notte per tornare ore dopo, ma non avevo pensato che potesse essere opera di una donna.
《Certo, ci farebbe piacere》dico cercando di contenere la mia felicità.
《Anzi, che ne dici se ci vediamo anche per un caffè prima di questo fine settimana, così potremo parlare meglio di Jennifer》propongo.
Lui accetta volentieri.
《Pensavo non la prendessi bene, per questo ero preoccupato nel dirti di lei》.
《Beh, di certo non è la mamma, ma non desideravo altro che vederti andare avanti perché te lo meriti papà》.
Posso sentirlo sorridere dall'altro capo del cellulare.
Spero che questa conoscenza vada per il meglio, ma se già ha deciso di presentarmela, vuol dire che questa Jennifer deve essere importante per lui.
Promette di prepararmi una cena coi fiocchi.
《D'accordo, allora a presto》concludo e mi getto ridente sul morbido divano a L del salotto.
Dan, che compare con solo l'asciugamano in vita, vuole sapere il motivo della mia contentezza.
A parte l'essere in sua compagnia, gli spiego della nuova fiamma di papà e lui capendo quanto sia importante per me accetta di buon grado l'invito.
I primi mesi, lui e papà non andavano molto d'accordo, ma solo perché papà diceva che Dan fosse troppo serio e schivo nei miei confronti, ma in realtà era solo una scusa perché non voleva accettare che uscissi con un ragazzo.
In realtà penso che Dan gli piaccia, inoltre ultimamente, (sarà forse per opera di Jennifer), sembrava essersi ammorbidito con lui, invitandolo spesso per una passeggiata all'aria aperta o per un pranzo veloce quando entrambi avevano tempo.
Ovviamente dalla morte di mia madre e dopo la sua ripresa ha sempre avuto paura di perdere anche me perciò abbiamo dovuto lavorarci sopra; ha fatto parte di un gruppo psicoterapeutico all'inizio, per riprendersi e per alleviare il suo disturbo post traumatico da stress.
Sobbalzava ad ogni rumore, era iperattivo e aveva continui incubi sull'incidente. Io avevo già passato quel periodo e ho cercato di aiutarlo, ma più di tutto aveva il costante timore di perdere anche me, tanto che non voleva nemmeno prendessi la metropolitana per andare al college.
Poi è rinsavito con il tempo.
Quando però ha saputo di Dan era quasi ricaduto nello sconforto.
So che non è più quello di prima e che ora è più silenzioso ma l'importante è che sia felice.
Per cena, preparo qualcosa di non troppo elaborato; non mi è mai piaciuto cucinare ma mi sono abituata cucinando per mio padre e ora devo migliorarmi per evitare di offrire a Dan solo piatti scontati e preparati miseramente, oltre che cibo d'asporto o in scatola, anche se quasi cucina meglio di me.
Fino ad ora ha fatto la donna di casa, ma direi che d'ora in poi, dovremo dividerci i compiti.
《Mh buona, forse un pizzico di sale in meno》spiega addentando la mia carbonara, un piatto tipico italiano di cui ho letto la ricetta su internet, il suo preferito.
《Lo dici solo perché sei fissato con la dieta, con il poco condimento e perché non hai gusto per il cibo》dichiaro.
《Già, ma almeno ho buon gusto in materia di ragazze》mi fa l'occhiolino e mi bacia.
Il cuore schizza a mille.
Alcune volte io e Dan ci comportiamo da adolescenti alle prime armi ma la nostra storia mi piace anche per questo.
L'unico che ha saputo darmi un amore forte e passionale come si legge nei libri, è stato Alex, anche se il nostro a tratti era complicato e adrenalinico, ora però ho bisogno di stabilità e sento che con Dan posso averla.
Penso tutto questo anche se ho solo ventitré anni, Dan però riesce a darmi sicurezza, questo perché è più grande di me di tre anni e mi piace il suo modo di pensare da adulto responsabile e maturo.
Sono cresciuta, mi sento a tutti gli effetti un'adulta e ho vissuto terribili esperienze in passato che mi hanno fatta crescere e uscire dalla mia bolla.
《Voto: sette e mezzo》deduce dopo aver finito di mangiare.
《Io do un bell'otto. Poi, questo calice di vino rosso rende il tutto più succulento》annuncio come fossi una sommelier.
《Vorrei ben dire, è un Saint Emilion Grand Cru Classé Château Cheval Blanc e mi è costato un occhio della testa》.
Credo di non aver capito una singola parola, anche perché il francese non è il mio forte, ma Dan ha una passione per i vini. Aveva un intero angolo della cucina dedicato alle più pregiate bottiglie di vino mesi fa, di cui però si è impadronito suo padre, perché lui non ama bere, credo amasse solo sfoggiare la sua collezione.
Dopo cena, rigorosamente seguiti da Jack, andiamo di sopra e sono finalmente pronta a passare la mia prima notte nel nostro letto.
《Bel pigiamino!》esclama, poi mi fa spazio accanto a lui.
Mi immergo sotto le coperte e mi accoccolo tra le sue braccia.
Accende il suo mega schermo piazzato proprio ai piedi del letto e inizia a fare zapping tra i canali, mentre io mi preparo ad accogliere Jack sul letto.
《È proprio necessario che Jack salga sul letto?》.
《Ha sempre dormito con me fin ora, non voglio che si senta triste e solo》faccio gli occhi dolci e lui accetta senza più fiatare.
《Ti amo》dico baciandogli una guancia.
《E anche Jack》aggiungo.
Lui scuote il capo e permette a Jack di stendersi ai nostri piedi.
《Credimi, mai quanto ti amo io Sam》sussurra.
Iniziamo a guardare un vecchio film in bianco e nero, poi un documentario, finche il sonno sopraggiunge e mi addormento sul suo petto senza sentire più nulla oltre che i nostri respiri......

𝓟𝓮𝓻 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓷𝓸𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora