Sono agitata, non è la prima volta che devo intervistare qualcuno, anzi direi che è la parte più esaltante della mia professione, ma spero di fare un buono lavoro, almeno discreto, per sorprendere il mio capo, un idiota patentato, o per fare in modo che almeno si accontenti.
È inesperto e alle prime armi e non ha idee innovative, pertanto spero che quest'intervista frutti qualcosa.
Appena arrivo all'ultimo piano mi dirigo impettita nell'ufficio di Dan.
So che qui metà delle dipendenti non mi sopporta e mi vede come una raccomandata, ma solo perché sono la fidanzata di uno degli uomini più ambiti della città.
Chloe mi avverte che il nuovo arrivato è già dentro.
Dan lo ha assunto in un batter d'occhio quando ha visto le sue qualità, è rimasto molto colpito da questo tizio, perciò ha voluto che lo intervistassi.
Prima di irrompere nel suo ufficio, mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, (stamattina ero indecisa se lasciarli ricadere sulle spalle o legarli, e alla fine ho optato per lo chignog) e riguardo per un attimo tutte le domande che fino a ieri sera mi sono preparata, direi che possano andare bene.
Sono circa una ventina di domande a cui dovrebbe saper rispondere facilmente.
Prendo un respiro profondo ed entro nell'ufficio in attesa di scoprire chi sarà il fortunato.
Non appena apro la porta però, tempo massimo cinque secondi e il fiato mi si spezza; non posso credere ai miei occhi. Non credevo che dopo anni mi sarei ritrovata a vivere questo momento.
Eccolo qui, ad un metro da me.
Sulle prime nemmeno ci avevo fatto caso.
È diverso da come lo ricordavo, è cresciuto, i lineamenti del suo volto sono cambiati, maturati e noto un accenno di barba incolta ai lati del viso che lo rende più mascolino, virile. Ha la mascella leggermente più sporgente, i capelli sempre un pò spettinati che gli conferiscono quell'aria da ragazzino che mi riporta a cinque anni fa.
Porta ancora il piercing al sopracciglio e ciò mi ricorda il perché mi sono innamorata di lui.
Sebbene il modo elegante in cui è vestito e il portamento orgoglioso, lo rendono un uomo fatto e finito. È ancora più bello di come lo era in passato.
I ricordi di lui e di noi due insieme si fanno spazio in me e passo in rassegna tutti quei momenti.
Rivederlo mi fa stranamente battere il cuore. Credo sia normale essere contenti e stupiti nel rivedere una persona dopo molti anni, soprattutto una persona che è stata così importante nella tua vita, ma sembro incollata al pavimento, lo guardo e tremo, le mani sudano e vorrei solo correre a riabbracciarlo per tenerlo stretto a me e non credo sia questo l'effetto che dovrebbe farmi; dovrei essere solo leggermente sorpresa e basta invece sento una specie di estraneazione che mi porta a concentrarmi solo su di lui, come se fossimo gli unici nella stanza.
La sensazione nel petto che sentivo in sua presenza ritorna dopo cinque lunghi anni.
Le probabilità che ci saremmo rivisti erano minime, quasi impossibili eppure eccolo qui.
Alex.
Io e lui non abbiamo fatto altro che rincorrerci.
Senza neanche rendermene conto, come se non comandassi più le mie azioni, mi avvicino.
Mi guarda scosso, stranito ma anche come se stesse aspettando solo di rivedermi.
Il suo sguardo su di me mi era mancato. O almeno, mi è mancato finché non ho deciso di andare avanti.
I suoi occhi penetranti, le sue labbra morbide. Sorride ed è perfetto, come le sue fossette che mi ricordano della prima volta che lo conobbi.
Allunga una mano verso di me, le sue dita grandi e affusolate, anche quelle sono esattamente come le ricordavo. I ricordi riaffiorano uno dopo l'altro senza poterli fermare. Ripenso soprattutto a quando mi stringeva a sé con le sue forti braccia toniche e a quanto avrei voluto sentire quel tocco sulla mia pelle quando mi mancava.
Dio solo sa quanto mi è mancato.
Ho sentito un vuoto dopo la nostra separazione che ora lui con la sola sua presenza sembra colmare.
Basta.
Non posso pensarlo sul serio.
Sono solo confusa per il suo incontro.
È stato come un lampo improvviso in una giornata di sole.
Devo ricompormi e fingere indifferenza; anzi, devo fingere di non conoscerlo perchè Dan non sa che si tratta di quell'Alex.
Quante probabilità c'erano che tra tutti i dipendenti che avesse assunto, ci fosse lui?
Mi domando se sia uno strano gioco del destino, se questo incontro significhi qualcosa.
Ci lanciamo sulla penna che mi era caduta nello stesso momento e ci fissiamo. E pensare che ora siamo due sconosciuti. Sento il suo alito sulla guancia tanto che siamo vicini, ed arriva l'ennesimo flashback. Mi allontano di scatto.
Sposto subito l'attenzione su Dan, che probabilmente si starà chiedendo cosa ci sia di tanto strano e mi allontano da Alex che sembra esserci rimasto di stucco, quasi si aspettasse...cosa? Magari che lo accogliessi con più calore. Desideravo anche io questo mancato contatto.
L'aria qui dentro sembra essere praticamente ridotta al minimo. Non oso pensare a come sarà trascorrere la prossima mezz'ora con lui per intervistarlo.
《Amore, va tutto bene?》domanda Dan.
Guardo Alex che pare deluso. Sicuramente ha intuito ogni cosa. Mi chiedo solo cosa stia provando, o se gli abbia fatto male sapere che sto con un altro. Ma sono passati anni, deve avermi dimenticata.
Immagino che mi avrà pensata in tutto questo tempo, vorrei sapere solo con quanta intensità.
Sono stata io a mettere un freno, la nostra vita stava andando avanti, la mia perfettamente, e deve continuare ad essere così.
Mi risveglio dai pensieri.
《Si, mi sembrava di aver visto una crepa sul vetro della finestra, ma è tutto assolutamente in ordine》sorrido cercando di sembrare convincente.
È tutto in ordine tranne i miei pensieri.
Dan mi guarda accigliato poi ci presenta nuovamente.
Non credo di volergli dire che davanti si ritrova proprio l'uomo che ho amato con tutte le mie forze, anche perché non voglio che questo condizioni il loro rapporto lavorativo.
《Come ti dicevo, lui è Alexander Montgomery》.
Potrei anche dirgli che ci conosciamo ma non vorrei rovinare l'atmosfera, e poi dovrei dirgli per forza che è l'Alex di cui gli ho parlato e dovrei spiegargli più dettagli di quelli che vorrei fornirgli, quindi sto zitta, sebbene fingere indifferenza è più difficile di quel che pensavo.
Io e quest'ultimo fingiamo un saluto formale e le nostre mani entrano in contatto. Ci tocchiamo nuovamente dopo cinque anni. Dentro di me scatta qualcosa, sebbene non so esattamente cosa.
《Bene, vi lascio andare, fai un buon lavoro amore e non spaventare i miei dipendenti!》ghigna Dan, poi prima di congedarci mi lascia un tenero e fugace bacio sulle labbra.
Di sottecchi noto che Alex sposta lo sguardo sui suoi piedi.
Senza parlare, come se avessi perso l'uso della voce, mi dirigo all'ascensore percependo la presenza incalzante di Alex dietro di me.
Voglio ardentemente sapere i suoi pensieri. Magari non pensa nulla, magari ha la mente bloccata o magari gli sono indifferente, anche se dalla sua reazione di poco fa non direi. E mi maledico per aver indossato questo pantalone che lascia intravedere tutte le mie curve. Poi perché il corridoio è così maledettamente lungo?
Nessuno dei due fiata per minuti interi. In ascensore si sentono solo i nostri respiri irregolari, il suo sul mio collo che mi provoca ancora dei brividi.
Rimango un blocco di ghiaccio fino a quando non arriviamo in quello che sarà il suo ufficio. Ho camminato tutto il tempo davanti a lui e sembrava di camminare su una corda tesa sospesa in aria.
Lui osserva compiaciuto tutto lo sfarzo di questo posto, poi si siede con poca cura sulla poltrona in pelle di fronte a me, dietro la scrivania, e mi indica di fare lo stesso.
Nei modi è rimasto lo stesso Alex di anni fa, soddisfatto e un pizzico presuntuoso. Si comporta come se fosse lui il capo.
Mi siedo cercando di non dar peso alla timidezza che d'un tratto mi attanaglia e accavallo le gambe.
Ho la gola secca, credo che mi ci voglia una bella bevuta d'acqua o una doccia fredda per risvegliarmi dalla specie di trance in cui sono da minuti.
Mi sento avvolta da una bolla e tutto questo ancora non mi sembra vero.
Ogni volta che mi guarda il cuore aumenta il suo ritmo, anzi, penso non abbia mai smesso.
"Sam, è soltanto Alex, basta fare la bambina" mi impongo.
Da quando l'ho rivisto non ho più parole, come se fossi caduta nell'impossibilità di produrre suoni sensati, ma devo reagire.
Ci siamo rivisti, siamo in una stanza insieme da soli, ma ora devo concentrarmi sul mio lavoro e devo pensare a farlo bene, poi dopo questa intervista ritorneremo ad essere due estranei, come lo siamo stati fino a questo momento.
Apro il blocchetto con le domande e mi schiarisco la voce.
Per un attimo penso prima di passare alla fase professionale, che magari dovrei chiedergli qualcosa, ad esempio, come sta o cosa ha fatto durante questi anni, che forse dovrei interessarmi a lui, ma magari non è una buona idea.
Meglio fare l'intervista e dimenticarmi dell'accaduto.
《Mh mh, lei è un'aspirante imprenditore, quali speranze ripone in questo lavoro e perché secondo la sua opinione il signor Jackson ha assunto proprio lei?》domando quasi come se avessi imparato tutto a memoria e mi sembra strano parlargli in questo modo così formale, proprio come fossimo due sconosciuti.
Lui fissa i suoi occhi nei miei e mi guarda senza pudore nella scollatura della maglia. Arrossisco violentemente ma stranamente, non mi infastidisce; il suo sguardo estasiato sul mio corpo era la sola cosa a cui pensavo ogni giorno.
Devo smetterla di pensarci.
Aspetto che risponda e intanto guardo altrove, riesco a guardare ovunque tranne lui.
《Sicuramente sono molto ambizioso e mi aspetto di poter portare ricchezza all'azienda, di sentirmi ogni giorno sempre più soddisfatto e non nego ovviamente di voler raggiungere un buon patrimonio》dice senza esitazione.
《Il signor Jackson ha deciso di assumermi perché durante il colloquio ha notato le mie potenzialità nel comunicare con i clienti avendo studiato ingegneria ed essendomi specializzato in economia e comunicazione, ed è rimasto colpito dai miei modelli di disegno》continua.
È rimasto lo stesso egocentrico di cinque anni fa.
Qual'è la prossima domanda?
Cerco di concentrarti sul foglio ma lui senza preavviso ne ritegno, si alza dalla poltrona e inizia a girarmi attorno e mi risulta difficile concentrarmi.
Vorrei fargli delle vere domande per colmare le lacune di questi cinque anni, domande di cui mi interessa sul serio sapere la risposta.
《Quest'azienda è famosa anche per le sue opere di beneficenza, lei intenderà donare una parte del suo patrimonio una volta raggiunta la cifra ideale?》.
Forse non avrei dovuto fargli questa domanda.
《Certamente, ho già pensato ad una cifra che potrei far arrivare a quei poveri bambini senza un tetto sopra la testa, ma per ora preferisco non menzionarla》risponde. Sembra piuttosto freddo.
Cerco di resistere finché non si posiziona dietro di me poggiando entrambe le mani sulla poltrona su cui sono seduta.
Il cuore sta per esplodere dal petto e ho una terribile curiosità a cui devo dare una risposta.
Scatto in piedi.
《Perché sei venuto qui Alex?》le parole mi escono in automatico, quasi senza controllo.
Si ritrae.《Per lavoro, che razza di domanda è?》. Prende il foglio su cui sto scrivendo.
《Non era una domanda per l'intervista, voglio sapere perché dopo anni sei ricomparso così all'improvviso?》sbotto.
《Calma Logan, tu non c'entri niente con questo, non voglio assolutamente rovinare la tua bella vita insieme al tuo ricco fidanzatino, dato che sei ben piazzata al momento!》.
Mi aspettavo una risposta del genere e di certo non potevo sperare che fosse venuto qui per me. Anche perché sarebbe da sciocchi trasferirsi con la speranza di poter rivedere una persona che non vedi da cinque anni in una città che conta milioni di abitanti.
《Attento Montgomery, è del tuo capo che stai parlando》mi scaldo.
Lui alza un sopracciglio.
《Ti sei dato da fare anche tu a quanto vedo》aggiungo.
Ci fissiamo intensamente per qualche attimo poi mi sfiora la mano e mi corre un brivido lungo la schiena. Non mi ero neanche accorta di essergli così vicina. Troppo vicina.
Quasi come se il suo corpo mi richiamasse.
Sto impazzendo!
《Sei diversa dall'ultima volta Sam, ma sei ancora più bella》.
No, so cosa sta facendo, usa le sue solite tattiche di seduzione.
《Sono fidanzata》metto in chiaro e ritorno a concentrarmi sull'intervista.
《Lo sono anche io》ammette e mi viene un nodo in gola.
Con chi? Una di Los Angeles? Da quando? Sono curiosa ma la curiosità uccise il gatto.
《Mi sono stabilito a New York da tre mesi ormai, ma è già da tempo che ero in città e ho incontrato Chloe, la segretaria che lavora qui. Mi ha indirizzato lei verso quest'azienda》spiega.
Maledetta Chloe e la sua enorme boccaccia!
Non ha perso tempo.
Almeno si è rifatto una vita anche lui. Ovviamente nessuno dei due poteva rimanere a piangersi addosso per sempre. Era una cosa che sapevamo entrambi sarebbe successa.
Domando dei nostri vecchi amici.
Ho perso i contatti con tutti loro ormai.
《Janet e Logan hanno avuto Rose, una bellissima bambina che somiglia terribilmente alla madre, poi dopo un anno dalla sua nascita si sono sposati, una cerimonia semplice e ristretta》.
Mi luccicano gli occhi, sono contenta per loro.
Avevo promesso a Janet che mi sarei fatta sentire e invece sono sparita dopo aver terminato la relazione con Alex.
Non ho saputo più niente di lei né di nessun altro. Sono semplicemente sparita.
《Liam ha sposato una ragazza conosciuta all'università ma inutile dire che ha sempre pensato a te. Ora però si è sistemato e credo che un giorno vorrà avere dei figli.
Cole invece...beh è sempre il solito Cole, solo che adesso è diventato un giocatore di professione》spiega.
Sento però che gli è rimasta una frase a mezz'aria.
《Mancavi a tutti Sam》.
Abbassa lo sguardo.
Devo trattenere le lacrime.
Ci sono tante cose che vorrei che mi raccontasse e tante cose che vorrei raccontargli ma la mezz'ora è quasi terminata e gli ho fatto solo due domande; inoltre so che dopo aver varcato la soglia del suo ufficio non lo rivedrò più.
《Sono felice per loro. Ma credevo che il tuo sogno fosse diventare il più famoso dei quarterback》.
Lui sorride poi torna a sedersi e lo faccio anche io.
La tensione fra di noi sembra essersi smorzata.
《Frattura al ginocchio. Poi la spalla non ha mai smesso di darmi problemi》spiega.
《Mi dispiace》.
Lui fa spallucce.
《Non sono andato poi così male》.
Effettivamente ha ragione.
《In realtà, dopo di te sembrava essere andato tutto a puttane; è stato tutto un tracollo: io e te ci eravamo allontanati, poi arrivò la frattura al ginocchio e fu una grossa batosta. Ricominciai con le corse per un periodo; mi sentivo morto e avevo bisogno di adrenalina.
Ma ora sono qui》.
Già, è qui. Direi che si è rialzato più forte di prima e gli auguro il meglio perché se lo merita.
Trascorre un momento di imbarazzante silenzio in cui dovrei forse dire qualcosa.
Non riesco ancora a realizzare di essere chiusa in una stanza con lui.
《Allora, dimmi di te; come lo hai conosciuto?》domanda e immaginavo volesse saperlo; ma prima di poter rispondere qualcuno ci interrompe entrando nell'ufficio.
È Chloe.
《L'intervista è finita》avvisa.
Io sto per alzarmi ma Alex me lo impedisce.
《Manca ancora qualche domanda》dice e io ritorno a sedere serrando le gambe.
Chloe ci squadra confusa poi esce dalla stanza annunciando che ci darà ancora qualche minuto...solo qualche minuto. Spero non abbia intuito nulla.
《Alex non ho tempo, tra poco dovrò essere a lavoro e tu hai risposto solo a tre domande》.
《Non erano due e mezzo?》ironizza.
Lo guardo di sbieco.
Lui allora sembra pensare a qualcosa e quando Alex Montgomery pensa, non è mai un buon segno.
《Vediamoci in questi giorni, così possiamo parlare senza essere interrotti》propone perentorio.
Ecco lo sapevo!
Me lo ha chiesto come se fosse una cosa normale, senza remore.
Non credo sia una buona idea, so come vanno a finire queste cose: non bene. Voglio rimanere fedele a Dan e anche se fosse un normale incontro tra vecchi amici mi sentirei di tradire la sua fiducia perché io e Alex non siamo mai stati solo semplici amici. Inoltre ho paura mi potrei sentire a disagio. Infondo siamo stati estranei per così a lungo.
Non accetto l'invito seppur con dispiacere, ma penso sia la cosa migliore. Lui sembra prendersela.
《Vedila come una specie di rimpatriata》insiste.
Sembra non avere ripensamenti.
《Non dobbiamo uscire con vecchi amici del liceo, ma io e te, da soli》rimarco il concetto.
《Dunque?》.
Mi sta già facendo innervosire fingendo di non capire.
《Dunque siamo entrambi fidanzati e io credo che mi darebbe fastidio se Dan uscisse da solo con una sua amica, per giunta con una sua ex fidanzata, inoltre non usciremo da vecchi amici ma da vecchie fiamme liceali》faccio notare.
《Si ma non tradiremo nessuno, siamo adulti ormai Sam e non penso che tu non sappia contenere la tua gioia tanto da saltarmi addosso, altrimenti l'avresti già fatto》mi sfida. Mi piaceva quando lo faceva anche se fingevo mi desse fastidio ma ora non credo sia il caso.
Evito di concentrarmi sulla sua espressione sghemba.
Sospiro.《Cosa ne direbbe Chloe?》.
《Non faremo niente di male, voglio solo recuperare un pò di tempo perso, tutto qui. Non credo sia così strano visto che siamo stati così importanti l'uno per l'altra》conclude.
È proprio perché siamo stati importanti l'uno per l'altra che ho paura. In realtà non dovrei neanche averne perché so di amare Dan, ma ho paura che la situazione possa sfuggirci di mano o che possa sfuggire a lui di mano.
Non so cosa fare.
Da una parte penso che sarebbe una mancanza di rispetto verso Dan e che non ne uscirà niente di buono, dall'altra invece penso che vorrei con tutte le mie forze passare del tempo con lui che non sia solo in ambito professionale, e che se accettassi di uscirci, sarà un incontro innocente, perché ormai entrambi ci siamo rifatti una vita con altre persone e per quanto mi riguarda, una vita soddisfacente e felice, pertanto non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi.
《Ci penserò》concludo ed esco velocemente dalla stanza prima che possa aggiungere altro.
Credo di averlo lasciato con l'amaro in bocca.
Una volta in corridoio, faccio intensi respiri come se per tutto il tempo fossi rimasta in una stanza senza aria e adesso finalmente sentissi arrivare l'ossigeno.
Chloe domanda come sia andata l'intervista; noto che è molto interessata e ora so il perché.
《È andata bene, quel ragazzo ha ottime qualità》rispondo fredda poi vado via.
Non so perché le ho risposto in quel modo, ma ho provato come un pizzico di fastidio.
È una brava ragazza e forse una delle poche che non mi odia qui dentro.
Per tutto il giorno, ogni secondo di ogni ora, perfino a lavoro, non faccio altro che pensare ad Alex, alle probabilità che potessimo incontrarci e quella poca percentuale ha fatto si che potessimo rivederci.
Penso e ripenso anche al suo invito.
Mi sentirei in colpa ad accettarlo ma anche se non accettassi so che mi mancherebbe qualcosa e mi torturerei con i rimorsi. Volevo sapere di lui da quando ci siamo dovuti lasciare, perché mi importa di cosa ha fatto in tutto questo tempo.
《Amore, mi stai ascoltando?》domanda Dan, ero talmente sovrappensiero che non lo avevo sentito.
《Si scusa》.
《Ho saputo che l'intervista è andata bene》.
Immagino che questo gliel'abbia detto Alex.
Non voglio parlare più del mio incontro di oggi.
Mi faccio un bagno rilassante, per quanto Jack me lo permetta; sembra agitato, quasi come se il suo umore vada in base al mio. Non fa altro che gironzolarmi intorno, quando Dan decide di portarlo a fare una passeggiata.
Io invece, inizio a prepararmi per l'uscita di stasera con Lydia.
Mi ha invitata in un pub qui accanto, era da tanto che non uscivamo tra noi donne.
Dan insiste per accompagnarmi perché con il buio non vuole che vada da sola. Io invece, non vedo l'ora di comprare un'auto tutta mia.
《Chiamami quando devo venire a prenderti》conclude e mi lascia un bacio amorevole.
Sa essere serio e dolce in una sola volta.
Appena entro nel locale, già affollato e con le pareti che vibrano al rimbombo della musica assordante, Lydia mi corre incontro.
Da quando sto con Dan non frequento molto i locali notturni. Ma almeno tre giorni a settimana, a giorni alterni, mi concedo alla mia amica.
《Eccoti finalmente, ti stavo aspettando》.
《Scusa il ritardo, mi ha accompagnata Dan》.
《Ah si, Dan di qua, Dan di la. Ormai esiste solo Daniel Jackson》asserisce incrociando le braccia.
《Non essere gelosa, sai che rimani sempre la mia preferita》.
《Come no! Leccapiedi》ghigna.
《Mi sei mancata》ammetto.
《Bene, allora il primo giro di drink lo offrirai tu》.
Accetto.
《Barista, due piña colada per favore》.
Lei sorride esaltata poi sposta la sua chioma bionda da una parte all'altra. Lydia è sempre stata molto attraente, e al liceo tutti i ragazze le sbavavano dietro, ma non è mai stata una con la puzza sotto al naso.
Parliamo del più e del meno sorseggiando i nostri drink.
Vuole sapere del mio trasferimento, di questa fatidica Jennifer, la nuova fiamma di papà.
《Cavolo! Sam, non offenderti ma ho sempre avuto una cotta segreta per il tuo vecchio, perciò ti dispiace aiutarmi a sabotare i suoi appuntamenti con la dolce infermiera?!》scherza, o forse no.
《Lyd, potresti essere sua figlia》.
《Lo so ma gli uomini più vecchi sono sempre quelli più attraenti》.
Forse non ha tutti i torti.
Al secondo giro di drink, la testa inizia a girare, visto il mio essere quasi astemia, e i pensieri si fanno spazio nella mia mente.
Da migliore amica quale è, Lydia si accorge che sono particolarmente pensierosa.
《Tu non me la conti giusta...vuoi dirmi che cos'hai? Non dirmi che sei incinta》. Emette un gridolino.
《No, almeno per ora》.
《Quindi state provando ad avere dei marmocchi?》.
《No, Lyd, non è niente di quello che pensi》.
Lei insiste per farmi sputare il rospo.
Prendo fiato e gli racconto di aver rivisto Alex, che ora è un dipendente dell'azienda di Dan e dell'intervista che ho condotto, di cui ha risposto a tre domande.
《Insomma, lui era lì, tutto impettito dopo cinque anni.
Sono rimasta scioccata.
Non credevo l'avrei più rivisto, invece era lì davanti a me》.
Mi poggio il viso tra le mani.
Lei ha la bocca spalancata più o meno da quando ho iniziato a raccontare.
《Non ci posso credere, il tuo inafferrabile Alex è tornato》chioccia stupita.
《Già, si è trasferito definitivamente qui, e mi ha addirittura invitata per una specie di rimpatriata》spiego usando le sue parole.
Lei a questo punto assume la sua solita espressione di stupore, i suoi occhi già grandi, si allargano e scatta in piedi.
《Che cos'hai intenzione di fare?》.
È proprio questa la domanda a cui non so dare risposta.
《Sinceramente non ne ho idea. Non nego che vorrei rivederlo per parlare del buco nero che ha lasciato il tempo che ci ha diviso e per sapere che cosa mi sono persa di lui, ma allo stesso tempo ho paura di fare un torto a Dan. Insomma, Alex è stato il mio primo vero amore, l'unico ragazzo per cui ho pianto giorni interi sul cuscino》.
Lei annuisce sussurrando un "io infatti c'ero".
《E comunque non è più mio, ora è di Chloe》.
Lei storce il naso.
《Quella che lavora alla Jackson&Co.?》.
Annuisco.
《E questo ti infastidisce?》.
《Ovviamente no》scatto.《Si è rifatto una vita ed è giusto che sia così》.
Credo di non aver più voglia di continuare la conversazione.
Lei mi guarda scettica.
《Non ci andrò, fine della storia》concludo e bevo l'ultimo sorso del drink.
È ancora più scettica.
《Sam, ti conosco fin troppo bene, so a cosa pensi: tu vuoi andarci》constata.
In realtà vorrei che non fosse così, Lydia ha ragione ma devo scordarmi di quell'invito e di tutta questa storia.
《Non ci andrò e di sicuro non avrà nemmeno più il mio numero, se non mi farò viva in azienda non saprà come cercarmi》.
Il telefono ronza.
Sgrano gli occhi non appena compare un messaggio di Alex: "sto aspettando una risposta" narra il messaggio, con tanto di emoticon con l'occhiolino.
Sembra quasi mi abbia letto nel pensiero; anche questo mi riporta a cinque anni fa.
Sono nei guai.
Perché non mi è mai venuto in mente di cambiare numero? Non mi è mai venuto in mente perché ci eravamo lasciati.
E adesso che gli dico?
《Sam, lo sai che sono la fan numero uno di Dan ma forse dovresti andarci. Parlerete semplicemente come vecchi amici e poi chiuderete questa storia. È stato cinque anni fa, non credo che tu possa gettare al vento una storia seria con un famoso imprenditore, attraente, di successo e che ti ama molto, per una cotta adolescenziale》.
Non credo di aver mai visto Lydia più seria di così ma Alex per me non è mai stato solo una cotta e l'ho capito nel momento in cui l'ho rivisto per questo mi spaventa l'idea di uscire con lui.
Non posso mentire a me stessa.
《E se vorrà continuare a vedermi? Sappiamo come vanno queste cose, possono sfuggire di mano》.
《Magari è solo curioso di sapere dove sei stata tutto questo tempo.
Hai detto che sta con Chloe e tu stai con Dan, e non credo di dover aggiungere altro》.
Finisce seria il suo drink.
Mi voglio convincere che la mia amica abbia ragione perciò rispondo con un "si" al messaggio.
Questo "si" può voler dire di tutto, ma credo che Alex abbia capito cosa voglia dire: ho accettato di uscire con lui.
Sono convinta che non succederà nulla di male. Sarà un incontro innocuo. Ormai abbiamo due vite divise, amiamo altre persone.
Una cosa che non avrei mai pensato potesse succedere all'epoca. Pensarmi nelle braccia di un altro mi era impossibile.
《Kyle sta venendo a prendermi》mi avvisa Lydia.
Le propongo di fare un'uscita a quattro uno di questi weekend e lei accetta.
Una volta a casa, nel nostro letto, mi fermo ad osservarlo e penso che sia perfetto, lui è quello che voglio.
Mi arriva un altro messaggio da Alex : "bene, allora decidi tu posto e ora" leggo e getto il telefono sul comodino, poi sicura di me, mi spoglio ed entro nel letto avvinghiandomi a Dan, che dorme già da qualche minuto accoccolato a Jack che è riuscito ad impadronirsi del cuscino più morbido.
Per stasera voglio pensare solo a noi due e a nessun altro, anche se qualche pensiero inaspettato e incontrollabile prima di dormire va ad Alex.....
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𝓟𝓮𝓻 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓷𝓸𝓲
RomanceCinque anni dopo... Sam ormai cresciuta e con una carriera alle spalle, è fidanzata felicemente con Daniel, famoso imprenditore di successo, poco più grande di lei e pronto a tutto per renderla felice. Sono super innamorati e prossimi al matrimonio;...