Fuori città pt 2

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È la seconda mattina di fila che mi sveglio con la colazione a letto anche se adesso sono in un hotel a Parigi.
《Attento, potrei abituarmi》dico a Dan.
《E io sarei felice di aspettare così il tuo risveglio, almeno sorridi》risponde.
Quanti libri d'amore avrà letto?
《Ieri sera è stato incredibile, mi hai fatto impazzire》mi sussurra all'orecchio e sento il suo alito caldo sul collo che mi provoca i brividi.
Ridacchio per il solletico.
《Qui è tutto magnifico, Parigi è la città dell'amore anche se non abbiamo ancora visitato niente si sente che non siamo più a New York, ci sono negozi eleganti, persone eleganti, letti eleganti e molto comodi》mi stendo di nuovo invitandolo a venire verso di me.
Lui si avvicina e in fretta gli vado sopra. Ancora mi sento in colpa per quello che ho pensato ieri e proprio per questo voglio che con Dan sia tutto perfetto.
Lo bacio da per tutto e sento che gli piace così gli infilo la mano nei pantaloni ma poi mi ferma sul più bello.
《Amore sono quasi le dieci, Parigi non aspetta noi》sorride.
Già, perciò sono costretta a ricompormi. Faccio una doccia per togliere l'acqua della piscina che mi ha fatto rimanere appiccicosa e intanto penso a cosa è successo poco fa. Pensavo che non mi avrebbe interrotta.
E se si fosse accorto che ieri non ero in me? Ormai mi conosce e si accorge di ogni mio cambiamento ma me ne avrebbe sicuramente parlato.
No, basta con queste paranoie.
Ha solo fretta di visitare la città.
Quando finisco la stanza è silenziosa e capisco che sono sola.
Provo a vedere se Dan è in corridoio ma sembrano spariti tutti.
Intanto mi vesto, questa volta ho voglia di indossare qualcosa di elegante, dato che i vestiti firmati non mi mancano, anche se sono sempre stata una ragazza semplice, non che mi dispiaccia indossare roba di Chanel. Voglio che Dan abbia occhi solo per me.
Nell'altra stanza sento il cellulare che squilla perciò abbandono per un attimo il trucco e vado a vedere chi è.
Alex?
Che vorrà adesso?
Poi a New York dovrebbero essere circa le quattro del mattino, perché dovrebbe chiamarmi a quell'ora?
Forse ha sbagliato numero.
Sono tentata di riattaccare ma magari ha bisogno urgentemente.
《Pronto》rispondo annoiata.
《Sam...sei davvero stronza sai》parla biascicando. In sottofondo sento una musica assordante e un sacco di chiasso.
《Ma che stai dicendo? Dove sei, non sento nulla》.
Ridacchia poi torna a parlare anche se si sente poco per via delle urla dall'altro capo.
《Come se te ne importasse》risponde sempre con la voce impastata.
《Un altro drink per favore》dice a qualcuno.
《Sei ubriaco! È tardi perché non vai a dormire》.
《Tu puoi divertirti e fare sesso con chi ti pare e io non posso ubriacarmi!》.
Non capisco il motivo della chiamata e perché mi abbia accusata.
《Senti non ho tempo da perdere e non voglio ascoltare le tue offese》subito ribatte però.
《Hai tutto il tempo invece, mi merito di essere ascoltato un minuto...oh cazzo》sento uno strano rumore, lo chiamo ma non sento più nessuno. Forse è caduta la linea.
Sto per attaccare ma poi lo sento parlare nuovamente.
Ride come un ebete e parla a vanvera per qualche secondo, sento una voce femminile che lo invita chissà dove《sono fidanzato, non ci vengo a letto con te, anche se...hai delle tette davvero magnifiche, forse un servizzietto me lo lascio fare》.
《Alex mi hai chiamata per farmi ascoltare le tue porcate? Vaffanculo》sbotto.
《Già, Sam la santarella. Devi ascoltarmi chiaro. È tutta colpa tua. Mi hai abbandonato, prima per tuo padre, poi per quel cazzone con cui dividi il letto. Te ne sei fottuta di me; il tuo amore era quello? Vuoi solo i soldi e le belle macchine, i bei vestiti, le borse firmate...e quell'anello del cavolo》ascolto tutto attentamente anche perché non avrei mai creduto che potesse rivolgermi certe parole piene di astio, gelosia e cattiveria.
Ha la voce roca e alla fine della frase spenta.
Sento un misto di emozioni negative sormontare in me ma ho un nodo alla gola e non riesco a rispondergli adesso.
È ubriaco e in un certo senso lo giustifico. Sta riversando tutta la sua rabbia ora.
《Sei egoista e...e immagino che adesso sia felice di stare in un enorme letto a Parigi perché è quello che hai sempre voluto. Ma neghi a te stessa che in realtà il tuo cuore vuole altro e...e sono ubriaco fradicio, ti penso da un'intera giornata e tu non sei qui》 .
È la dichiarazione più strana che abbia mai sentito e il mio cuore adesso si è un po spezzato.
《Alex...》dico con voce incrinata.
《Sai, ti odio davvero. Ti odio Sam. Per essertene andata e odio me di più per non averti seguita, per non averti reso abbastanza felice. Odio tutto di noi adesso》sento che piange.
Attacca e sento il vuoto cosmico dentro di me. Ho sentito la sua rabbia e la sua frustrazione e quello che è peggio è che avrei voluto essere lì con lui.
Non me ne frega della bella città, dei soldi; non sono quelli che fanno andare avanti una relazione. So che quelle cose non le pensa veramente e che si incolpa perché crede che non mi abbia valorizzata mai ma non è stato così.
Certo abbiamo avuto molte incomprensioni e ci fu un momento in cui credevo non l'avrei mai perdonato ma ho visto in lui qualcosa che mi fece capire che ero il centro del suo mondo.
Mi ha aiutata a superare momenti difficili e non avrei voluto buttare tutto all'aria ma adesso che inevitabilmente siamo lontani mi chiedo come fare.
Asciugo le lacrime e il mascara inizia a colare.
Devo rimettermi in sesto prima che mi veda Dan e non voglio farmi rovinare la giornata da un Alex ubriaco.
Immagino che lui abbia chiuso con me definitivamente dopo questa telefonata anche se era già finita da anni.
Mi sistemo il rossetto, il mascara e i capelli che decido di arricciare.
Non voglio guardarmi allo specchio però perché sento che potrei scoppiare in un pianto in pochi secondi altrimenti.
《Amore eccomi》sento Dan che entra dalla porta.
Penso di sembrare disinvolta e spero di saper fingere bene e che lui non faccia caso ai miei occhi ancora un po arrossati.
《Scusami sono andato a chiamare un taxi e qui la linea prende poco, poi mi sono fatto dare una brochure con tutti i...》si interrompe.
《Hai pianto?》domanda mettendomi due dita sotto il mento per alzarmi la testa.
《No, deve essere stata la polvere. Allora, sono pronta. Possiamo andare》.
Distolgo lo sguardo, prendo le chiavi della stanza e andiamo a prendere il taxi.
Ci porta al Louvre.
Parigi è sofisticata e caotica ma ti fa sentire a casa. Per strada ci sono artisti ad ogni metro.
Cerco di godermi la giornata senza pensare a quella chiamata.
Il museo è gigantesco e quasi ci perdiamo poi decidiamo di seguire una guida turistica americana che spiega le tecniche artistiche di tutti i quadri presenti.
È talmente immenso che ovviamente non riusciamo a vederlo tutto ma i reparti importanti almeno li abbiamo visitati.
Ci fermiamo a comprare dello zucchero filato e fare fotografie.
《Amore facciamoci fare un ritratto》insiste Dan così per circa un'ora rimaniamo immobili a farci dipingere.
Arriva poi l'ora di pranzo ma decidiamo di non perdere tempo e mangiare un panino.
Lo stesso taxi ci porta alla cattedrale di Notre-dame.
È fantastica, regale, infonde tranquillità.
Non so da che parte guardare.
La Senna è limpida, guardiamo gli altri turisti attraversarla e ci uniamo a loro.
Mi stringo a Dan perché ho paura di cadere e lui si diverte a vedermi tesa, ma per il resto cerco di rilassarmi e ascoltare il vento sul viso.
La giornata passa tra le attrazioni turistiche poi Dan mi promette che domani andremo a fare shopping a le Fayette.
Torniamo in hotel stanchi morti ma abbastanza carichi per la cena sulla Torre Eiffel.
Saliamo sulla punta e ad ogni piano si vede sempre di più il panorama.
Mi sento importante e guardare la città dall'alto, mi fa sentire come di volare.
Come tutto qui il ristorante è elegante, luccicante, abbagliante.
Le persone sono tutte altolocate e davanti ai visi hanno piatti pieni di pietanze strane, costose.
《Ho chiesto di riservarci il posto migliore, ti piace?》.
《Certo, ho adorato tutto e tu sei...speciale. Ti amo》.
Lui è compiaciuto e soddisfatto.
La cena passa in tranquillità e i piatti tipici sono buonissimi.
Qui sono tutti gentili e accoglienti e per un attimo immagino che vorrei rimanere qui per sempre, lontano dalle persone di New York e dai ricordi di quella città.
                                  *
Stamattina le prossime tappe sono le Champs-Élysées e la Reggia di Versailles. Mi sembra di vivere in un sogno. Parigi fa innamorare chiunque.
《Vorrei sposarmi qui》.
Dan mi guarda.
《A Parigi?》domanda incredulo.
Annuisco.
《È la città dell'amore》ripeto il concetto.
Lui concorda.
《Penso sia perfetta》dice e mi bacia.
《Hai già in mente una data?》domando.
《Ottobre?》propone.
《Tra sei mesi...direi che potrebbe andare bene. Il sedici magari, il giorno prima del tuo compleanno》.
《Concordo amore》.
In questo momento tutto mi sembra perfetto, tutto mi sembra irreale, un sogno in cui sono sveglia.
Mi sembra di fluttuare tra i palazzi e le case.
Finalmente siamo a fare shopping tra i negozi più costosi e chic, i miei occhi brillano. Non ho mai visto niente di più luminoso. Mettendo da parte i miei soldi più quelli che Dan decide di spendere per me direi che il mio armadio sia pronto ad esplodere.
Decido di regalargli un profumo di Dior, voglio ripagarlo almeno per tutto quello che fa per me.
《Amore non dovevi》.
《Volevo. Tu mi fai sempre mille regali》.
Vedo nei suoi occhi una stupenda felicità e non poteva capitarmi di meglio.
Il momento meno atteso è quello del ritorno ma mi rincuora il fatto che tra sei mesi rivedrò questa scintillante città.....

𝓟𝓮𝓻 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓷𝓸𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora