Vetri rotti

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DUE ANNI DOPO
Sono seduta sul letto da esattamente quattro minuti ad aspettare che spuntino le due linee rosa e il cuore mi batte all'impazzata.
Il risultato dovrebbe già essermi comparso se nel caso fosse stato positivo, mi aspetto già che non lo sarà ma non smetto di sperarci.
C'è un silenzio di tomba e Alex è seduto sulla poltrona, zitto, a fissarmi con le mani che gli penzolano.
Vorrei sapere a cosa pensa.
Si è fatto crescere la barba, ha i capelli più lunghi con un ciuffo che gli ricade lungo il viso.
È a petto nudo.
Sento che bofonchia qualcosa ma non ascolto bene cosa.
Questa attesa mi sta uccidendo e il fatto che sembra che solo io ci speri mi fa arrabbiare e rattristare.
All'improvviso compare solo una linietta: è negativo.
Non riesco a trattenere le lacrime e getto il test per terra con rabbia.
《Non ci posso credere, eppure credevo che questa volta fosse positivo》.
Alex si precipita accanto a me, prende il test tra le mani poi sospira.
《Dai amore tranquilla, ci riproveremo》.
Io lo guardo e mi allontano.
Non voglio nessuno accanto in questo momento.
《Ci riproveremo? Alex sto provando a rimanere incinta da un anno ormai, non voglio diventare mamma troppo vecchia.
Inoltre ho letto di queste cose su internet, l'infertilità è una delle principali cause di crisi matrimoniale che porta al tradimento e al divorzio》.
Lui alza gli occhi al cielo 《smettila di leggere quegli stupidi forum》.
《Non c'è solo questo: voglio che la smettiamo di prenderci in giro...non riuscirò mai a concepire, il dottore ha detto che ci sono poche probabilità che questo accada》.
Lui si sdraia sul letto accanto a me e mi abbraccia.
《Quel dottore non è affidabile, sentiremo il parere di altri Sam, io non mi arrenderò. Forse nemmeno questo test è affidabile》.
《No, lo sono al novantanove per cento》gli faccio notare.
《Beh ma forse ci sono altri metodi, non perdere la speranza》.
So che dice così adesso ma la verità è che mi sembra non gli importi tanto quanto importa a me.
《Il problema è che ogni volta mi illudo che sia positivo ma non lo è mai e non voglio più illudermi, capisci?!
E sento che sono solo io l'unica che ci tiene, ogni volta svii l'argomento, dici che c'è tempo, che prima o poi finirò incinta, "dai amore continueremo a provarci", queste sono le tue uniche frasi》.
Lui si alza di scatto.
《Che vuoi che ti dica? "Okay sei sterile"? Non è vero che non mi importa è solo che mi fa male vederti soffrire, se vuoi un figlio allora lo adotteremo》dice con un po di sdegno nella voce.
《Non è questo il punto, il punto è che mi sento inutile, il sogno più grande di una donna è partorire, sentire un bimbo nel proprio corpo e invece io non posso averne》.
Sono consapevole che un uomo non possa capire una cosa del genere.
Lui sbuffa e si gratta la testa nervoso.
《Bene, felice di sapere che ti sto annoiando》.
Mi alzo dal letto, prendo il test, la scatolina e li butto nel pattume, furibonda.
《Sam ormai facciamo sempre il solito discorso, effettivamente si, mi sono stufato di sentirti dire sempre le solite cose, mi dispiace che tu non possa provare questa gioia ma non voglio permettere a questa cosa di rovinarci il matrimonio.
Vuoi un figlio? Adottiamolo.
E poi francamente, non mi va che facciamo sesso solo nella speranza che tu rimanga incinta perché non si mette su famiglia con questo proposito》.
Ci rimango molto male della sua affermazione e delusa più che mai, non credevo potesse arrivare a pensare una cosa del genere, a reputarmi così.
《Quindi tu credi che io ti usi solo per avere un bambino? Beh Alex, non ho davvero parole. Io ti dico che mi sento inutile e tu mi dici certe cose...forse dopo tutto questo tempo ancora non mi conosci》.
Lui spalanca gli occhi e vedo come una specie di paura nel suo sguardo, forse paura di perdermi.
Effettivamente la storia della gravidanza ci ha fatto entrare in crisi anche se non voglio dare la colpa solo a lui, ma so che sta rovinando il nostro matrimonio e ne soffro molto.
Velocemente indosso il pigiama per mettermi a dormire ma lui mi costringe a guardarlo anche se non riesco a reggere il contatto visivo.
Mi aspettavo qualche parola di conforto anche se so che questa situazione sta gravando anche su di lui.
《No scusami, scusami davvero, non volevo dire così è che siamo molto tesi e non so come affrontare la cosa, mi dispiace veramente che tu ti senta abbattuta e inutile perché non lo sei, non sei inutile perché non puoi fare figli e non voglio che pensi che la tua vita debba ruotare solo intorno a quello perché tu sei tante altre cose e ti assicuro che non mi hai deluso perché se sarebbe capitato a me io non avrei voluto sentirmi così.
Ci sono tante altre cose che puoi fare, ci sono tante altre cose che mi puoi dare, il tuo amore, il tuo tempo, la tua pazienza nei miei confronti》.
Sento che spera che lo perdoni o che riesca ad uscire da questo tormento interiore, questa depressione.
《Scusa ma non credo di essere pronta ad affrontare tutto questo》.
《Che vuoi dire?》.
La sua voce trema.
Non so nemmeno io cosa voglio fare, vorrei solo avere del tempo per realizzare la cosa.
Non voglio lasciare Alex per questo perché il problema non è colpa sua e nemmeno si risolverà se ci lasciamo ma non voglio portare questo peso e credo che nemmeno lui voglia.
《Sam non farmi brutti scherzi...nella buona e nella cattiva sorte ricordi?》.
Io scoppio a piangere.
《Voglio stare un po da sola》.
Lui cerca di farmi calmare ma lo caccio via in malo modo.
《Senti non puoi comportarti sempre come una bambina capito? Basta cacciarmi a tuo piacimento.
Mi sono rotto》.
Esce dalla stanza sbattendo la porta, rimango sola a piangere a dirotto.
Per colpa mia il nostro matrimonio è sul filo del rasoio.
Passa qualche minuto, la testa mi scoppia e di sotto non sento alcun rumore quindi cerco di ascoltare, trascorrono altri secondi di silenzio quando sento provenire, credo dal bagno, un rumore di vetri rotti e subito dopo un'imprecazione.
Corro di fretta a controllare e come avevo immaginato Alex è in bagno accanto al lavandino con una mano sporca di sangue e lo specchio mezzo rotto.
《Hai dato un pugno? Sei impazzito!?  Hai le nocche spaccate. Ti sei fatto male?》accorro a vedere come sta e se le ferite sono gravi. Ha dei pezzi di vetro conficcati nella pelle, deve aver dato un pugno molto forte perché si è spaccato tutto il vetro e ora i frammenti insanguinati sono sul pavimento e nel lavandino.
Lui ritira la mano e si allontana senza nemmeno guardarmi in faccia.
《Lasciami stare, sto bene, domani riparerò il vetro》ringhia.
Prende del disinfettante.
《Non mi interessa del vetro, mi interessa di te》.
《Ah ora ti interessa di me! Lasciami in pace, ritornatene a piangere in camera》.
Sento tutta la sua collera e il suo risentimento e le sue parole fanno sempre più male e sono del tutto inaspettate come una secchiata di acqua fredda in testa.
《Ora sei davvero stronzo》.
《Io lo stronzo? Ma se mi stai tenendo in bilico da mesi. Prendi una decisione Sam perché nemmeno io riesco a vivere nell'incertezza...e ricorda che se il nostro matrimonio finirà sarà stata colpa tua perché io ho tentato di essere ragionevole, ho tentato di salvare questo amore》.
Dopo essersi disinfettato la mano esce dal bagno, prende le chiavi dell'auto ed esce di casa.
《Dove vai?》cerco di fermarlo tra le lacrime.
《A fare un giro》dice solo questo senza voltarsi indietro.
È veramente molto arrabbiato e spero non faccia qualche stupidata di cui potrebbe pentirsi. So che vuole stare da solo ma non sono per niente tranquilla a lasciarlo andare in giro in questo stato; e se si ubriaccasse e facesse un incidente?
Apro la porta e lo inseguo.
《Alex ti prego non andare》.
《Anche io vorrei un po di libertà, dai torna in casa》il suo tono è freddo e il suo viso alquanto inespressivo adesso.
Lo osservo salire in macchina e partire.
A Rio c'è traffico perfino alle due del mattino, spero non corra alla guida ma il rombo della sua auto mi dice che invece è proprio quello che sta facendo.
Torno in casa e non riesco a smettere di piangere per ore ed ore, provo a calmarmi, mi faccio una tisana rilassante, accendo la tv, gironzolo per la cucina ma nulla, decido perfino a mani nude di togliere i restanti vetri dal pavimento e dal lavandino, tanto che anche io mi provoco un taglio.
Aspetto una sua chiamata ma nulla, rimango inerte a fissare il cellulare che non squilla mai e sono sempre più agitata, penso al peggio poi dopo un'ora e mezza circa mi addormento sfinita sul divano.
Mi sveglio per colpa di un rumore e il cuore mi si ferma in petto per un secondo quando noto una sagoma che si muove al buio per la cucina ma poi capisco che è Alex che ha sbattuto contro un mobile perché riconosco la sua voce.
Accendo l'abat jour e guardo l'ora.
Sono le cinque del mattino.
《Ma dove sei stato? Ero in pensiero per te, avresti potuto chiamarmi》dico con la voce arrochita per il sonno.
Lui si massaggia la testa e si siede sulla sedia attorno al tavolo, puzza di fumo.
《Hai dormito sul divano?》.
Annuisco e annullo ogni distanza tra di noi, voglio capire se ha bevuto o ha lividi per colpa di qualche rissa o altro anche se non penso abbia ancora la mentalità da bambino tanto da fare rissa.
《Allora? Dove sei stato? Sono le cinque del mattino, non farlo mai più》.
《Non puoi darmi ordini, hai detto che volevi un po di spazio e ti ho accontentata》.
《Non intendevo andartene in giro in piena notte lasciandomi sola e tornare al mattino senza sapere dove sei stato, con chi o cosa hai fatto. Sono stata in pensiero e...mi hai tradita?》.
Lui mi guarda incredulo e poi con disappunto.
Il mio respiro ora è ansimante.
Si alza dalla sedia e scuote il capo.
《Come ti è venuto in mente?》.
《Avevo solo paura》.
Nessuno dei due sa cosa dire.
Siamo entrambi dispiaciuti e stanchi.
《Posso dare un'occhiata alla mano?》domando.
《La mano è a posto Sam, siamo noi che siamo completamente distrutti.
Non capisci che ti sento distante》.
《Come ti sento distante io》replico.
Non riusciamo a trovare un punto di incontro.
Fa spallucce.
《Senti io vado a letto, sono stanco.
Non sono dell'umore adatto per continuare a parlarne. Buonanotte》.
Lascio che vada di sopra, sono tentata di andare con lui ma rimango a dormire sul divano anche se sono piuttosto scomoda e non riesco a chiudere occhio, rimango nel dormiveglia a rigirarmi fino alle otto quando decido di fare colazione.
Mangio qualche biscotto poi prendo una drastica decisione: velocemente raggruppo tutte le mie cose, il necessario e le metto in valigia.
Forse è una decisione affrettata ma è l'unica soluzione al momento, anche se non so dove andare.
Non voglio chiamare mio padre, sono adulta e voglio gestire la cosa da sola.
《Ma che diavolo stai facendo?》.
Alex si è svegliato.
Sono le undici e non mi sono nemmeno resa conto del tempo che è passato.
Ha il viso stanco ma guarda incredulo la mia valigia.
《Te ne vuoi andare?》domanda affranto. 
《Solo per un po. Ho capito che questa situazione è ingestibile e credo che entrambi dovremmo aspettare che si calmino le acque》.
《No tu vuoi lasciarmi》sbotta.
Non riesco ad immaginare una vita senza di lui.
《Non voglio lasciarti, voglio solo un po di tempo per me》.
Lui si guarda intorno.
《So come vanno a finire queste cose: passi una notte fuori casa, poi una settimana e piano piano ci farai l'abitudine perché ti sentirai libera, non dovrai fare i conti con questa situazione e mi chiederai di farti venire a prendere il resto delle tue cose perché ci saremo lasciati》.
《Ti sbagli》.
È già così pessimista.
《Non posso vivere senza di te》dice e mi prende le mani come per non lasciarmi andare.
《Dai sarà per poco tempo e poi non andrò lontano》.
《E dove andrai allora?》.
《In un alberghetto qui vicino per qualche giorno e ti prometto che ci terremo in contatto》.
Lui non riesce a farsene una ragione.
Va avanti e indietro contorcendosi le dita.
《Non ne vedo il motivo; non ha senso.
Se vuoi far calmare gli animi lo accetto ma almeno rimani qui, anche senza parlarmi, anche senza prepararmi la cena o senza guardare insieme la tv o quello che ti pare ma rimani qui ti prego》.
È disperato.
Mi dispiace andare via di casa ma sento di averne bisogno.
《Scusami, ma ti prego devo farlo.
Ritornerò te lo prometto》.
Trascino la valigia fuori casa e sento per tutto il tempo i suoi occhi puntati su di me.
Cerca in tutti i modi di convincermi a rimanere.
《Sai che non potrò aspettarti per sempre vero?》.
Ho un colpo al cuore.
《Lo so》rispondo cercando di trattenere le lacrime anche se la voce si spezza.
《Quindi cosa siamo? È una pausa di riflessione?》.
《No, siamo ancora marito e moglie ma...pensala come se andassi in viaggio per lavoro》.
Lui ridacchia nervoso.
《Si certo, contaci》dice sarcastico.
Fermo un taxi.
《Allora ci vediamo》lo saluto.
Lui stringe i pugni e furioso si volta e si chiude la porta di casa alle spalle senza nemmeno girarsi per l'ultima volta, ma lo comprendo.
Non riesco più a trattenermi e mi sfogo in un pianto abbastanza isterico.
《Senhorita, você está bem?》domanda il taxista.
《Oh si mi scusi》dico ancora tra le lacrime poi gli indico l'indirizzo dove deve andare e parte senza fare domande.
La nostra casa è sempre più lontana, Alex è sempre più lontano e io mi sento sola.
Vorrei avere accanto qualcuno che riesce a capirmi come mia madre.
Alex è stato paziente con me e sono consapevole che la colpa sia maggiormente mia e per di più non posso fare a meno di pensare che ora lui crede che io lo voglia lasciare.
Avrei voluto essere più forte, avere più forza di volontà per superare questo momento anche se ce la sto mettendo tutta.....

𝓟𝓮𝓻 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓷𝓸𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora