Nuova vita

167 8 3
                                    

ALEX
Clacson assordanti, puzza di cipolla caramellata e musica da discoteca fino a tarda notte.
Direi che non ho scelto il quartiere ideale in cui abitare, ma volevo un appartamento vicino al centro e che non costasse tanto. Dopotutto, questa è la città dei sogni, la grande mela.
Vivo a New York da tre mesi ormai, mi sono ambientato, ho girato molti posti, incontrato persone, fatto sesso occasionale con almeno una ventina di ragazze, mi sono sbronzato almeno un paio di volte e poi ho conosciuto Chloe. Cosa più importante, domani inizierò il mio primo giorno di lavoro in una delle aziende più importanti della città, la "Jackson&Co.", consigliatami da Chloe per via del suo lavoro come segretaria al suo interno.
Mi sono trasferito qui per lavoro ma inizialmente ho fatto da pendolare.
I primi mesi nessuna azienda mi assumeva a tempo pieno, mi liquidavano dopo quello che per loro era "il mese di prova", ed ero costretto a tornare a casa per poi ritornare qui per altri continui mesi di prova. Stavo per perdere le speranze fino a quando, questo famoso tizio, solo di qualche anno più grande di me, ha costruito un impero finanziario con le sue sole forze e ha deciso di assumermi insieme a tanti altri candidati.
Si sono presentati in tanti, giovani aspiranti nel mondo del marketing e delle finanze come me, ed io sono stato tra i pochi fortunati.
Ho lavorato sodo, ho preso una laurea in ingegneria, mi sono specializzato tramite un tirocinio e ora sono qui. Esattamente dove volevo essere.
Volevo fare il quarterback è vero, ma dopo un infortunio al ginocchio mi sono reso conto che avrei dovuto fare qualcosa di più realistico nella vita, così ora sono qui.
Inutile dire che Chloe ha parlato di me a questo signor Jackson. Era un mito, una leggenda quasi, fino a quando non l'ho incontrato di persona.
Tutto di lui trasudava eleganza e fierezza. Lui è ricco per davvero, uno di quei ricchi che tra qualche anno potrà vivere di pensione fino alla morte.
Dopo un primo colloquio in cui mi ha perfino chiesto di abbozzargli un progetto per la costruzione di una fantomatica area sportiva, ha visto le mie grandiose qualità e la mia infinita intelligenza con i clienti ed è rimasto colpito.
Sono fiero di saper fare anche altro oltre a mettermi nei guai come quando ero un ragazzino.
Sono cresciuto e mi sento maturato.
È incredibile quante cose possano cambiare in cinque anni e quanto una persona possa cambiare.
Non mi sento più lo stesso Alex di cinque anni fa, soprattutto perché è da allora che convivo con un senso di malinconia nel petto. 
Inutile sprecare parole: in questi anni i miei pensieri sono andati solo a Sam.
Credo di non essere mai riuscito a dimenticarla del tutto, e forse neanche ci ho veramente provato fino in fondo.
Mi domando solo quanto tempo ci voglia per dimenticare una persona che hai amato. Forse neanche la dimenticherò mai del tutto.
Da quando ci siamo lasciati quella sera di cinque anni fa, non sono stato più lo stesso.
Abbiamo provato a far andare bene le cose, ma eravamo troppo giovani e ingenui. Ben presto lei ha avuto i suoi impegni e io i miei e ci siamo persi.
Ci siamo sentiti telefonicamente per mesi ma più andava avanti e più ci siamo resi conto che faceva troppo male e abbiamo messo una fine a quel "noi" che speravamo potesse essere eterno.
È stata una scelta di entrambi, anzi, lo ammetto, più sua che mia, ma io non mi sono opposto.
Tutto di lei d'un tratto, era sparito, così come iniziò man mano a svanire il suo profumo dai miei vestiti, da casa mia, che era stata nostra prima che se ne andasse. Non c'era più alcuna traccia di lei, del fatto che avessimo vissuto insieme per mesi.
Non nego di aver sofferto, di aver pianto, gridato, tirato pugni al muro, ma spesso trovavo conforto nel sacco da boxe e un paio di volte anche nelle corse, o forse anche più di un paio.
Stavo ricadendo in quel circolo vizioso, stavo ricadendo nell'oblio, poi mio fratello con l'appoggio dei miei amici, minacciò di raccontare tutto ai nostri genitori e così smisi definitivamente.
Perdere me stesso era quello di cui avevo paura perdendo Sam ma ho saputo rialzarmi.
Poi passai al conforto nelle braccia di altre ragazze, sebbene fosse solo conforto fisico; nessuna era mai alla sua altezza, anzi, neanche ci pensavo a innamorarmi nuovamente.
Non ho smesso di infilarmi nei letti delle altre ma ora, con Chloe sembra essere diverso, in realtà anche con lei è iniziata solo con incontri occasionali per andare a letto insieme ma dopo è cambiato tutto. Non so ancora cosa provo esattamente per lei, so solo che in questo momento mi fa stare bene. È una ragazza con la testa sulla spalle, premurosa e gentile, solo che forse ancora non basta a farmene innamorare.
D'altronde, non sono mai stato uno dall'innamoramento facile e prima di poter perdere completamente la testa per qualcuna, lei deve saper scavare affondo nella mia anima; quando è la persona giusta lo senti perché ti sa ascoltare, sa ascoltare i tuoi silenzi e sa leggerti dentro, come ha fatto Sam.
Mi tolgo subito il pensiero di quest'utima dalla mente quando vedo Chloe uscire dal bagno e venirmi incontro saltellando.
《Domani sarà il tuo primo giorno di lavoro; sapevo che il signor Jackson ti avrebbe assunto, non poteva farsi scappare uno come te dalle mani. Sono così contenta!》si siede accanto a me emettendo un gridolino estasiato.
Sono a petto nudo e tengo in mano una birra che ogni tanto sorseggio. Direi che dovrei riordinare la casa, sebbene viva da solo, non ho mai smesso di essere disordinato.
《Già, io però ancora di più perché potrò averti tutta per me anche a lavoro》poso la birra sul comodino e velocemente la avvolgo tra le braccia intrappolandola nella mia presa.
Mi sembra strano star facendo tutto questo con un'altra ragazza che non sia Sam. Non è la prima volta che tocco una ragazza in modo intimo dopo di lei, ma Chloe è stata la prima con cui sto cercando seriamente di impegnarmi e andare avanti.
Mi sentivo in colpa a stare con altre ragazze dopo Sam, ma poi pensavo che probabilmente anche lei stesse facendo la stessa cosa.
Chloe ride e si stende sotto di me ricordandomi che sono qui con lei.
In fin dei conti, anche se non mi fa lo stesso effetto che mi faceva la risata o anche la sola presenza di Sam, magari prima o poi anche con Chloe sarà così, magari anche lei mi farà sentire come sospeso a mezz'aria. Mi fa stare bene dopotutto.
Comunque non ho scelto New York nella speranza di incontrarla, ammetto che all'inizio era così, una piccola parte di me lo sperava ma poi ho deciso di scordarla definitivamente, di cancellarla dalla mia mente perché lei è il passato, e sembra funzionare. Questo partendo dal presupposto che non ho mai controllato se avesse o meno cambiato numero di cellulare sebbene io non abbia mai cancellato il suo contatto.
Ma come ho detto, non più con la speranza di rivederla.
E poi, New York è una metropoli ed è quasi impossibile che io riesca ad incontrare una persona specifica anche solo una volta in tutta la vita. È statisticamente quasi impossibile. Quante probabilità avrei di rivederla? Meno dell'uno percento. 
Inoltre, anche se dovessi incontrarla, magari per puro caso a fare la spesa, cosa le potrei dire?
In realtà ci ho pensato tante volte ad un nostro fatidico incontro ma non ho mai veramente pensato a cosa avrei potuto dirle.
Con Chloe sono felice, almeno il giusto, perciò è inutile e sciocco anche solo pensare a questa ipotesi.
《Ho solo venti minuti di pausa, ci possiamo incontrare accanto al tuo ufficio. Ne avrai uno personale al quarantaduesimo piano》spiega.
Mi accarezza i capelli dolcemente e quando la guardo per un attimo mi sento in colpa di averla usata solo per il sesso prima di metterci insieme.
《A cosa pensi?》domanda.
Non ho mai amato nessun'altra dopo Sam, non ho mai sentito dentro di me le sensazioni che ho provato con lei, e sebbene ho cercato di paragonare Chloe a lei, non ci sono riuscito. Non sono pronto a dirle di amarla; sento di provare qualcosa di forte e sincero ma non è vero amore altrimenti lo avrei saputo, e non voglio rendere vana una parola così importante.
Inoltre, ci frequentiamo da ancora troppo poco tempo e preferisco rimanere con i piedi per terra, anche perché per ora voglio concentrarmi sul mio lavoro, che si prospetta allettante.
《Penso che non vedo l'ora di iniziare domani e di vederti con quella gonna sexy e attillata》dico allusivo e le bacio il collo. Lei ridacchia leggermente stridula.
Il momento viene interrotto dalla vibrazione del mio cellulare.
Cavolo, già la prima chiamata del mio nuovo capo.
Domani dovrò essere puntuale alle otto del mattino e mi avvisa anche che sarò sottoposto ad una piccola intervista.
Piccola intervista...odio rispondere alle domande ma immagino che dovrò abituarmici perchè d'ora in poi lavorerò in quello che è l'impero del marketing.
Sebbene spero di aver sentito male. Se nemmeno ho cominciato non capisco su cosa dovrei farmi interrogare.
《A domani signor Montgomery》conclude la telefonata telegrafico.
È uno di poche parole, va dritto e conciso al punto.
Io sbuffo e lancio il telefono sul letto.
Chloe che ha sentito la conversazione mi informa di non preoccuparmi e che la fidanzata del capo è una giornalista e che ogni tanto lui le permette di intervistare i suoi dipendenti per qualche articolo.
《Mi dovrebbe spettare un compenso extra per questo》mi lagno.
《Sarà semplice》ammette e mi lascia un piccolo bacio.
《Ad ogni modo, ti consiglio lo smoking grigio. Il capo adora il grigio》si raccomanda con un occhiolino.
Ormai si improvvisa mia stilista personale, però ha buon gusto in materia di moda.
Dopo essersi rivestita va via lasciandomi solo, questi sono i momenti che più odio perché inevitabilmente mi metto a pensare a troppe cose.
Non nego che sono agitato per domani, so di avere delle potenzialità ma quell'intervista mi metterà a disagio ne sono certo; so come funzionano queste cose, devo far fare bella figura a Daniel Jackson e alla sua azienda.
Deve essere tutto perfetto e non devo dire nulla di sbagliato. Un'intervista il primo giorno non è esattamente una delle cose che più mi esalta, soprattutto perché non conosco l'azienda, non conosco i dipendenti e non conosco ancora bene i progetti in ballo, perciò ho paura di far fare brutta figura al capo. Quindi spero che le domande non siano troppo complicate o tecniche.
Ordino una pizza, ormai vado avanti solo di cibo spazzatura e di scatolette di tonno, ammenoché Chloe non spunti da dietro quella porta per prepararmi uno dei suoi soliti pranzetti, un altro aspetto che adoro di lei.
Siamo soliti organizzare cenette romantiche al lume di candela i fine settimana, quando entrambi abbiamo del tempo da dedicarci.
Non vedevo l'ora di trasferirmi qui per staccarmi da Los Angeles e da tutto ciò che faceva parte del mio passato; sono venuto qui per cambiare vita. Non sono mai stato uno che si abitua alla monotonia e con il tempo tutto ha iniziato a starmi stretto così dopo la laurea ho deciso di venire qui partendo solo con i miei risparmi.
Non mi piace la monotonia, però mi mancano i miei vecchi amici che quando hanno saputo della mia decisione di trasferirmi, quasi gli è venuto un colpo a testa.
Mentre passo davanti ai negozi di questa città immensa compongo il numero di Logan.
Mi ci vuole una bella chiacchierata con lui.
《Hey amico》risponde dopo solo un paio di squilli.
《Ciao, come va? È strano sentire silenzio in sottofondo》lo schernisco dato che ogni volta che decidevo di telefonargli, si sentiva sempre in sottofondo qualcuno che urlava, di solito Janet, oppure arrivavano attutiti i suoni delle sigle di cartoni per bambini.
Ormai la sua routine ruota intorno alla sua famiglia. È davvero un padre modello.
《Già, le mie donne sono fuori a fare shopping》dice ridendo.
《Come sta la piccola Rose?》.
Io e i miei amici non abbiamo mai perso i rapporti, soprattutto con Logan e dopo la nascita di Rose a cui abbiamo assistito, gli sono stato vicino più di chiunque altro ed è come se fossi diventato uno zio per la bambina. Dopo un anno lui e Janet hanno deciso di sposarsi in un'isoletta dell'oceano pacifico facendo una cerimonia ristretta, praticamente gli unici invitati siamo stati noi e i loro familiari stretti.
La loro vita è perfetta adesso e quasi li invidio. Lavorano entrambi come addetti alle vendite per una grande azienda di profumi e la loro vita sembra essere perfetta.
Sospira.《Mi ha già sostituito con il suo fidanzatino dell'asilo, non ci posso credere》spiega mezzo contrariato e io non trattengo una risata.
《Immagina quando crescerà, dovrai tenerla a bada》metto il dito nella piaga e già mi immagino la sua espressione delusa e per niente divertita.
Grugnisce e allora rido.
《L'altro ieri ho sentito Liam, se la passa bene, e poi ho chiamato Cole qualche giorno fa; ha detto che sta allenando una squadra di ragazzini...Mi mancate ragazzi》ammetto.
《Ci manchi anche tu Al》.
Trascorre un attimo di silenzio in cui mi domando a cosa stia pensando.
《L'hai incontrata?》domanda.
So a chi si riferisce e il cuore mi si ferma per un secondo che dura troppo.
《Logan, non sono venuto qui per lei, sono venuto qui per lavoro e per ricominciare una nuova vita》metto in chiaro, ogni volta mi fa la stessa domanda quasi come se lo sperasse. Logan sa quanto ho sofferto dopo Sam, perciò spera che per un fortuito caso del destino, io possa incontrarla nuovamente.
Però ormai non mi interessa più di lei, sono trascorsi cinque anni non cinque mesi, basta con gli amori giovanili.
Quando ancora speravo di incontrarla ero fragile, ero da poco in città e mi sentivo solo.
Poi mi sono reso conto che rincorrere il ricordo di lei sarebbe stato tempo perso. Siamo cresciuti entrambi, ci siamo rifatti nuove vite, lei sicuramente e magari con qualcun'altro e se lo merita.
《Va bene Al, voglio crederti ma non mentire a te stesso》suona come un consiglio.
Non gli rispondo, non so cosa potrei dirgli. Non sto mentendo a nessuno: ho dimenticato Sam.
Anzi, è ancora nella mia mente ma non la penso più come una volta, non dico di volerla incontrare per averci di nuovo una storia, ormai è acqua passata, penso solo a come possa essere diventata e cosa ne abbia fatto della sua vita.
Ma infondo che mi importa?
Non credo che lei pensi a me, anzi ne sono quasi sicuro. Io sono il passato.
《Salutami Janet e la piccola, dagli un bacio da parte mia. Prometto che gli spedirò un peluche gigante, anche se ne ha già abbastanza》concludo.
《Lo farò》.
Detto ciò, stacco la chiamata.
Dopo minuti di camminata, mi rendo conto di essere arrivato fino alla "Jackson&Co." e mi stupisco di quanto sia immensa, praticamente domina la città. È un edificio di cento piani esatti che sorge nel bel mezzo del centro città.
L'avevo già vista, ma ora la guardo con occhi diversi.
Domani sarò a lavoro in uno di quegli uffici e non posso ancora crederci.
                           
                                *

𝓟𝓮𝓻 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓷𝓸𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora